LA PSICHE E LA COPPIA: FEDELTA’ E INFEDELTA’ (di Ugo Cirilli)

Ci sono coppie che vivono assieme una vita intera. Unioni iniziate magari in età molto giovane e capaci di resistere agli alti e bassi del quotidiano, per decenni. Altre relazioni, all’apparenza solide, vengono improvvisamente spezzate da un tradimento.

Cosa rende le persone più o meno fedeli? La Psicologia si è posta questo interessante interrogativo, cercando risposte attraverso svariate ricerche.

Un’intervista interessante

Recentemente due ricercatori dell’Università di Nicosia, Cipro, Menelaos Apostelou e Rafaella Panayiotou, hanno deciso di indagare la questione intervistando 40 persone, uomini e donne, sulle ragioni per le quali si sceglierebbe di non tradire.

L’intervista ha messo in luce ben 47 motivazioni diverse, che gli autori dello studio hanno raccolto in otto categorie. Ad altre 600 persone è stato poi chiesto di valutare l’importanza di ognuna: si è giunti così a una “classifica” dei fattori che dissuadono dal tradimento, dalla categoria più efficace alla meno. Come appare evidente, alcune sono collegate. Ecco l’elenco in ordine:

  • Soddisfazione per la relazione attuale
  • Sensi di colpa
  • Paura di subire un tradimento da parte del/della partner come “vendetta”
  • Assenza di eventi scatenanti (“tentazioni” etc.)
  • Paura della reazione del/della partner
  • Timore di essere pubblicamente diffamati, per aver infranto precetti sociali o religiosi
  • Paura di problematiche legate al tradimento, come contrarre una malattia sessualmente trasmissibile o vedersi costretti a confessare ad amici o parenti
  • Paura di essere etichettati negativamente nella cerchia delle proprie conoscenze

Lo studio ha riscontrato una differenza tra uomini e donne solo nel caso delle prime due motivazioni: le donne dichiaravano più spesso di non tradire grazie alla soddisfazione per la loro relazione, o per la paura di sentirsi in colpa.

Entrano quindi in gioco fattori culturali legati all’educazione, che le rendono più inclini ad attribuire valore al rapporto stabile e a colpevolizzarsi per il tradimento?

In realtà, come evidenziato da altre ricerche, a rendere più probabile l’infedeltà sono caratteristiche che possono appartenere sia agli uomini che alle donne. Di cosa si tratta?

Lo studio californiano sulle coppie sposate da poco

Una ricerca del 2018 della Florida State University è entrata nel vivo della questione, adattando l’approccio opposto rispetto allo studio precedente. Se i ricercatori ciprioti si sono chiesti quali motivazioni spingessero a non tradire, gli scienziati americani hanno invece studiato le caratteristiche degli individui più propensi all’infedeltà.

Per farlo, hanno seguito per circa tre anni e mezzo 233 coppie sposate da poco, raccogliendo informazioni su aspetti molto intimi della loro vita coniugale: ad esempio la soddisfazione sessuale, i possibili tradimenti, l’intensità del legame affettivo.

Oltre a mettere insieme tali dati, i ricercatori hanno presentato a ogni individuo alcune fotografie di persone dell’altro sesso, chiedendo loro di osservarle e valutarne l’attrattiva.

Dai risultati dello studio, le persone più inclini a tradire erano quelle che, in passato, avevano vissuto più relazioni sessuali a breve termine, erano più giovani e si dimostravano maggiormente insoddisfatte della loro vita coniugale. Il connubio tra un matrimonio frustrante e un passato di sessualità “irrequieta” sembrerebbe, quindi, un cocktail esplosivo che accentua la tendenza al tradimento.

Ma l’infedeltà e la fedeltà non possono essere considerate solo una conseguenza di pulsioni istintuali: molto dipende dalla volontà e dalla determinazione.

I ricercatori, sottoponendo le coppie alla visione di foto di persone dell’altro sesso, hanno osservato un fenomeno interessate. Gli individui, uomini e donne, meno inclini a tradire osservavano le immagini per un tempo minore: una strategia chiamata “attention disengagement”. In pratica, soffermandosi meno a contemplare possibili “tentazioni” si ridurrebbe la tendenza al tradimento, più di quanto non si creda. Secondo i dati dello studio, anche una differenza di pochi millisecondi nell’osservare un altro potenziale partner ridurrebbe del 50 % il rischio di infedeltà.

Il ruolo della sessualità

Abbiamo visto che l’insoddisfazione coniugale è un fattore di rischio, quindi sarebbe spontaneo pensare che la sessualità sia uno degli elementi più determinanti.

La ricerca californiana però rivela un dato all’apparenza controintuitivo: gli uomini più soddisfatti della vita sessuale con la propria consorte non erano i più fedeli, anzi: mostravano una maggior propensione alle relazioni “clandestine”. Una spiegazione di questo dato potrebbe essere la grande importanza attribuita da tali individui alla sfera sessuale, che arrivano a vivere intensamente sia con la moglie che con partner occasionali.

Più intelligenza, più fedeltà?

Possiamo concludere questa breve panoramica sulla questione fedeltà/infedeltà con la tesi condivisa da due studiosi, il neuroscienziato Rodolfo Llinàs e lo psicologo evolutivo Satoshi Kanazawa: le persone più fedeli potrebbero essere più intelligenti.

La fedeltà caratterizzerebbe le persone che dirigono le energie verso questioni più importanti delle “avventure” occasionali, capiscono i vantaggi di una relazione solida e si sentono responsabilizzate nei confronti del/della partner.

Che si sia d’accordo o meno, sicuramente questa considerazione mette in crisi un diffuso luogo comune: l’idea che, in fondo, chi riesce a gestire relazioni parallele abbia una certa scaltrezza.

La realtà potrebbe essere ben diversa.

Studi citati:

Apostelou, M., & Panayiotou, R. (2019). The reasons that prevent people from cheating on their partners: an evolutionary account of the propensity not to cheat. Personality and Individual Differences, 146, 34–40

McNulty, J. K., Meltzer, A. L., Makhanova, A., & Maner, J. K. (2018). Attentional and evaluative biases help people maintain relationships by avoiding infidelity. Journal of Personality and Social Psychology, 115(1), 76-95.