Alcuni eventi accaduti nei giorni scorsi e riportati sulla stampa locale ci danno prova inconfutabile del ritorno del lupo nei nostri boschi
Da qualche tempo si parla di avvistamenti a Montelupo Fiorentino e nei giorni scorsi si è registrato un episodio di predazione in un piccolo allevamento: due caprette tibetane uccise sul versante che dall’Arno sale verso Malmantile.
Fino a qualche anno fa i lupi sembravano scomparsi, oggi si registra un incremento di esemplari di questa specie che si muovono lungo tutta la dorsale appenninica, spostandosi molto velocemente anche in altre zone. I lupi hanno un’area di movimento quotidiano molto ampio che può superare addirittura i cento chilometri: quindi il criterio di stanzialità degli esemplari adulti va riportato su questa scala, che prescinde dal singolo bosco, collina, o territorio comunale. La Toscana è tra le regioni al momento ove il ritorno di questo mammifero, indiscusso protagonista delle fiabe per bambini, è avvenuto in maniera importante. Nel nostro territorio i fenomeni di ibridazione tra lupi e canidi sono assenti e gli esemplari analizzati, ad esempio a seguito di incidenti stradali, si sono sempre rilevati lupi (Canis lupus) ‘puri’ con livree bellissime.
La presenza del lupo non deve però impaurire l’uomo, ma indurlo ad acquisire consapevolezza e ad adottare i comportamenti conseguenti. Il lupo di per sé è un animale schivo che si tiene lontano dall’essere umano, di cui ha fondamentalmente timore.
La difficoltà che oggi sembra caratterizzare la convivenza tra i mammiferi predatori e l’uomo ha tra le sue radici anche le profonde trasformazioni sociali che hanno accompagnato la fine della cultura contadina. L’antropizzazione dei boschi da un lato e la perdita delle conoscenze basilari in merito ai comportamenti da tenere sono elementi di criticità nella relazione fra uomo e lupo. Ciascun bambino veniva in passato edotto sui comportamenti da tenere in caso di incontro con animali selvatici. Dopo la seconda guerra mondiale l’Italia ha perso la sua dimensione rurale e quindi queste conoscenze fondamentali sulla relazione con l’ambiente naturale.
Fra le indicazioni da tenere presente, ricordiamo di non lasciare fuori dalle abitazioni -soprattutto in contesto rurale- resti di cibo, perché gli animali potrebbero essere attirati dall’odore, e a non lasciare liberi i cani durante le passeggiate nei boschi e nei campi: il lupo infatti ha paura dell’uomo, ma può attaccare un altro animale con cui si crea la dinamica “cacciatore/preda” e tale situazione può divenire pericolosa anche per l’accompagnatore. D’altra parte le norme vigenti per la custodia dei cani e degli animali da cortile, prevedono accorgimenti che, se seguiti, rendono assai improbabili episodi di predazione ad opera dei lupi.
L’assessore Nesi
«I lupi sono tornati a popolare i nostri boschi, complice l’abbondanza di prede tra cui caprioli e cinghiali. Non bisogna averne paura ma, partendo da questa consapevolezza, imparare a farne nuova conoscenza e a conviverci, evitando di creare situazioni critiche che potrebbero mettere a rischio i nostri animali di affezione o da cortile. Il timore ancestrale che ci incutono deve essere di stimolo per recuperare l’alfabeto di conoscenze e cautele che apparteneva ai nostri nonni e che da decenni abbiamo perduto», afferma l’assessore all’ambiente Lorenzo Nesi.