REGIO TORINO – Il Commissario Purchia condannato

di ALDO BELLI – Condannata la Fondazione al reintegro sul posto di lavoro e ai risarcimenti, il comunicato della FIALS, un esempio nazionale

La notizia ci rallegra almeno per tre motivi: perché due lavoratori ingiustamente licenziati torneranno a lavorare; perché, nonostante tutto, la Giustizia esiste ancora in Italia; perché è la riprova di ciò che solo Toscana Today ha scritto in queste settimane: il Commissario del Regio di Torino Rosanna Purchia è stata inviata dal Potere PD non per difendere il Teatro Regio e la Lirica italiana, ma le inconfessabili responsabilità di gestione che il Governo Franceschini teme vengano alla luce, e tutto il resto è noia.

“Un Commissario governativo riassume in sé anche le responsabilità degli organi di indirizzo e controllo” scrive la FIALS-Federazione Italiana Autonoma Lavoratori dello Spettacolo; “differentemente da un Sovrintendente – che comunque è sottoposto all’approvazione del Consiglio d’indirizzo – il Commissario ha il dovere di amministrare con il massimo rispetto delle leggi, nella piena osservanza della correttezza amministrativa e nella più totale trasparenza gestionale”. Il richiamo riguarda il passato e il presente, considerando che il Commissario Purchia ancora non ha dato esecuzione alla sentenza (non mi meraviglierei se pensasse di ricorrere in appello contro i lavoratori, non contenta della sentenza emessa dal Tribunale di Torino, che confidiamo di pubblicare).

Voglio aggiungere: sarebbe l’ora che anche nel Parlamento Italiano si alzasse la voce della politica per fermare questa dilapidazione di denaro pubblico a sole spese degli italiani per salvare la Casta del Teatro.


Il Comunicato integrale FIALS

Il 23 dicembre u.s. il Tribunale di Torino, sezione del lavoro, ha accolto il ricorso di due musicisti che per anni hanno collaborato con l’orchestra del Teatro Regio di Torino trasformando il loro contratto a tempo determinato in un contratto a tempo indeterminato, condannando la Fondazione al reintegro sul posto di lavoro e alla corresponsione di alcune mensilità a titolo risarcitorio. Ad oggi, sappiamo che la Fondazione Teatro Regio non ha ancora dato esecuzione a quanto prescritto dalla sentenza.

Riteniamo molto importante che il sindacato apra una profonda e doverosa riflessione sull’operato di chi oggi è a capo della Fondazione, e sull’atteggiamento che esercita nei confronti dei lavoratori e sulle eventuali ripercussioni future.

Pochi mesi fa la Fondazione ha disdettato unilateralmente sette accordi sindacali che riguardavano il salario dei dipendenti. Ci fu comunicato che il MEF aveva depositato un ricorso presso la Corte dei Conti e che il Commissario “aveva dovuto” eseguire immediatamente quell’atto per scongiurare possibili risvolti giudiziari.
Ora ci chiediamo: perché davanti ha una Sentenza del Tribunale di Torino il Commissario decide di non dargli esecuzione?


Una figura istituzionale come quella di un Commissario, dovrebbe gestire il Teatro senza dare alcuna indicazione politica limitandosi a compiere il mandato ad esso affidato e ad eseguire tutti gli atti a carico della Fondazione (comprese le sentenze) salvo poi, se lo riterrà opportuno, ricorrere con i tempi e i luoghi messi a disposizione della legge. Vogliamo ribadire con forza che un Commissario governativo riassume in sé anche le responsabilità degli organi di indirizzo e controllo e, differentemente da un Sovrintendente – che comunque è sottoposto all’approvazione del Consiglio d’indirizzo -, il Commissario ha il dovere di amministrare con il massimo rispetto delle leggi, nella piena osservanza della correttezza amministrativa e nella più totale trasparenza gestionale.

Nel caso in questione, siamo sicuri che la scelta del Commissario Purchia sia corretta? Dalla sentenza si evince che la retribuzione dei due lavoratori riammessi decorra già dal giorno successivo alla data del dispositivo: il Commissario ha deciso di non far tornare immediatamente al lavoro i due dipendenti e ha assunto altri due musicisti da impiegare al loro posto, pagando di fatto quattro lavoratori al posto di due. A noi tutto ciò non sembra corretto e non vorremmo che il maggior costo del personale impiegato nell’organico delle produzioni di La Bohème e del Concerto di fine anno possa essere giudicato un’ulteriore spesa sbagliata che graverà negativamente sulla situazione economica della Fondazione, che la stessa Commissaria Purchia non si stanca mai di descrivere nei termini più drammatici, fino a prefigurare addirittura un’accusa di danno erariale.

Il sindacato ha il dovere di vigilare affinché gli effetti di tali decisioni non producano ripercussioni economiche, che inevitabilmente ricadranno sui lavoratori e sulla finanza pubblica, denunciando tutte quelle situazioni che si troveranno in contrasto con le leggi vigenti.

Firmato: Enrico Sciarra (segretario nazionale FIALS), Pierluigi Filagna (segretario provinciale FIALS Torino)