di MARIO PECCATORI – L’educazione civica è fondamentale nella vita degli individui. Novità e limiti del ritorno come materia scolastica.
In questo primo articolo dell’argomento, affrontiamo una materia che in una società civile sembrerebbe scontata, tanto che, per anni, è stata rimossa dalla cultura di base fino a quando non si è verificata la carenza dei corretti riferimenti del vivere comune.
E’ stata nuovamente introdotta nei programmi scolastici, ma con direttive che si sono volute adeguare alla forma sociale corrente tanto da alterarne i contenuti e lo scopo.
Come già detto in un precedente articolo su “Il valore della legalità”, ogni forma sociale umana necessita di normative, atte a regolare armonicamente la vita comune degli individui, alla cui conoscenza e rispetto ogni singolo soggetto deve essere preparato ed informato. Purtroppo, nella nostra società contemporanea, sembra che questa forma di convivenza sia dimenticata o stravolta al servizio di forme autoreferenziali esposte e sottomesse ad ideologie particellari.
Eppure il recupero della conoscenza civica e di quanto vi sia contenuto risulta essere, più che mai, di importanza attuale.
Nel concetto di “Educazione Civica” i due termini si compendiano nei loro significati etimologici, perché l’uno, “Educazione” ha il valore di conferire e apprendere principi morali ed intellettuali in accordo con le esigenze ed i fini della società e l’altro, “Civica” ha il suo riferimento nell’ordine e l’equilibrio della società stessa.
Alla fine, l’Educazione Civica è quella materia atta a fornire la conoscenza, ai singoli soggetti di una società umana, delle regole, le norme e le leggi che armonizzano compiutamente il vivere comune; non deve comunque soffermarsi a fornire solamente conoscenza essendo il suo compito quello di educare i singoli soggetti della comunità anche e soprattutto a, osservare, rispettare ed applicare le regole e le prerogative del vivere civile. È attraverso l’Educazione Civica che la nostra società civile può armonizzare i comportamenti di interfaccia tra tutte le sue componenti.
In questo sta l’importanza fondamentale della didattica di questa materia; didattica a cui lo Stato ha voluto dare una nuova interpretazione che si sta rivelando parzialmente educativa financo di distrazione dalla sua accezione primaria.
Con il Decreto Ministeriale n. 183 del 7 settembre 2024 vengono definite le linee guida per l’insegnamento dell’Educazione civica nelle scuole per l’anno scolastico 2024/25.
Con proclami ed argomentazioni, condivisibili in parte, sul piano programmatico all’interno delle Nuove Linee Guida vi sono progettati obiettivi di apprendimento ministeriali diversificati per grado inquadrati in tre nuclei tematici da sviluppare attraverso attività e percorsi educativi: Cittadinanza Digitale, Sviluppo Economico e Sostenibilità, Costituzione, e per ognuno di questi nuclei tematici viene suggerito l’ambito specifico didattico.
Leggendo il Decreto Legislativo e la sua guida programmatica vi si riscontra una volontà politicante che lascia ampio spazio alle interpretazioni soggettive dei docenti investendo aspetti della vita sociale che potrebbero non essere quelli ideali per un armonico sviluppo dei rapporti sociali della comunità.
In effetti, prima di poter essere educato nelle nuove linee guida, ogni cittadino e/o futuro cittadino, dovrebbe essere ben informato e ben educato sui principi che regolano la società di cui fa parte e soprattutto sulle norme costituenti e fondamentali dello Stato rendendolo edotto e cosciente sull’importanza del doverle osservare lealmente.
La nostra società ha perso la conoscenza dei fondamenti su cui è nata e costituita, ha perso il valore ed il significato della società primaria, ha perso il valore della dignità sociale. In questa realtà oggettiva le nuove linee guida di insegnamento della Educazione Civica non trovano fondamenta su cui poggiare e lasciano spazio ad ulteriori fraintendimenti nella struttura sociale.
Nella società contemporanea la non conoscenza della collocazione sociale porta alla disgregazione civile, all’autoritarismo, alla autoreferenzialità, alla perdita di valori comuni condivisibili! Credo che pochi sarebbero capaci di conoscere la differenza tra Popolazione, Popolo, Nazione e Stato; eppure questi concetti sono alla base del vivere sociale.
Allora, perché prima di parlare di cittadinanza digitale o sviluppo economico non ci si sforza di insegnare i fondamenti del vivere in comune, la conoscenza di come si struttura una società, il valore del rispetto e la difesa dei fondamenti costitutivi?
Educazione Civica, quindi, è da interpretare come il modo migliore per indirizzare e preparare i cittadini ad una vita sociale, comune, armonica e rispettosa di ogni componente nella conoscenza, osservanza, rispetto e difesa delle norme fondamentali che la costituiscono. In tale ottica deve essere inteso il recupero del significato fondamentale della struttura primaria di una società basato sul primo vero nucleo sociale dell’umanità, La Famiglia.
Questo primordiale nucleo umano, La Famiglia, nato spontaneamente basato su regole naturali utili ed indispensabili alla vita e sopravvivenza dei suoi componenti, è la pietra fondamentale di aggregazione umana; è in esso ed intorno ad esso che si sono formate le Popolazioni e poi i Popoli e poi le Nazioni ed infine gli Stati.
Dalla Famiglia hanno preso origine le prime norme costituenti, quelle regole che determinano la struttura, l’armonia, la coerenza, la forza, la consistenza, l’unità di una comunità sociale.
Il valore educativo della materia “Educazione Civica” risiede nella diffusione e conoscenza dei suoi principi fondamentali tra tutti i componenti della società iniziando a trasmetterne le basi tra i giovani soggetti e continuando l’informazione e la conoscenza sempre più approfondita in e tra tutte le età della vita umana.
L’Educazione Civica è una componente continua della vita comune e, come si vede, non può essere relegata a materia secondaria o terziaria nell’insegnamento specialmente delle “nuove leve”!
Quando una società umana, come è oggi la nostra, non trova più riferimenti negli ideali, nelle sue tradizioni, nella sua storia, nella sua religione e si lascia trascinare nel baratro dell’indifferenza e delle false comodità rinunciando ai più sani valori umanistici, allora è giunto il momento di reintegrare in esse lo studio e l’apprendimento di quell’etica e morale che distingue le società umane da quelle animali.
L’Educazione Civica risulta quindi essere l’unico viatico per ristrutturare l’assetto comune, il senso civico di appartenenza, i legami che fanno di un gruppo di umani una Popolazione, un Popolo, una Nazione ed infine uno Stato autonomo e sovrano.
Infine, una buona, costante didattica dell’Educazione Civica e la sua pertinente integrazione nella mentalità comune, possono evitare la “produzione” di continue nuove norme di legge, che poi vengono regolarmente disattese/disapplicate, e nello stesso tempo rendere armonico e corretto il rapporto tra i componenti della società umana nel rispetto dei suoi fondamenti costitutivi.
(foto: sfondo cover – licenza pxhere – https://pxhere.com/it/photo/1137993)


Mario Peccatori (Chiusi, 1947) si è laureato in Scienze Biologiche all’Università di Siena. Ufficiale di prima nomina in Artiglieria dell’Esercito Italiano, ha svolto la sua attività presso il Laboratorio di Radiopatologia e Fisiopatologia delle Radiazioni del CAMEN di S.Piero a Grado a Pisa dove ha conseguito la Specializzazione Nucleare ad indirizzo Radiopatologico, Radiotossicologico e Radioprotezionistico. Ha svolto attività di studio e ricerca presso laboratori militari ed universitari, Cultore della Materia presso il Dipartimento di Fisiologia e Biochimica dell’Università di Pisa, ha collaborato con l’Università di Bologna ai Corsi di Radiotossicologia presso la Scuola di Specializzazione in Tossicologia per Medici e Farmacisti. Brigadier Generale del Corpo Tecnico dell’Esercito nella riserva. Cavaliere al Merito della Repubblica; dello Sport; e dell’Ordine Dinastico della Cavalleria Angelica di S. Michele Arcangelo e Padre Pio. Autore di varie pubblicazioni e appassionato di poesia, attualmente è presidente dell’Associazione Culturale-Politica “MADRETERRA NOSTRA”, e dell’ASD “UNIVERSITAS” di Pisa, Maestro di Ju Jitsu e titolare della Scuola Italiana di Arte Marziale.