di GIOVANNI VILLANI – Il tenore denuncia per diffamazione, e il consigliere 5Stelle annuncia come testimone il soprano Luz Del Alba Rubio.
Come due duellanti di un tempo ora si sfidano (in tribunale) senza tema di perdere lo scontro. E uno dei due, il giovane consigliere Alessandro Gennari del M5S al Comune di Verona, patito melomane, accetta di continuare la sua lotta in difesa dell’onorabilità di quel sacro tempio della lirica che è l’Arena. C’è dall’altra parte anche un’altra onorabilità da difendere, quella del grande tenore Placido Domingo, che si ritiene offeso per alcune supposizioni sul suo conto di Gennari.
Tutto è iniziato quando una ventina di gentili signore del mondo dello spettacolo accusarono Domingo per molestie sessuali su fatti risalenti agli anni ’80 e ‘90, mentre lui si difese affermando di aver ritenuto i suddetti rapporti, sempre consensuali. Il fattaccio lo spinse a dimettersi volontariamente dall’incarico di direttore generale della Los Angeles Opera, di cui era uno dei cofondatori e la reazione del sindacato degli artisti statunitensi che aprì un’inchiesta interna su di lui.
Non si sa se Domingo se la prese anche con alcune testate internazionali, come il Pais, Sun, Vanity Fair, per aver riportato le accuse delle signore. Quello che è certo invece è che il consigliere Alessandro Gennari rilasciò una frase “sibillina” al suo indirizzo (fra l’altro Domingo è testimonial delle stagioni areniane) che lo offese. La frase o le frasi sarebbero contenute in una lettera del 15 luglio 2020 pubblicata sul quotidiano on line Verona News, il cui titolo era: “Presunti molestatori sessuali in Arena. È opportuno?”
Ma in quella lettera Gennari sottolineava anche la presenza nell’anfiteatro veronese, di altri artisti (“il maestro Gustav Kuhn, allontanato dal Festival di Erl in Austria per molestie e mobbing reiterate fino al 2017 almeno secondo 5 testimoni e James Levine al Maggio Fiorentino”), tutti chiacchierati per il loro atteggiamento. “Ma tutti qua vengono?” si chiese Gennari e il passaggio seguente della lettera (interamente riportato nel capo di imputazione) in cui aggiunse “mi chiedo se non sia possibile avere dei festival liberi da presenze con reati sessuali veri o presunti sulle spalle”.
Secondo l’accusa conteneva l’insinuazione “che il predetto (Domingo) fosse stato fosse colpevole, vero o presunto, di reati sessuali”.
La denuncia sarà ora trattata davanti al Gup in primavera: Gennari si è opposto al decreto penale e difeso dall’avvocato Alessandro Avanzi, affronterà il processo. Ma c’è dell’altro in aggiunta al caso Domingo, di cui il consigliere melomane sarà chiamato in causa: la querela che la Fondazione Arena gli muove per quello che disse sui conflitti di interesse, rompendo i silenzi dopo l’inchiesta giudiziaria sul Teatro Regio di Torino di primavera. Si tratta del suo attacco alle agenzie dominanti nel sistema Opera, cioè alla Ariosi Management (che opera dalla Svizzera) e la InArt di Milano, che dopo un anno e mezzo non ha ancora dato alcun esito.
Nel 2018, secondo Gennari, le due agenzie coprivano in Arena oltre il 50% degli ingaggi e il sovrintendente Cecilia Gasdia per questo lo querelò. Si dice che lui porterà a sua difesa in tribunale, la testimonianza del soprano uruguaiano Luz Del Alba Rubio, la maggiore accusatrice di Domingo. “Mi sono limitato a dire se era opportuno o meno – continua Gennari – pensando di difendere l’onore delle donne implicate nella vicenda. Mi rendo conto che è un argomento delicato, ma non ho capito perché abbia querelato me”.
Dopo le denunce a Domingo, non ebbe seguito alcuna inchiesta al Washington National Opera, e nessun processo negli Stati Uniti d’America, mentre l’American Guild of Musical Artists, nel febbraio scorso, emise un verdetto, sulla scorta della testimonianza di 10 donne. E conclusero che il tenore spagnolo negli anni aveva tenuto “un’attività impropria, dal flirt alle advances a sfondo sessuale, dentro e fuori l’ambiente di lavoro”. Ciò nonostante Domingo si disse “dispiaciuto per il dolore causato”, ma la lettera di Gennari lo ha evidentemente “disturbato”. Bisogna tenera presente che la Ariosi Management è l’agenzia che cura gli interessi di Domingo in Europa. E forse due implicazioni, sommate nei confronti del consigliere, faranno maggior presa e rumore sull’opinione pubblica. Staremo a vedere.
Giovanni Villani è nato a Verona, giornalista pubblicista dal 1990, critico musicale del quotidiano L’Arena di Verona. Dirigente amministrativo. Laureato all’Università di Bologna in Storia e all’Università di Verona in Arte.