Pietro Catzola un marinaio cuoco al Quirinale

di ALDO BELLI – Pietro Catzola “Il cuoco dei Presidenti” vita e ricette di un marinaio al Quirinale, da oggi in libreria.

Il libro di Pietro Catzola è un’autobiografia nella quale radici familiari, sogni e realtà si mescolano al punto da diventare un romanzo di formazione, però molto particolare poiché l’evoluzione dell’autore coincide con quella delle stanze più nascoste di un palazzo nel quale è passata e prosegue la storia d’Italia: le cucine del Quirinale, appunto. Senza nulla togliere alla curiosità per le abitudini meno visibili degli ospiti, il vero protagonista rimane però il marinaio Pietro Catzola, nato in un piccolo paese della Sardegna, a Triei, e arruolatosi nella Marina militare a 16 anni: “Era l’8 settembre 1975 ed era la prima volta che prendevo la nave per andare in continente“.

L’umiltà solitamente è un dono di famiglia, capita spesso che si perda per strada. Sicuramente, è un argomento un po’ vintage, Tuttavia, ascoltare Catzola ti rinfresca lo spirito anche per questa ragione, pagina dopo pagina, quel dono ricevuto nella tenuta dei nonni circondata da vitigni e frutteti e l’orto che dava da mangiare a tutti, il cuoco dei Presidenti (non vuole che si chiami chef) non l’ha perduto per strada. L’umiltà come vera qualità del successo che ti rimane appiccicata sulla pelle, senza bisogno del trucco per i riflettori di un talkshow.

L’umiltà ha sempre sapientemente guidato Catzola, portando ovunque il suo tocco di personalità: dopo il primo incarico in cucina della nave Ammiraglio Maranghi, venne imbarcato nella Maridistcommi Pagliari dove rivoluzionò il menù creando novità per la tavola calda che raccolsero l’entusiasmo dei giovani marinai, insomma non passò inosservato. Così che all’inizio del 1985 fu prescelto per l’Amerigo Vespucci: al prestigio del celebre veliero si aggiungeva la responsabilità delle mense ufficiali, sottufficiali, comandante e rappresentanza nave, cioè di tutti i pranzi, cene, buffet, cocktail che il comandante offriva alle autorità dei porti che visitavano. La Vespucci era diretta a New York per il Centenario della Statua della Libertà.

Fu sulla Vespucci, a Civitavecchia, che “avvenne l’incontro che cambiò la mia vita. A bordo era prevista una serata dedicata al presidente della Repubblica Francesco Cossiga e alle rappresentanze ministeriali, con le alte cariche civili e militari”. A fine cena Cossiga chiese di conoscere il cuoco, gli propose di trasferirsi al Quirinale, ma Catzola rispose di no: “gli spiegai che amavo troppo quella vita, il mare, le vele e quella meravigliosa nave”. Qualche tempo dopo, il comandante ricevette un fax dal segretariato generale della Presidenza della Repubblica: Catzola era invitato a presentarsi al Quirinale. E stavolta disse di sì.

Progressivamente, con l’arrivo del presidente Scalfaro e della figlia Marianna, Catzola iniziò a forzare il rigido cerimoniale introducendo nuovi piatti, poi fu deciso l’ammodernamento di tutte le cucine, ma il cuoco di Triei continuò a dialogare con l’anima della natura che aveva appreso nella tenuta dei nonni e dai suoi genitori, zie e zii, di tutto quel mondo antico che ruotava intorno alla tenuta: “Era nonno Eugenio che curava l’orto e ci insegnava i segreti della campagna, e che soprattutto organizzava di continuo pranzi e cene a cui invitava il gruppo di nipoti al completo per giorni e settimane, d’estate. Io credo che la mia passione per la cucina sia nata qui…”. A Castelporziano faceva piacere alla Signorina Marianna “trovare in cucina la mattina una cesta di verdure fresche dell’orto, che raccoglievo io personalmente di buon’ora, prima di raggiungere il posto di lavoro. Mi divertivo da matti a saltellare in mezzo ai campi…”.

Il libro offre le memorie e i menu, e sotto questo profilo è sicuramente anche un “libro di cucina”, divertente per provare a replicare nelle nostre tavole i piatti offerti in occasione dei ricevimenti di Gorbacev, Bill Clinton, la Regina Elisabetta II, Lula da Silva, per citare solo alcuni degli ospiti meravigliati dai piatti di Catzola. Oltre, naturalmente, ai presidenti che si sono succeduti al Quirinale, da Cossiga a Scalfaro, Ciampi, Napolitano ed oggi Mattarella.

Si può aggiungere, infine, che quest’idea di Solferino possiede anche una sua originalità dal punto di vista storiografico, poiché in fondo “Il cuoco dei presidenti” è anche un libro di storia: del Quirinale, ma anche della Marina militare (e offre una bella immagine istituzionale del nostro paese).