Naziskin minorenni denunciati in Italia

Naziskin minorenni. Ne vogliamo parlare?

di ALDO BELLI – 12 giovani di cui 10 minorenni denunciati dalla Polizia di Stato. Una nuova Hitler-Jugend si va espandendo anche in Italia.

17 ottobre 2024. “Aggressioni, incitamento alla violenza e all’odio razziale e ideologia nazi-fascista sono le accuse rivolte a 12 giovani, di cui 10 minorenni, denunciati al termine dell’indagine dei poliziotti della Digos di Milano. L’attività è stata portata a termine con l’ausilio delle Digos delle Questure di Torino, Roma, Firenze, Venezia, Novara, Ravenna, Biella, e i poliziotti della Direzione Centrale della Polizia di Prevenzione”.

Due flash dalla nota stampa della Polizia di Stato balzano agli occhi: il numero degli arrestati e l’età anagrafica. 12 denunce per un’operazione di polizia così estesa è in verità poca cosa, se pensiamo ai movimenti di pari marca che s’agitano in Germania, Austria, Polonia e Ungheria. “Nel giorno in cui la Polonia festeggia l’indipendenza ottenuta dalla Germania nel 1918”, l’11 novembre “oltre 60.000 militanti neonazisti hanno marciato compatti” scriveva già Rolling Stone Italia il 12 dicembre 2017.

Gli investigatori hanno, dunque, individuato una rete di giovani in diverse città italiane in contatto tra loro tramite chat di messaggistica coinvolti in atti d’incitamento alla violenza per motivi razziali etnici, nazionali o religiosi. Le perquisizioni effettuate nelle abitazioni dei ragazzi hanno portato al sequestro di armi improprie, tra cui repliche di armi lunghe e pistole, oltre a manganelli, mazze, coltelli e un machete. Sono stati, inoltre, sequestrati numerosi simboli e bandiere legate all’ideologia nazi-fascista, nonché materiale informatico.

Dodici. Escludendo la l’azione propagandistica spinta dagli alti vertici del ministero, è difficile credere che questa mobilitazione di poliziotti e questure non abbia visto molto di più rispetto ad una manciata di cattivi ragazzi. Chi sicuramente continua a non vedere, invece, è la politica: incartata nella cecità prodotta dall’esclusivo interesse del proprio posto al sole.

Alla cecità si aggiunge poi l’astigmatismo: generato dall’ignoranza e dall’uso strumentale delle derive sociali per fini propri di consenso politico. Vale sia per la destra al governo che per i Guardiani dell’Antifascismo. Direbbe l’oculista, l’immagine di un punto appare più o meno allungata sicché in nessuna posizione essa rappresenta fedelmente l’oggetto.

Naziskìn designa giovani, generalmente del sottoproletariato urbano, appartenenti a gruppi che si ispirano ideologicamente al nazismo, i quali, ricorrendo a metodi violenti e intimidatori, ostentano un atteggiamento di intolleranza verso le minoranze razziali e religiose, gli omosessuali, i tossicodipendenti e chi ne assuma le difese; sono riconoscibili dalle teste rasate e dal particolare abbigliamento, costituito generalmente da bomber e stivali di foggia militare, con decorazioni derivanti (com’era nella simbologia del nazismo) dalla tradizione celtica. E’ un peccato che il dizionario Treccani sia ormai ai più sconosciuto di coloro che siedono in Parlamento, e in molte redazioni della grande informazione.

Al di là delle meritorie dichiarazioni ufficiali, nel corpo sociale della destra al governo permane una parte minoritaria nostalgica eppure ancora significativa. Paradossalmente, ricorda sul fronte opposto gli anni Settanta con quella tragica tesi dei “compagni che sbagliano”: e il brigatismo rosso condusse poi alla rovina un numero drammatico di giovani trasformandoli in criminali. Mentre a sinistra i Guardiani dell’Antifascismo continuano ad abbaiare alla luna senza rendersi conto, e solo per conservare in vita una ragione della propria esistenza.

Entrambi non si rendono conto che dietro il suggestivo saluto romano, nelle manifestazioni del radicalismo di destra non c’è Mussolini: esperienza storica irripetibile.

Non occorre avere studiato sociologia all’università, basta chiederlo all’IA: il disagio sociale è un fattore che contribuisce all’attrazione verso gruppi come i naziskin. Molti giovani che si uniscono a questi movimenti possono sentirsi alienati, emarginati o privi di opportunità. La ricerca di identità e appartenenza, insieme a sentimenti di rabbia e frustrazione, può spingerli a cercare gruppi che offrono un senso di comunità, anche se basato su ideologie violente e xenofobe.

La Hitler-Jugend era l’organizzazione giovanile ufficiale del Partito Nazista in Germania. Fondata nel 1922, la sua importanza crebbe notevolmente negli anni ’30 e ’40, diventando un elemento chiave nella formazione ideologica della gioventù tedesca. L’organizzazione mirava a educare i giovani secondo i principi del nazismo, enfatizzando la lealtà al Führer, il militarismo e l’ideologia razzista. Le attività includevano addestramento fisico, escursioni, e corsi sulla propaganda nazista. Dopo la presa del potere da parte di Hitler nel 1933, la Hitler-Jugend divenne obbligatoria per tutti i ragazzi dai 10 ai 18 anni.

La rete di 12 giovani, composti quasi interamente da minorenni, diventa allora un flash illuminante: anche se non si è ancora consolidato un “partito” dietro di loro come nella Germania del 1922, o che dietro ci siano reduci del Trattato di Versailles o vecchi arnesi con il telecomando della CIA migrati in America del Sud come negli anni Settanta e Ottanta in Italia.

L’età media, ovunque in Europa, sta nella forbice tra i 15 e i 35 anni: salta culturalmente sia il neofascismo conosciuto nel lungo dopoguerra che il fascismo di Mussolini, di Franco o Salazar, approdando direttamente alle bandiere, alle forme, e alla simbologia della gioventù tedesca del Mein Kampf. Non si tratta di una sottigliezza intellettuale, e nemmeno di folklore. “Un gruppo whatsapp denominato ‘Seconda Generazione Skinhead’, cui gli indagati sono iscritti, nel quale vengono postati contenuti nazionalsocialisti, suprematisti, razzisti ed antisemiti e vi sono continui incitamenti alla discriminazione ed alla violenza per motivi razziali ed etnici” scrive il pm della Procura di Milano Leonardo Testi.

E’ un segno allarmante del fallimento dell’Europa dei Popoli e dell’agonia dell’Italia. La sacca di disagio sociale e di smarrimento individuale va progressivamente espandendosi nelle nostre città, nel loro buio di identità e di prospettive di vita, nel vuoto culturale e morale prodotto dalla scuola e dall’università, nella frantumazione dei rapporti sociali, nell’estraneità della politica dalla vita di ogni giorno autodistruttiva delle cellule, dei tessuti e degli organi delle istituzioni democratiche. Il terreno fertile della nuova Hitler-Jugend.