di ALDO BELLI – Un lungo articolo nel quale si vola da Torre del Lago alla Romania, domande alle quali non si vuole rispondere
Fino a Bucarest è arrivata la fama del Festival Pucciniano di Torre del Lago, e purtroppo non per la qualità delle sue esecuzioni sul gran teatro a due passi dall’eterno riposo del maestro. “Corupția ucide…Prostia ucide…Degradarea morală si răutatea ucid…” titola l’articolo pubblicato sul blog (10 settembre 2020). Tradotto: “La corruzione uccide… La follia uccide… Il degrado morale e la malvagità uccidono…”.
Con l’aiuto di qualche vecchio amico sparso nel continente, abbiamo fatto un po’ di ricerche, e alla fine abbiamo deciso di non andare oltre. Credo di conoscere abbastanza bene l’Europa a cavallo degli Urali. Sempre meglio non scavare troppo. Per cui abbiamo preferito indagare sul testo. Il resto sono affari che non ci riguardano. Se non fosse che sembrano avere letto quello che è stato pubblicato nei mesi scorsi sul nostro giornale.
In Piazza Grande dove ha sede il municipio di Viareggio nessuno ha mai risposto alle nostre domande dall’estate 2018 quando abbiamo iniziato su queste pagine la nostra campagna di verità e di trasparenza sul lirico torrelaghese a proposito delle pratiche consumate dal conflitto d’interessi a danno del pubblico denaro. La Procura della Repubblica di Lucca ha sulla scrivania un esposto dal dicembre 2018. La Corte dei Conti non vede e non sente. Ma siamo in buona compagnia, perché pare che non abbiano mai avuto risposta neppure le domande rivolte al Ministro della Cultura Franceschini da ASSOLIRICA – Associazione Nazionale Artisti della Lirica (giugno 2016) così come non hanno avuto alcun seguito le interrogazioni parlamentari dell’on. Bossa (settembre 2015) e degli on. Luigi Gallo, Pesco, Toninelli, Tofalo, Brusoni e Brescia (settembre 2015). Il consigliere regionale della Toscana Donzelli depositò un’interrogazione “in merito alla gestione del Festival Pucciniano” il 14 aprile 2016: essendo un ‘neofascista’ convertito al regime democratico costituzionale (iscritto al FUAN nel 1994 venne chiamato nel 2006 da Gianfranco Fini nella segreteria nazionale dei congressi, organo di centrale importanza nella gestione della fase congressuale di Alleanza Nazionale) era scontato che non ricevesse ascolto nel Palazzo del Pegaso anche se scoperchiava la verità. Più fortuna, ma in realtà è corretto dire bravura, avrebbe avuto un po’ di anni dopo più tardi il consigliere regionale Tommaso Fattori (Toscana a Sìnistra) costringendo infine il Consiglio Regionale della Toscana ad approvare una mozione di censura della Fondazione Festival Pucciniano bloccando i contributi regionali fino alla verifica della regolarità di gestione.
Il presidente Rossi e l’assessore alla Cultura della Regione Barni, nel frattempo, facevano quello che si dice ‘il pesce in barile’.
L’assessore Barni l’8 maggio 2019 risponde ufficialmente a Tommaso Fattori con una bestialità che avrebbe cacciato dall’aula lo studente di giurisprudenza del primo anno: “Con riferimento ai quesiti posti è necessario premettere che la Fondazione del Festival Pucciniano, costituita esclusivamente dal Comune di Viareggio, è un Ente di diritto privato, e pertanto, autonomo per quanto attiene gli aspetti organizzativi e gestionali”. Ponzio Pilato durante la notte venne assalito dal dubbio, l’assessore alla Cultura Barni dormì invece una notte serena, ignorando placida tra i lenzuoli di raso che ogni anno la Regione Toscana contribuisce con oltre 1 milione di euro di denaro dei cittadini toscani alla Fondazione Festival Pucciniano di Torre del Lago.
Quando il 18 dicembre 2019 il Consiglio Regionale della Toscana approva all’unanimità l’Ordine del Giorno di Censura del Pucciniano, l’assessore Barni non batte ciglio (in compenso, il presidente del Consiglio Regionale Eugenio Giani espanderà sorrisi e pacche sulle spalle all’inaugurazione del Festival Pucciniano 2020 alla Cittadella del Carnevale, immortalato nelle fotografie).
Torniamo a Bucarest. L’articolo che il 10 settembre appare nella rete riprende il cuore del conflitto d’interessi del Pucciniano di Torre del Lago, intorno al quale ruota il malaffare più grande (il baritono Stefan Ignat è il general manager dell’Opera Nazionale di Bucarest, in Italia potremmo dire il sovrintendente del teatro – nell’articolo citato anche Fănel).
La verità sarebbe questa. “L’impiego abusivo della sua amante, M.G., come responsabile del servizio appalti pubblici” (traducendo in torrelaghese, amante o moglie è lo stesso). E ancora. “Nelle ultime settimane, Fănel Ignat si è preoccupato quotidianamente di utilizzare il dipartimento di comunicazione dell’Opera Nazionale di Bucarest per lavare la propria immagine, per ostacolare la stampa, per impedire la scoperta della verità. La giornalista Demeter Ciprian ha avviato una campagna professionale, basata su dati concreti, e speriamo che almeno questa venga completata. Per il momento, Fănel Ignat, attraverso i suoi dipendenti subordinati, ha illegalmente ritardato la fornitura dei documenti richiesti da Ciprian Demeter ai sensi della legge 544″ (quello che a Torre del Lago si potrebbe dire, per la fornitura dei documenti richiesti pubblicamente, nell’ordine: il presidente Veronesi, la vicepresidente Marialina Marcucci e l’attuale presidente ex prefetto di Lucca della quale non rammento mai il nome).
“Sebbene l’Opera Nazionale di Bucarest abbia 4 direttori d’orchestra assunti con esperienza e valore indiscutibilmente maggiori, notiamo l’invito ossessivo di due direttori d’orchestra pagati uno per 68.000 euro e Alberto Veronesi 67.000 euro... Il sovrintendente Fanel Ignat ha invariabilmente invitato artisti di valore nettamente uguale o inferiore a quello del personale dell’Opera Nazionale di Bucarest... L’Opera Nazionale ha nel proprio organico solisti, direttori d’orchestra e registi, pagati mensilmente dal bilancio dello Stato, in grado di garantire l’intero programma di spettacoli. Ma, al fine di diversificare la distribuzione, portare novità e accrescere il valore artistico, ogni opera periodicamente si rivolge a collaboratori il più possibile diversi, e ovviamente di valore superiore agli artisti interni all’Opera perché altrimenti la scelta non sarebbe giustificata. Possiamo vedere che questo non è stato applicato da Fanel Ignat, che invariabilmente ha invitato artisti di valore identico se non addirittura inferiore a quello esistente nell’Opera già pagato dallo Stato. Nei circa 40 artisti che sono stati beneficiati, non troviamo nessun top name, mentre circa 500.000 euro degli 825.000 spesi sono stati destinati agli stessi 6 beneficiari… Cantanti e direttori d’orchestra sono stati scelti senza avere consultato il consiglio d’amministrazione, e pagati al di sopra delle loro tariffe di mercato…”
Le coincidenze tra gli artisti e le direzioni d’orchestra tra Bucarest e Torre del Lago sono apparentemente imbarazzanti.
Direzioni del maestro Alberto Veronesi al Teatro dell’Opera di Bucarest invitato da Fănel Ignat (totale recite 22). OTELLO: 13 dicembre 2018, 23 marzo 2019, 22 febbraio 2020, 15 maggio 2020, 7 giugno 2020. TRAVIATA: 7 dicembre 2019. CAVALLERIA RUSTICANA E PAGLIACCI: 27 novembre 2019. NABUCCO: 15 marzo 2018, 18 ottobre 2018, 15 novembre 2018, 12 aprile 2019, 10 gennaio 2020. LA BOHEME: 17 giugno 2018, 20 gennaio 2019. MADAMA BUTTERFLY: 19 Maggio 2018, 27 ottobre 2018. TURANDOT: 27 aprile 2018, 7 giugno 2019. BARBIERE DI SIVIGLIA: 27 febbraio 2019. TOSCA: 4 maggio 2019, 15 aprile 2020. CONCERTO GULEGHINA: 8 febbraio 2020.
Stefan (Fănel) Ignat ha cantato come baritono al Teatro di Torre del Lago invitato da Alberto Veronesi (5 recite). MADAMA BUTTERFLY: 10 agosto 2018, 12 e 23 agosto 2019. TOSCA: 12 agosto 2018, 24 agosto 2019.
Tra i sei artisti invitati all’Opera di Bucarest, dei quali parla l’articolo citato, risulterebbero quelli che hanno cantato invitati dal maestro Veronesi a Torre del Lago Puccini e nella trasferta a Savonllinna (2018) del Festival Pucciniano.
L’interrogazione del consigliere regionale Tommaso Fattori alla quale non hanno risposto l’assessore regionale alla Cultura Barni, il presidente della Fondazione Festival Pucciniano, il sindaco Del Ghingaro e l’assessore alla Cultura del Comune di Viareggio Sandra Mei: “considerato che la contestuale carica di presidente del consiglio di amministrazione e di direttore artistico da parte del maestro Veronesi – comunque impropria sotto il profilo gerarchico delle competenze, rispondendo l’attività del direttore artistico al Consiglio di Amministrazione – unitamente all’esercizio dell’attività privata di direttore d’orchestra nella circostanza di eventi, in Italia e all’estero, organizzati o co-organizzati dalla Fondazione, configura un palese conflitto d’interessi nella misura in cui il maestro Veronesi venga remunerato per la direzione dell’Orchestra del Festival Pucciniano o altra orchestra, ancorché non direttamente dalla Fondazione Festival Pucciniano…”
Questi sono i fatti. Non accuso nessuno. Mi limito a mettere in fila le cose. Ai lettori lascio ogni commento.
Aggiungo solo un’osservazione: chi protegge il maestro Alberto Veronesi? unico esemplare al mondo di privato direttore d’orchestra-presidente del consiglio d’amministrazione-direttore artistico-direttore musicale del Festival Pucciniano per oltre vent’anni consecutivi con licenza di fare tutto quello che vuole senza rispondere a nessuno. Non si tratta di un problema personale, ma del denaro dei cittadini di Viareggio, toscani e Italiani. Che per noi uomini liberi e libertari vengono prima di tutto.