di GIOVANNI VILLANI – Il Ministero dei Beni Culturali con l’annuncio sul Colosseo fa tornare di attualità la copertura dell’Arena
L’Arena di Verona “coperta” torna ad essere di attualità dopo l’annuncio del Ministero dei Beni Culturali che il Colosseo di Roma subirà alcune “coperture mobili”. Il ministro Dario Franceschini ha infatti dichiarato, al riguardo, che promuoverà un apposito bando di gara per una rivalutazione del Colosseo che includa anche coperture mobili “con sistemi che rimandino ai meccanismi degli ascensori delle scene mobili antiche”. La notizia ha chiamato in causa subito l’ex sindaco di Verona Flavio Tosi, tenace sostenitore a suo tempo della copertura dell’Arena.
“Si sono ispirati – la sua reazione – alla nostra idea del tetto mobile in Arena, rapido ed invisibile quando non attivo, per preservare il monumento dalle infiltrazioni e consentire spettacoli tutto l’anno. A Roma con un piano mobile coprono i sotterranei del Colosseo per preservarne la struttura archeologica e proteggerla dalle precipitazioni. Lo stesso principio che ci aveva ispirato per coprire con un tetto mobile l’Arena di Verona, dove a causa delle infiltrazioni di acqua piovana, il monumento si rovina gradualmente, necessitando di ristrutturazioni continue e costose. Basti pensare ai 14 milioni di euro di interventi, oggi in fase di avanzamento, ottenuti a suo tempo dal sottoscritto attraverso una donazione con l’art bonus da parte di Unicredit e Fondazione Cariverona”.
Il progetto della copertura dell’Arena torna così d’attualità, “perché era funzionale per nulla impattante sull’estetica del monumento, dato che la copertura è mobile e usata solo in caso di pioggia, rimanendo invisibile quanto non attiva. Lo stesso sistema usato anche per l’Arena di Nimes in Francia”, osserva Tosi.
“Anche a Roma ci sono state polemiche – continua l’ex sindaco – c’era chi si opponeva per una inesistente minaccia all’integrità estetica e storica del monumento. Le stesse vuote e antimoderne argomentazioni di chi si è opposto a Verona. Il Colosseo sarà così recuperato come sede di spettacoli. Noi, con il tetto dell’Arena, avremmo avuto a disposizione l’anfiteatro per tutto l’anno e non solo per l’estate, con tutto il beneficio che si può immaginare anche in termini economici. E senza costi per la collettività dato che i 16 milioni per l’opera li avrebbe messi un grande imprenditore veronese come Sandro Veronesi del Gruppo Calzedonia, il quale da persona lungimirante e dalla visione internazionale aveva sposato il progetto che oggi sarebbe già stato realizzato”.
(foto: Alex1965 – licenza pixabay https://pixabay.com/it/photos/arena-verona-monumento-italy-3072254/ )
Giovanni Villani è nato a Verona, giornalista pubblicista dal 1990, critico musicale del quotidiano L’Arena di Verona. Dirigente amministrativo. Laureato all’Università di Bologna in Storia e all’Università di Verona in Arte.