La riserva dell’Oro italiano conservata a Berna, Londra e New York

di FRANCESCO SINATTI – Un’altra incredibile storia italiana, e gli italiani non sanno neppure quanto del nostro oro sia ripartito all’estero.

Per chi non ha letto la prima puntata dell’inchiesta clicca qui.

Notizia epocale che decreta il rischio immanente di “default del sistema occidentale”, visto quanto accaduto fino ad oggi riguardo al “debito pubblico” dei vari paesi europei, “dovrebbe” designare la BCE, la banca centrale Europea, come prestatore di ultima istanza e quindi garante del debito degli stati facenti parte dell’Unione Europea. Ma a quale “titolo” la BCE potrebbe assolvere a questo ruolo dal momento che il “debito pubblico” dei paesi europei non è denominato in una sola unità di conto, cioè l’euro, ma nella variante al cambio con la “vecchia valuta” di riferimento? Cioè a dire 1 euro italiano = 1936,27 lire Vs 1 euro tedesco =1 Marco =1000 lire?

La BCE, di fatto, non avendo emesso EURO BOND… in realtà NON sarebbe il garante di ultima istanza del debito degli stati …bensì le loro Banche Centrali… visto che il nostro debito è espresso nel rapporto di cambio con un euro che vale 1937,26 lire.

In conclusione la BCE sarebbe il garante di ultima istanza, solo se, emettendo EURO BOND, tutti gli EURO a 26 avrebbero il valore di 1 euro = 1 euro, solo così si potrebbe definire la BCE la banca centrale di TUTTI i paesi europei, al contrario di ciò che essa è adesso, una “facente funzione” senza responsabilità sul debito dei 26 stati componenti l Unione!

In sostanza non vi è nessun garante al momento per il debito pubblico se non il patrimonio è i conti correnti degli italiani, capito la “nassa”?

La questione riguarda principalmente paesi a basso rating come l’Italia, la Spagna, il Portogallo e la Grecia, osservati speciali dopo la crisi del debito nel 2011.

Già, a quali condizioni la BCE assolverebbe al ruolo di “prestatore di ultima istanza” per i titoli al debito pubblico degli Stati Europei dal momento che il debito non è condiviso tramite emissioni in “Eurobond” e che, NON tutte, le banche centrali di detti paesi hanno ceduto la propria “autorità sovrana” a batter moneta? L’Italia ha, di fatto, ceduto alla BCE non solo l’autorità a stampar moneta, ma anche i c.d. diritti speciali di prelievo, prerogativa della “vecchia” Banca d’Italia, “avrebbe” dunque messo a disposizione della BCE anche le proprie “riserve auree”?

Le riserve auree, il diritto “a batter moneta” e la sovranità

Una parentesi un po’ tecnica: quanto appena detto fa intuire che : “…la promozione dell’oro è forse la premessa per applicare un coefficiente di ponderazione del rischio ai Titoli di Stato posseduti dalle banche? Dalla crisi del debito, l’obiettivo dei regolatori è stato infatti duplice: imporre al sistema bancario di detenere un patrimonio adeguato a coprire l’entità dei rischi. Nel mirino ci sono soprattutto i Titoli di Stato, che in base alle regole attuali possono essere detenuti dalle banche senza alcun impatto sul loro patrimonio (fine parentesi).

Notare bene

In realtà questa è una “faccia” della questione “asset – ORO”, l’altra “faccia” della questione sono le “riserve auree” dell’Italia, di fatto, chi le detiene? Chi ha titolo ad utilizzarle in caso di bisogno? Chi sarebbe dunque il “famigerato” prestatore di ultima istanza, inteso come “garante del debito”?

Dove si trovano le riserve auree dell’Italia?

A questo punto la faccenda si complica e non poco, per quanto riguarda la “smadrappatissima” Italia, perché per prima cosa bisognerebbe individuare il luogo di conservazione fisica dei cosiddetti lingotti d’oro delle riserve auree, già qui, la questione si fa complessa visto che i lingotti “degli italiani” sarebbero almeno in quattro “locations” diverse.

Parola della Banca d’Italia

“…Il documento di auditing pubblicato dalla Banca d’Italia nel corso del 2014, non è più disponibile in rete……non è la prima volta che questo blog si occupa di indagare sulla sorte delle nostre riserve auree e, grazie alla pronta analisi che venne fatta al prospetto….., abbiamo ancora a nostra disposizione tutti i dati salienti riportati da quell’audit, compresi la quantità e ubicazione delle riserve del Bel Paese…..nel 2014 si contavano esattamente 2.451,80 tonnellate d’oro nelle casse della Banca d’Italia, quantità che pone il nostro paese al terzo posto nella classifica mondiale di detentori d’oro fisico, dietro USA e Germania. Il controvalore al 31/12/2018 era di circa € 88 miliardi….”

Continua l’articolo di deshgold.com definendo le località in cui si troverebbe l’oro italiano:
“…Secondo quanto riportato da Piero Angela, poi confermato nella documentazione del 2014, l’oro italiano NON è collocato interamente a Roma, nelle casseforti della sede della Banca d’Italia (Palazzo Koch).

I rimanenti lingotti che compongono le nostre riserve auree sono dislocati in altri tre luoghi, posti al di fuori del territorio nazionale italiano: Berna, Londra e New York.

Nella sua dettagliata relazione, la Banca d’Italia ha rivelato che solo il 48% delle riserve auree (1.195 tonnellate) sono stipate nella Sagrestia Oro di Palazzo Koch, poiché l’altro 52% (1.254 tonnellate) è immagazzinato presso i depositi di Federal Reserve, Bank of England e Banca per i Regolamenti Internazionali.

I lingotti italiani all’estero e non si sa quanti

La Banca d’Italia, però, non specifica l’esatta ripartizione dell’oro italiano fra i tre soggetti esteri: prendendo per buone alcune congetture sparse per la rete, la stragrande maggioranza dei lingotti detenuti all’estero si trovano nella sede della FED (si parla addirittura di 1.200 tonnellate), con sole 7-12 tonnellate conservate nella Banca d’Inghilterra e le rimanenti 35-47 in quella di Berna…” (Deshgold.com “le riserve auree italiane, quante sono e dove si trovano” 14.4.2018).

Come si può ben comprendere ci sono parecchie perplessità su, “quanto” e “dove”, sia detenuto l’oro italiano nei caveau Esteri, a partire dalla definizione molto ambigua che l’articolo attribuisce “alla mancanza di particolari più precisi” che la stessa Banca d’Italia non fornirebbe, di fatto: “….Banca d’Italia, però, non specifica l’esatta ripartizione dell’oro italiano fra i tre soggetti esteri…”

Cioè a dire che, la Banca Centrale Italiana, si presume detentrice dell’oro fisico, NON saprebbe esattamente quanti lingotti e dove sarebbero giacenti, chi lo dovrebbe sapere allora? Quantità e collocazione dei lingotti presenti in banche centrali (e non) depositati all’estero? Difetto di auditing della banca d’Italia, oppure proprio non riusciamo a sapere (con ispezioni autorizzate) “quanti e dove sono” questi lingotti?

Alla prossima puntata

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