Francesco Candela, "Natale" (edizioni lucidellanotte)

lucidellanotte eBook – Francesco Candela “Natale”

Scarica gratuitamente sul tuo tablet e smartphon il racconto breve di Francesco Candela, tra horror e fantascienza, con una morale sul senso della vita

Abbiamo deciso di riproporre ai nostri lettori questo racconto breve per due buone ragioni.

La prima buona ragione è che Francesco Candela aveva la dote innata della scrittura, o meglio del narratore. Questo racconto lo dimostra. Amava scrivere, sarebbe diventato sicuramente un ottimo scrittore. Non saprei dire esattamente quanti racconti abbia lasciato nella sua cameretta, nel cassetto o sopra il tavolo dove lo schermo del computer lo portava altrove. Altrove credo sia la parola esatta: perché, come si coglie in Natale, nella sua devozione a Stephen King c’è una propria rielaborazione del fantasy e dell’horror, e mi verrebbe da dire forse, e purtroppo, marcata da una insondabile forma di premonizione. E’ difficile, se non impossibile, misurarsi a posteriori con le parole, i gesti, i sentimenti, gravati dal peso della finitezza, dal buco nero che risucchia i pensieri, come se Francesco avesse percepito la sua condizione di precarietà, assimilando la provvisorietà o accidentalità della propria esistenza con quella più grande dell’umanità sospesa tra la terra e il cielo. La storia che Francesco Candela ci racconta in Natale è carica di orrore per la violenza terribile subìta dalla protagonista, che al tempo stesso riassume però il duplice aspetto dell’orrore nel quale vittima e carnefice possono – assurdamente eppure realmente – confondersi nella violenza, separandosi solo dal punto di vista etico in ragione del fine. Fine che, anche laddove giustificato dalle circostanze, appunto, non risolve comunque l’odore acido del sangue e la reazione istintiva di ripugnanza fisica indipendentemente dal movente che la genera. Francesco Candela risolve la storia smontando le figure del bene e del male e strappandole fuori dal loro habitat naturale le consegna al canto maggiore della morte che dona la vita.

La seconda è che è uscito in libreria in questi giorni il romanzo autobiografico “Ciro nella Grotta dei Pipistrelli” di Maddalena Bonelli: Maddalena è la madre di Francesco Candela. Francesco fu vittima nel 1999 di un incidente mortale sulla strada, a Matera, rimasto da allora senza volto e senza nome. Aveva diciassette anni. Il tempo trascorso è stato sufficiente per dimenticare il senso di colpa: non solo dell’autore materiale di quella tragedia, l’essere fuggito lasciando un ragazzo moribondo sulla strada dopo averlo travolto, ma anche di chi, pochi o tanti non conta, anziché dalla strada fuggirono alle proprie responsabilità morali e civili. Un fascicolo lestamente archiviato dal magistrato, l’incredibile quadro di una tragedia dove secondo la Legge nessuno vide nulla, nessuno seppe nulla, nessuna voce trapelò fosse solo nell’angoscia e nel terrore della confessione in famiglia o tra amici. Dopo avere letto il libro di Maddalena, ho sentito sulla pelle l’amara sensazione di un contesto, quell’insieme di interessi grandi o miserevoli, di abitudini mentali protettive, che calano come una cappa sulla vita di un luogo, piccolo o grande che sia. Una ferita mai rimarginata non solo privata, della famiglia e degli amici di Francesco, ma anche pubblica. Il libro di Maddalena Bonelli parla anche di questo, un capitolo delle 340 pagine.

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