Stefano Casiraghi alla 'Viareggio-Bastia-Viareggio'

NO, non era di casa a Viareggio. Ma ogni volta che arrivava in città per prendere parte alla gara classica dell’offshore, la Viareggio-Bastia-Viareggio, soprattutto quando non era ancora sposato con Carolina di Monaco, per i fotografi (ma non solo per loro) era un… sicuro aumento di lavoro perché Stefano Casiraghi era diventato un personaggio del jet-set internazionale. E come tale, sottoposto ad un’attenzione mediatica di anno in anno esponenziale. Attenzione che sopportava – almeno in città – senza mai segni di fastidio o di insofferenza.
MA LA FAVOLA di Stefano Casiraghi – che vinse l’edizione del 1987 della Viareggio-Bastia-Viareggio alla guida del monocarena Sun International – e di Carolina di Monaco (coppia glamour, tre figli) finì tragicamente il 3 ottobre 1990, quando al largo di Nizza, in occasione della prova del campionato mondiale offshore in programma a Montecarlo, si verificò l’incidente mortale: Stefano Casiraghi morì prigioniero dello scafo (un catamarano, il ‘Pinot de Pinot’), dopo che a 180 chilometri l’ora si era ribaltato, inabissandosi, dopo avere centrato in pieno un’onda molto robusta, capace di vincere il duello di forza con la velocità del mezzo. Com’è facile immaginare, divamparono le polemiche e Viareggio, con la sua esperienza, diventò un punto di riferimento anche per i commenti. Lapidaria fu la disanima del comandante Attilio Petroni, il vincitore della prima edizione (quel del 1962) della Viareggio-Bastia-Viareggio: ‘Motori troppo potenti per scafi troppo leggeri’. Si può dire che da quel giorno, il mondo dell’offshore non è stato più lo stesso, sia perché nelle stagioni successive nelle competizioni europee vennero aumentati i dispositivi di sicurezza in mare, ma soprattutto ci fu un diverso approccio, improntato alla tutela assoluta del pilota, nella progettazione degli scafi.
RITORNANDO a Stefano Casiraghi e a Viareggio, c’è da ricordare che dopo il successo del 1987, due anni dopo si classificò al secondo posto, alle spalle di Fabio Buzzi, scomparso di recente in un incidente in mare a Venezia. All’edizione del 1990 della gara viareggina, quindi a pochi mesi dal dramma di Nizza, Casiraghi non riuscì a chiudere la gara, per un guasto meccanico al suo scafo: venne ‘recuperato’ in mare aperto da un peschereccio della flotta di soccorso messa in piedi dal Club Nautico Versilia e nel rientro verso Viareggio ebbe modo di assaggiare qualche piatto di pesce preparato dall’equipaggio. ‘Una vera bontà, l’unica cosa bella di questa gara…’ disse Casiraghi, una volta rimesso piedi sulla terra ferma.