Mangiamo nostri alimenti per aiutare le ditte alimentari

Nel momento di massima crisi che l’Italia sta attraversando, un aiuto per gli italiani può essere mangiare italiano

Sarebbe stato bello parlare di cose buone da mangiare. Ma in questo momento non si può non rimanere sul militare di un problema che sta iniziando ad affliggere i produttori e i coltivatori e gli allevatori non solo delle aree infette, ma di tutto il paese.

In questo momento chi produce cibo, sia che lo coltivi sia che faccia allevamento di animali sia che lo prepari per il commercio, è totalmente bloccato dalla epidemia del Coronavirus. Infatti nel mondo si sono immediatamente fermati tutti i commerci. E in questo istante ci sono sicuramente dei produttori o degli allevatori che hanno bloccati animali e cibi che sarebbero dovuti andare verso l’estero. Un estero che con noi non vuole più avere a che fare.

Può esistere una soluzione? È difficile dirlo. È difficile perché se il governo sta cercando di costruire una cura da cavallo per far ripartire l’economia con la speranza che la cura faccia effetto, di certo un semplice giornalista può fare poco. Ma una cosa la si può dire: mangiamo il nostro cibo, per il momento.

Infatti l’orizzonte di riprendere i commerci con l’estero rimane saldo e sempre nella volontà di chi produce cibo e bevande. Altrimenti è inutile essere dei produttori se l’orizzonte del commercio è solo quello del proprio territorio. Ma in queste condizioni dobbiamo essere noi cittadini a dare una mano a chi produce nel paese. Dobbiamo essere noi che non lasciamo marcire gli alimenti nei magazzini dei fornitori. Dobbiamo essere noi che rendiamo meno passivo il saldo dei produttori e dei coltivatori. E soprattutto dobbiamo essere noi a rendere meno oneroso il pagamento di supporto che lo Stato Italiano darà a tutte quelle realtà che adesso sono in mezzo ai danni. Visto che chi fa impresa alimentare avrà meno danni durante tutto il periodo della epidemia se non ha troppe perdite da cibo non venduto.