Progetto Italia

Perché è necessario un partito liberaldemocratico

di ALDO BELLI – Progetto Italia, l’ambizione di riconsegnare alla politica in Italia il suo significato, le premesse ci sono

Domani si terrà a Roma l’assemblea di Progetto Italia. L’ambizione è quella di colmare un vuoto assordante, riconsegnare alla politica in Italia il suo significato. Le premesse ci sono, considerando la sua leadership solida e sobria, e le adesioni in tutte le regioni italiane.

L’Italia è l’unica in Occidente che ha cancellato i partiti tradizionali e la forma-partito: non esiste niente di uguale nei parlamenti di Londra o Parigi, in Spagna o in Germania, nel nord Europa fin’oltre Oceano. I partiti sono la memoria dell’identità nazionale, e lo strumento più avanzato che la democrazia conosca per rendere concreta la sovranità popolare. Quando vengono meno, si offre il campo agli uomini provvidenziali o carismatici, la cui natura prima è quella di rispondere solo a se stessi. L’esatto contrario della forma-partito che presuppone, invece, delle regole certe e condivise, sempre modificabili; il voto di ogni suo singolo iscritto con pari diritti; la formazione di maggioranze mutevoli nel tempo e a seconda dei temi da decidere; la libera espressione delle proprie opinioni (l’esatto contrario della politica attuale fondata sul ‘sei con me o contro di me’).

L’idea di un partito fondato sull’unica discriminante della Costituzione della Repubblica, significherebbe recuperare e affermare quel principio della tolleranza scomparso nella politica italiana. Quella che Benedetto Croce definiva la religione della libertà. Un partito politico liberaldemocratico, mi pare di capire, nascerebbe, dunque, nel solco di quell’identità nazionale democratica, liberale e libertaria che ha segnato la storia del nostro Paese; con il valore aggiunto oggi di abbracciare una realtà più estesa di ieri, depurata dalle incrostazioni ideologiche del Novecento, con la medesima ansia di una nuova cultura della politica e del governo della cosa pubblica, della crescita economica del Paese fondata sul diritto al lavoro e sul giusto profitto, nel quadro di una liberale redistribuzione del reddito, con una concezione dello Stato che assicuri a tutti la dignità di vivere senza cadere nello statalismo. La religione della libertà si fonda sullo Stato regolato dalla distinzione dei poteri: legislativo, esecutivo e giudiziario. Ma nel quale ciascuno di essi è soggetto ugualmente alle medesime regole dello Stato di diritto. E’ di questo che l’Italia ha oggi bisogno. Di liberare il Paese dalla cattiva politica. E’ la condizione essenziale per affrontare e risolvere concretamente i problemi.

Non so dire, ovviamente, se sarà questo ciò che domani accadrà all’assemblea di Roma. Se così dovesse essere, penso che sarebbe un’opportunità per la Generazione con i Capelli Bianchi, nella politica nell’economia e nella cultura, per farsi perdonare l’Italia che abbiamo lasciato a coloro che i capelli bianchi non hanno, e a coloro che verranno.