Il libro-intervista con Giancarlo Del Monaco. Pubblichiamo un estratto sulla regia di Tosca al Pucciniano del 2018 e gli scambi di Veronesi
Abbiamo aperto nelle scorse settimane una rubrica dedicata allo stato di salute dei teatri lirici in Italia. Lo spunto, ancora prima del lockdown totale, è stata l’inchiesta avviata dalla Procura della Repubblica di Torino sullo storico Teatro Regio. Al di là dei casi specifici, riguarda il tema del conflitto d’interessi nella gestione del denaro pubblico dei cittadini italiani.
In questo contesto, il Maestro Giancarlo Del Monaco ha rilasciato una lunga intervista al nostro direttore, che uscirà giovedì in eBook: i lettori potranno scaricare gratuitamente il libro digitale su Toscana Today, e sarà disponibile in tutti gli shop on line (Amazon, Apple Store, eccetera) oltre che nell’edizione italiana, anche in inglese e spagnolo.
Del Monaco parla della lirica oggi in Italia, partendo dalla sua esperienza di regista internazionale conclamato nel mondo, e risponde anche alle domande su due amare vicende che l’hanno visto protagonista: quella della sua ‘Tosca” al Festival Puccini di Torre del Lago, e quella che nel giro di pochi giorni vide sfumare la sua nomina a sovrintendente del Teatro Regio di Torino.
Anticipiamo, oggi, un breve estratto del libro relativo al Festival Puccini di Torre del Lago. Domani sarà la volta del Teatro Regio di Torino.
DEL MONACO – Nel 2018 vengo contattato dalla Fondazione Festival Pucciniano per allestire una Tosca in coproduzione con l’Opera di Tblisi, in Georgia. Porto il mio scenografo, studiamo l’allestimento e arriviamo in palcoscenico. Scene Carlo Centolavigna, costumi Maria Filippi. Un grande successo…
Posso rileggerle alcuni passi della recensione di Fabrizio Moschini pubblicata da OperaClick sulla prima di quella Tosca?
“Tosca è uno dei titoli più ricorrenti a Torre del Lago e le recenti edizioni non potevano definirsi tra le più riuscite nella storia della rassegna estiva. C’era bisogno di nuova Tosca, insomma, che potesse non solo convincere, ma anche proporsi per essere ripresa negli anni a venire. Nell’occasione si è opportunamente scelto, una volta tanto, un regista operistico di lungo corso e di provata esperienza e Giancarlo Del Monaco non ha mancato di imprimere una forte caratterizzazione allo spettacolo, risultato non scontato in un titolo tra i più inflazionati del repertorio e dove non è facile dire qualcosa di inedito, avendo anche un libretto che non indica solo un determinato momento storico, ma anche ‘le ore e i luoghi’”.
DEL MONACO – Fu un successo, è vero. Mi dicono che Tosca verrà ripetuta la stagione seguente. Rispondo che mi fa molto piacere, ovviamente. L’anno successivo apprendo da internet: Tosca Torre del Lago, regia un nome mai sentito nominare. Allora fanno un’altra Tosca o la mia? mi chiedo istintivamente. Approfondisco, e vedo che alla mia Tosca hanno inserito effettivamente un altro regista. Una cosa incomprensibile. Quando io ho protestato la direzione del Festival mi ha risposto semplicemente questo: se volevi che la tua produzione rimanesse tua, avresti dovuto chiedere di inserirlo nel contratto. Incredibile. Solo a Torre del Lago accadono cose come questa. Non sono un uomo di legge, ma credo che una vicenda simile non sia mai accaduta in nessun teatro del mondo,
La vicenda venne riportata da Il Tirreno in cronaca locale (Donatella Francesconi). E’ evidente, lei dichiarò, che “non c’è spettacolo che non sia un ‘unicum’, un tutto insieme… Scenografo e regista lavorano insieme”.
Il presidente della Fondazione Festival Pucciniano, direttore artistico del Festival, nonché direttore d’orchestra, Alberto Veronesi, replicò: “È nostra consuetudine, quando possediamo degli allestimenti, poterli vedere sotto angolazioni diverse e poter contemplare altri progetti registici che non quelli originali” (sic!). “Della Tosca dello scorso anno siamo proprietari, e abbiamo tutti i diritti di utilizzo. Se c’è un progetto registico che affascina, che si trova bello e innovativo, ci permette di presentare qualcosa di diverso. Poi, certo, ci sono registi che vogliono rimanere legati allo scenografo e non vogliono, ma in quel caso lo mettono in contratto: che la scena venga utilizzata da altri che non da loro”.(i sic! divengono doppi).
DEL MONACO – E’ come se la Scala producesse la Tosca di Ronconi e l’anno dopo viene fuori la stessa produzione con la stessa scenografia e un altro regista. Confesso, che dover assistere ad una definizione della scenografia dell’opera come parte distinta, indipendente dalla regia, proveniente dalla voce di un teatro è disarmante. Poco rispettoso dei voleri del regista. Mi rivolsi anche al sindaco di Viareggio invitandolo a prendersi a “cuore il Festival Puccini”. L’immagine di Puccini nel mondo è enorme, Puccini è un genio dei geni, e al tempo stesso chi lo rappresenta a Torre del Lago… Una persona che si comporta come si è comportato Alberto Veronesi, francamente, mi pare alquanto dissonante con un festival così importante che porta il nome di Puccini.
Il motivo di tutto questo lei lo dichiarò alla giornalista de Il Tirreno che pubblicò l’articolo il 5 aprile 2019: “finirà che l’opera sarà affidata alla regia di qualcuno che arriva nella terra di Puccini grazie agli scambi che ormai caratterizzano Alberto Veronesi”. Rimane della stessa idea?
Cosa vuole che le dica…
Le leggo cosa scrisse OperaClick sulla prima (2 agosto 2019) della sua Tosca trafugata.
“Ci sono serate operistiche che lasciano quasi stupefatti per quanto si assiste e si ascolta, nelle quali il cronista, più che scrivere una recensione, dovrebbe chiedere un’intervista alla direzione artistica di un ente, domandando una serie di perché… Lo scorso anno, dopo una serie di allestimenti scialbi di Tosca in riva al lago debuttò il nuovo spettacolo a firma di Giancarlo Del Monaco, che trovai particolarmente riuscito nel combinare un impianto scenico tradizionale con una regia dalla forte caratterizzazione… una regia vera che ben si sposava con le scene grandiose ma assai barocche di Carlo Centolavigna. Con scelta incomprensibile (ecco il primo ‘perché?’) si cancella la firma di Del Monaco, ma, con cambio (non significativo) di costumi e luci, si mantengono le scene di Centolavigna…”
DEL MONACO – Credo che Veronesi sia al Festival Pucciniano da una ventina d’anni ininterrottamente. Mi chiedo: sulla base di quale criteri? Ritengo che le nomine debbano essere sempre limitate nel tempo e rispettose dei risultati artistici ottenuti nel periodo.