di CELESTINO PIO CASULA – Il dubbio è sempre lecito, anzi una virtù, chiedersi la differenza tra emigranti e clandestini di oggi.
Migrante ed emigrante non sono sinonimi, anzi sono distanti anni luce nel significato ed ovviamente anche nell’atto compiuto.
Uno dei sinonimi di migrante è nomade quindi quando parlano di migranti utilizzano un lemma errato. La migrazione è quella, per esempio, delle rondini, che vanno alla ricerca del caldo come vuole la tradizione. È totalmente inadeguato quindi parlare di migranti riferendosi alle persone che si affidano ai cosiddetti scafisti per espatriare illegalmente per le più varie motivazioni. Non quindi migranti ma bensì clandestini che cercano di entrare in un altro Paese/Nazione per trovare forse lavoro ma realmente la motivazione, per me almeno, rimane imperscrutabile
La narrazione odierna che utilizza scientemente il lemma migranti invece del più consono e reale clandestini è sicuramente orchestrata, pensata ed indirizzata da poteri a me sconosciuti ma sicuramente potenti e perniciosi.
Perché tutto questo? L’unica risposta sensata che mi viene in mente è per destabilizzare e mettere in difficoltà lo stato subente questa sorta di “invasione”.
Due parole ancora su quelle organizzazioni che, con dovizia di mezzi tecnici ed economici, fanno a gara per “soccorrere” queste persone, chi le finanzia, perché, con quale fine, ed aggiungo con quali oscuri scopi?
L’emigrante è colui che per cercare lavoro inizia un viaggio verso un altro Paese/Nazione e lo fa servendosi di Navi, Aerei, Treni acquistando un titolo di viaggio, con tutti i documenti in regola per poter iniziare un eventuale nuova vita all’estero oppure dopo una residenza estera ritornare al luogo natio. I nostri emigranti, che con enormi sacrifici, acquistarono i biglietti per i transatlantici che li avrebbero portati nel nuovo mondo in cerca di “fortuna” lavoro ed eventualmente in seguito portare con se la famiglia rimasta nel luogo di origine, quanti Italiani sono passati da Ellis Island nota come l’isola dell’immigrazione perché usata come punto d’ingresso negli Stati Uniti da milioni di immigrati che volevano perseguire i loro sogni entravano legalmente in uno stato estero seguendo e spesso subendo le leggi dello stato ricevente?
Coloro che cercano di entrare in uno stato facendosi usare dai mercanti di uomini non vanno chiamato migranti ma più esattamente clandestini.

Celestino Pio Casula è un analista programmatore, ha collaborato con radio private, fotografo, appassionato di tecnologia ed automobilismo.