di DIEGO ZUCCA – da Mosca – A un certo punto della serata, qualcuno suona alla porta: è Nonno Gelo accompagnato dalla bella nipote.
Parto col dire che la chiesa russa adotta il calendario giuliano, al contrario di quasi il resto del mondo che adotta quello gregoriano. Quindi tutte le festività religiose sono spostate di tredici giorni. Il sei gennaio, giorno dell’Epifania, in Russia si festeggia il 19 gennaio (con il Battesimo, ovvero il famoso tuffo attraverso un buco fatto nel ghiaccio, nelle gelide acque russe). Natale quindi non è il 25 dicembre, ma il 7 gennaio. Infatti i biglietti italiani di auguri dicono “buon Natale e felice anno nuovo”, mentre quelli russi “Buon anno nuovo e buon Natale”.
Per il giorno di Natale, però, non arrivano regali, né Babbo Natale. Il 7 gennaio è una festa prettamente religiosa. E questo non perché i russi siano una specie di Grinch, ma semplicemente perché essendo stato in passato un paese comunista, quindi ateo, non aveva feste religiose. Ma non pensate che i bambini russi restino senza regali e senza un personaggio molto simile al nostro Babbo Natale. La festività che per noi rappresenta il Natale consumistico, in Russia è rappresentata dal Capodanno.
Come festeggiano i russi la festa più sentita di tutto l’anno? Da pochissimo hanno decretato il 31 un giorno festivo, così ci si prepara al meglio alla festa, c’è da preparare tantissimo cibo, la tavola deve essere abbondante e bella da vedere. Meglio poi mangiare per i tre giorni successivi gli avanzi, che restare “affamati” durante il Capodanno.
Partiamo dall’inizio. Il primo dicembre apre ufficialmente la stagione “natalizia” con gli addobbi in città, la pista di pattinaggio sulla Piazza Rossa e i mercatini di Natale del centro commerciale GUM. L’albero non c’è un giorno ufficiale per farlo, in passato molti lo facevano proprio in prossimità del 31 dicembre, ma ora dalla finestra vedo molti alberi addobbati già a inizio dicembre.
Il 31 la gente passa la giornata preparandosi alla sera. Si sistema la casa, si prepara da mangiare e tutti aiutano. La cena inizia verso le dieci, per accompagnare il vecchio anno e dare il benvenuto al nuovo. Si mangia tanto, guardando la TV.
Sulla tavola non può mancare l’Olivier, ovvero l’insalata russa, che però ha poco a che vedere con quella che fanno in Italia. Cetrioli, patate, uova, carote, carne (o in sostituzione un salume) sono gli ingredienti base, e poi diverse varianti, tutto condito (non inzuppato) con la maionese. Di solito sul tavolo sono presenti due o più insalate. Poi un piatto di carne con le patate, tartine con il caviale rosso o nero, salmone affumicato, salumi, formaggi, funghi marinati. Da bere spesso ci sono il succo di frutta e le bibite gassate, oltre agli alcolici. Come frutta non possono mancare i mandarini. Infine ci sono tanti cioccolatini e una torta.
Alla televisione trasmettono tantissimi film, soprattutto commedie di epoca sovietica. Una in particolare la troverete ovunque, su ogni canale. È Ironiya Sudby ili S lyogkim parom! (in italiano Ironia del destino oppure Buona sauna!), classico film natalizio paragonabile a Una poltrona per due o Mamma ho perso l’aereo in Italia. Non è Capodanno se non c’è quel film.
Nel film Ironiya sudby a Mosca un uomo va in sauna il giorno dell’ultimo dell’anno e si ubriaca. Per sbaglio i suoi amici, anche loro molto allegri, lo mettono sull’aereo per Leningrado (all’epoca per volare all’interno del paese bastava avere il biglietto), lui con il taxi raggiunge il suo indirizzo (ogni città sovietica aveva le vie con lo stesso nome) le sue chiavi funzionano anche in quell’appartamento (e qui sta l’ironia del destino citata nel titolo, ed era una cosa vera, le stesse chiavi potevano funzionare in vari appartamenti, così mi è stato raccontato). Entra in casa, ancora ubriaco, e si getta sul divano. Ma la casa è di una donna. Da lì situazioni molto divertenti, romantiche, ma dal retrogusto amaro.
Mentre guardiamo la TV, a un certo punto della serata, qualcuno suona alla porta. I bambini scattano in piedi perché hanno già capito tutto. Chi sarà mai? È Ded Moroz (Nonno Gelo) accompagnato da Snegurochka (una bella ragazza, nipote di Ded Moroz). Il vestito è simile a quello di Babbo Natale, ma non del tutto. Il cappotto è lungo e la slitta non è trainata da renne, bensì da cavalli. Il vestito può essere di vari colori: blu, bianco o rosso (sarà un caso che corrispondano ai colori della bandiera russa?). Loro portano i regali, ma non sarà così “facile” averli. I bambini dovranno allietarlo del lungo viaggio, intonando canzoni, superando piccole prove o recitando una piccola poesia a memoria. Dopo questo avranno i tanto sospirati regali e l’immancabile busta o scatola ripiena di cioccolatini.
Cinque a mezzanotte il Presidente parla alla Nazione a reti unificate. Finisce proprio pochi secondi prima di mezzanotte, poi suonano le campane accompagnate dall’Inno nazionale e parte il nuovo anno, accolto dal “salut” ovvero i fuochi d’artificio. Dopo, la gente esce per strada a festeggiare e passeggiare nei parchi tutti addobbati e pregni di atmosfera “natalizia”.
I dieci giorni successivi al Capodanno sono festivi e la tranquillità per le strade è sovrana.



Diego Zucca è nato a Livorno nel 1978, vive e lavora a Mosca. Scrittore, l’ultimo suo libro (2020) pubblicato è “Spirali di follia”.