di GIUSEPPE RUDISI – 100 opere del maestro spagnolo nello splendido Palazzo delle Papesse, la mostra sarà aperta fino al 30 settembre 2021.
Riapre al pubblico “Salvator Dalì a Siena – da Galileo Galilei al Surrealismo” è un’originalissima mostra che vuole trasmettere ai visitatori il genio e la creatività del grande ed eclettico artista Salvator Dalì, è ospitata nel cuore della città di Siena nello splendido Palazzo delle Papesse dove sono visibili oltre 100 opere del maestro spagnolo, prevalentemente sculture in bronzo anche di grandi dimensioni, grafiche, paste di vetro, arredi e gioielli in oro e diamanti.
“Siamo lieti di poter finalmente riaprire le porte del Palazzo al pubblico” dice Ferruccio Carminati, Managing Director della mostra, “nei prossimi mesi intendiamo promuovere numerose iniziative extramuseali, con l’obiettivo di divulgare a cittadini e visitatori il genio di Salvador Dalí ed arricchire ulteriormente l’offerta culturale della città.”
La mostra sarà aperta fino al 30 settembre 2021 proponendo diverse novità, a partire da un’estensione dedicata al Settecentenario della morte di Dante Alighieri con venti grafiche dedicate al Sommo Poeta ospitate nella Galleria d’Arte interna alla mostra.
Tra il vasto repertorio di opere esposte spicca il maestoso Angelo Trionfante visibile a tutti coloro che passeggiano in Via di Città, il Profilo del Tempo e Alice nel Paese delle Meraviglie altra scultura amatissima dal pubblico.
Dalí nasce nel 1904 a Figueres in Catalogna. Sin dalla tenera età, mostra grandi velleità artistiche che gli permettono, negli anni successivi, di entrare in contatto con i più grandi artisti dell’epoca: Luis Buñuel, Federico Garcia Lorca, Picasso, Miró, Magritte e molti altri avvicinandosi al movimento surrealista di cui diventerà uno dei massimi esponenti. Dalí, in una costante ricerca e guidato da inesauribile curiosità, studia a fondo la letteratura, la matematica, la fisica, la psicoanalisi. In tutte le sue opere è possibile leggere tutte le più grandi scoperte del suo tempo, concetti estremamente complessi che Dalí riesce a sublimare in immagini semplici, surreali, estremamente evocative: gli orologi molli, che rappresentano il Tempo e la sua relatività, i cassetti, simbolo dell’inconscio, i continui riferimenti alla matematica, con gli studi sui solidi platonici, sulla sezione aurea e sulla quarta dimensione. Nella sua produzione artistica Dalí non realizza solo dipinti, ma anche sculture, arredi, illustrazioni, scenografie, abiti di moda.

La visita della mostra senese di Dalì consente di ammirare, anche dal suo interno, il Palazzo delle Papesse il cui nome è evocativo di Caterina e Laudomia, sorelle di Papa Pio II che ne commissionarono la costruzione. Ultimato nel 1595 è un tipico esempio di architettura rinascimentale di gusto fiorentino che presenta sulla facciata in pietra due stemmi della famiglia Piccolomini ed è caratterizzato da un cortile interno, in cui sono presenti capitelli dello scultore Marrina. Nel 1633 Galileo Galilei, dopo la condanna del Santo Uffizio, fu ospitato in questo palazzo dall’Arcivescovo Ascanio Piccolomini. Durante quel soggiorno senese Galilei poté proseguire i suoi studi di meccanica. Le sue teorie influenzarono Newton prima, Einstein qualche secolo più tardi, arrivando a destare grande interesse in Salvador Dalí ed è questo il filo rosso che, nella mostra, lega lo scienziato italiano all’artista spagnolo le cui opere esposte sono fortemente ispirate alla relatività dello spazio e del tempo. Dal 1884 il Palazzo fu acquistato dalla Banca d’Italia per farne la propria sede locale mantenendola per circa 100 anni.
Grazie alla mostra di Dalì, il Palazzo delle Papesse ha riaperto i battenti, dopo oltre un decennio di chiusura totale, per tornare ad ospitare eventi culturali di grande prestigio internazionale.
L’organizzazione della mostra è a cura del The Dalí Universe, è una società specializzata su Salvador Dalí che ne gestisce una delle più grandi collezioni private al mondo ed è diretta da Beniamino Levi, mercante d’arte e collezionista italiano, che ha lavorato con Dalí negli anni ’60.


Giornalista pubblicista, è nato a La Spezia, laureato in Giurisprudenza a Pisa, ha lavorato nel settore bancario/assicurativo a Milano e a Siena dove tuttora vive e lavora. Ha collaborato con riviste economiche e finanziarie, e ha scritto per eventi culturali nazionali. Scrittore, ha pubblicato la raccolta di racconti “Carne Umana” e nel 2019 il romanzo “Un film già visto”. Collabora con Mondadori.