di BEATRICE BARDELLI – Il sindacato di Polizia SNAP a sostegno di 48 famiglie di “servitori dello Stato” sfrattate dagli alloggi sociali.
“I drammi non vanno in vacanza”. Inizia così la lettera aperta dello SNAP, il sindacato di Polizia che vanta uno slogan costituzionale, “La nostra Professionalità a tutela della Libertà”, ed una vivacissima attività sindacale a tutela e sostegno dei colleghi in difficoltà.
Questa volta l’impegno dello SNAP si è profuso a sostegno di 48 famiglie di “servitori dello Stato” sfrattate dagli alloggi sociali delle forze di polizia di Montespaccato di Roma.
Una questione già nota sia al Presidente del Consiglio dei Ministri, Giorgia Meloni, che ai Ministri delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili, Matteo Salvini, e della Difesa, Guido Crosetto, a cui il sindacato SNAP si è rivolto per richiedere un intervento urgente per bloccare quello che considerano un atto illegale.
La Segreteria Nazionale dello SNAP ha ricordato ai tre rappresentanti del governo che “le SS.LL. hanno sempre dimostrato una grande sensibilità nei confronti delle problematiche delle forze di polizia, mostrando vicinanza ed attenzione alle criticità che ogni giorno questi servitori dello Stato si trovano ad affrontare”. Per questo motivo, il sindacato di Polizia SNAP che rappresenta numerosi poliziotti in tutta Italia ha ravvisato la necessità di richiedere loro “un intervento immediato al fine di interrompere il gravissimo dramma che riguarda lo sfratto di 48 famiglie di servitori dello Stato dagli alloggi sociali”.
Una vicenda assurda
“Non vogliamo tediarvi con la narrativa di questa assurda vicenda che sta seriamente minando il patto sociale ed il giuramento che i servitori dello Stato hanno solennemente onorato verso il Paese – ha scritto lo SNAP – . Ciò che sconcerta di più è il totale disinteresse della politica e dello Stato che fino ad oggi ha visto convalidare la quasi totalità degli sfratti da alloggi di Edilizia Pubblica per far fronte all’emergenza abitativa ed alle esigenze delle famiglie con particolari requisiti sociali. La legge 151 del ‘91 convertita in legge 203 del ‘91 ex articolo 18 si è rivelata lacunosa e volta a favorire solo ingentissime somme di finanziamenti pubblici in favore di privati imprenditori spesso senza scrupoli i quali, piuttosto che consentire il riscatto o il rinnovo dei contratti di locazione, procedono allo sfratto, manu militari, degli stessi servitori dello Stato che tutelano la nostra società”.
Quello che più sconcerta il sindacato SNAP è il fatto che una società privata continui “imperterrita, tramite i suoi legali, ad inviare missive, come quella datata 29 luglio 2023, in cui emerge, a nostro avviso in aperta violazione di legge, che stia cedendo in locazioni le unità abitative vuote a soggetti estranei alle forze dell’ordine e per giunta con requisiti di edilizia agevolata in autodichiarazione. Inoltre la stessa afferma che intenderà affrancare il diritto di superficie a discapito delle norme e della sentenza delle Sezioni Unite, sentenza che lo vieta in maniera categorica”.
Funzione della Politica
La politica, quella con la “P” maiuscola, dovrebbe avere, sostiene lo SNAP “una funzione sociale”, invece i mesi sono passati senza che nulla sia stato fatto per proteggere il diritto alla casa di quelle famiglie di servitori dello Stato tanto che “fino ad oggi, ormai da quasi un anno – si legge nella Lettera al governo – non abbiamo registrato alcun tipo di aiuto o tutela in favore delle 48 famiglie composte da nuclei familiari con bambini piccoli, invalidi, colleghi riformati e genitori anziani”.
La domanda cruciale
“E’ possibile che nella Repubblica italiana si sfrattino famiglie col chiaro fine di speculare sugli alloggi sociali? – ha domandato lo SNAP ai tre rappresentanti del Governo – . Ed è possibile che tutto questo avvenga a fronte di un Governo che pare resti “alla finestra” senza intervenire?”. E l’impegno nel nome della legalità. “Lo SNAP non si ferma neppure sotto il solleone, così come non va in vacanza il dramma che travolge i nostri colleghi oggetto della presente; pertanto chiediamo alla politica lo stesso impegno auspicando un tempestivo e risolutivo vostro autorevole intervento che porti ad interrompere questo stillicidio a danno di queste famiglie; in modo da ristabilire nel contempo la legalità”.
(foto: licenza pxhere – https://pxhere.com/it/photo/893394)

Beatrice Bardelli, giornalista, vive a Pisa dove si è laureata alla Facoltà di Lettere in Lingua e Letteratura tedesca (indirizzo europeo). Iscritta all’O.d.g. della Toscana dal 1985, ha collaborato con numerose testate tra le quali Il Tirreno, Paese Sera, Il Secolo XIX, La Nazione e L’Unione Sarda. Si è occupata di cultura, spettacoli – teatro e cinema, ambiente, politica, società e salute. Dal 2000 attivamente impegnata nelle lotte dei vari movimenti e comitati a difesa dell’ambiente e della salute, dell’acqua pubblica e contro il nucleare, collabora con la Rete per la Costituzione.