LIBRI – Intervista allo scrittore Laerte Neri

Lo scrittore del romanzo “L’aspirante padre” ha voluto condividere con noi la sua esperienza di questo suo ultimo lavoro letterario

Prima di tutto: di che libro stiamo parlando quando parliamo del tuo ultimo lavoro “L’aspirante padre”?

L’aspirante padre è un romanzo. Si inserisce nella collana Narrativa di Carmignani Editrice. Non saprei definire il genere di questo romanzo: c’è una componente autobiografica, c’è una processo surreale, pagine di diario e pure alcune poesie.

Di cosa parla brevemente il libro?

Il libro è la storia di un uomo che si trova a vivere l’esperienza della paternità e la racconta, mettendosi a nudo. Al contempo si trova coinvolto in un processo in cui è accusato di essere un cattivo padre.

Tutto accade nel mondo reale, ma al contempo accade anche in un mondo parallelo, abitato da strani personaggi. Uno dei più presenti si chiama Cappello nero: accompagnerà spesso il protagonista.

Perché la scelta di “aspirante padre” come titolo?

Perché nella storia il protagonista aspira ad esser un buon padre, sa che non basta essere un padre biologico per esserlo. Nel corso della storia riflette anche sull’evoluzione del ruolo di padre negli ultimi 100 anni: essere padre oggi, nel 2022, è molto più complesso di quanto lo fosse 100 anni fa.

Cosa ti ha spinto a scrivere questo libro?

In parte è stato un bisogno personale: come il protagonista (che si chiama col mio stesso nome, ma non sono esattamente io) sono padre di due figli e avevo bisogno di decodificare, metabolizzare, l’esperienza che sto vivendo.

In parte è stato anche un bisogno sociale: c’è poca narrativa sul tema dell’essere padri oggi. Si trovano molti saggi, anche molto interessanti, ma pochi romanzi. Ho cercato di scrivere il libro che avrei voluto leggere un paio di anni fa.

A chi lo consiglieresti? Ai padri? Ai figli? A tutti e due? Perché?

La mia ambizione sarebbe di aver scritto un libro che tutti possono fruire e in cui tutti possono provare un rispecchiamento: io credo che, in vari momenti della nostra vita, ognuno di noi è chiamato ad essere padre (quantomeno di sè stesso). Quindi lo consiglierei a tutti, anche se forse per un genitore è più facile identificarsi col protagonista della storia.

Come ti poni riguardo la problematica della denatalità nel nostro paese?

Credo che questa situazione sia figlia di molti aspetti: difficoltà economiche delle giovani coppie, l’età dell’adolescenza che si è prolungata, e molti altri aspetti.

Tuttavia non sono sicuro che questa situazione vada per forza vista come problematica. Se in alcune coppie non vi è il desiderio di fare figli credo che tale rinuncia vada accolta. Chi l’ha detto che tutti dobbiamo fare figli?

A chi vorrebbe diventare padre, oltre eventualmente comprare il tuo libro, cosa ti senti di consigliare? Cosa ti senti di dire?

A chi vorrebbe diventare padre non ho molto da dire se non augurare che il loro desiderio possa realizzarsi.

A chi è padre mi sento di dire: “non chiuderti”. A volte credo che, specie nel mondo maschile, ci sia poca abitudine a parlare dei propri vissuti emotivi: invece è fondamentale farlo. Raccontare quello che si sente, anche quando quello che sentiamo ci sembra “sbagliato”, può essere una chiave per trovare il proprio modo naturale di essere padre.