Sandro Mazzinghi, un mito del pugilato nato a Pontedera

Nato e morto nella sua Pontedera, Sandro Mazzinghi era nato il 3 ottobre 1938, iniziò la sua carreiera da pugile nel 1954

Ci ha lasciati una delle figure italiane più importanti dello sport del ‘900. Nato e morto nella sua Pontedera, Sandro Mazzinghi era nato il 3 ottobre 1938 e come il fratello Guido inizia la sua carriera da pugile nel 1954, diventando subito campione italiano juniores nel 1958.

Dopo aver perso la chance dei giochi olimpici e dopo aver passato ancora un anno da dilettante, nel 1960 Sandro passa agli incontri da professionista sotto i colori della Ignis di Giovanni Borghi che lo sponsorizzerà per tutta la carriera, rendendolo ambasciatore del marchio, con allenatore il fratello Guido e Adriano Sconcerti come procuratore. La carriera da professionista inizia bene e dopo due vittorie contro – i più quotati sfidanti – Tony Montano, al Palazzetto Dello Sport di Roma, e Don Fullmer per KO a Milano, Sandro viene designato come sfidante al titolo mondiale contro l’Americano Ralph Dupas.

Il 7 settembre 1963 Mazzinghi diventa Campione del Mondo nella categoria dei pesi Welter pesanti, vincendo alla nona ripresa per KO tecnico e diventando il quarto italiano – dopo Carnera, D’Agata e Loi – a indossare la cintura mondiale. Il 2 dicembre successivo, viene svolta la rivincita a Sydney e il campione italiano trionfa nuovamente per KO tecnico, questa volta alla tredicesima ripresa. Dopo un matrimonio finito dopo appena dodici giorni per un incidente stradale, nel quale perde la vita la moglie Vera, Sandro ritorna sul ring nel 1964 per due incontri, nei quali metterà in palio il titolo di Campione, contro Tony Montano, battuto per KO tecnico, e Fortunato Manca, battuto ai punti al Palazzetto di Roma.

Mazzinghi e Benvenuti

Nel 1965 si accende la rivalità con Nino Benvenuti, divenuto campione olimpico e italiano dei pesi welter, i due sono sfidanti nel match valevole per la corona mondiale dei pesi medi a Milano. Il match venne fissato per il 18 giugno del 1965 allo stadio di San Siro a Milano, facendo registrare il tutto esaurito. L’incontro si svolge su binari prevedibili: Benvenuti preferisce la scherma, Mazzinghi si esalta nella lotta, ma alla fine è un montante destro di Benvenuti a mettere al tappeto Mazzinghi che non riesce a rialzarsi per il conto finale, perdendo così l’incontro e il titolo mondiale per KO alla sesta ripresa. La rivincita – obbligatoria per contratto – si svolge al Palazzo dello Sport di Roma. Mazzinghi viene atterrato al secondo round e contato sino all’otto, quando interviene il gong. Dopo essersi ripreso, l’incontro sembra nuovamente aperto ma Benvenuti, con un finale brillante vince l’incontro ai punti. Anche qui le polemiche si sono trascinate per lungo tempo. A molti anni di distanza dalle due sfide i due pugili continuano a scontrarsi a più riprese con i loro libri autobiografici e su carta stampata.

Mazzinghi e Ki-Soo Kim

L’anno successivo, arriva per Mazzinghi la conquista del suo primo titolo europeo contro il francese Yoland Leveque, il 17 giugno 1966 a Roma, per KO alla dodicesima ripresa e lo difende vittoriosamente per ben 4 volte, con 1 KO e 3 KO tecnici ma Il match che più fedelmente raffigura e immortala il campione di Pontedera fra i grandi del nostro pugilato, si consuma tre le mura di San Siro il 26 maggio del 1968, con 35.000 spettatori e un incasso record di quasi 100 milioni di lire, contro il Sud Coreano Ki-Soo Kim. Mentre Mazzinghi viaggiava spedito, rifilando KO a destra e a manca, verso il europeo, si avventa sul panorama professionistico un pugile di 70 chili e alto 172 centimetri, un guardia destra coreano che due anni prima aveva strappato il titolo mondiale a Benvenuti a di Seul, con un verdetto molto controverso, diventando il primo sud coreano della storia a detenere la cintura di campione mondiale di pugilato nella categoria dei pesi medi.

Kim arrivava da un altro incontro molto controverso contro l’americano Freddie Little ma non per questo il coreano andava sottovalutato e si presentò al match sicuro di vincere. Mazzinghi, dal canto suo si presentava al match con 5 vittorie nelle ultime 5, 2 cinture di campione del mondo ed europeo e con la consapevolezza di avere l’ultima grande chance della sua carriera.

L’incontro fu un mix di potenza, cattiveria, orgoglio e brutalità, caratteristiche pienamente incorporate nello stile di Mazzinghi che fin dal primo round cominciò a fare a cazzotti come era nel suo stile e temperamento, scaraventandosi contro un sorpreso Kim che, dopo essersi adeguato, comincia a battagliare a viso aperto, mostrando tutto quello che è il suo repertorio tanto da aprire lo zigomo e il sopracciglio di Mazzinghi. Lo scontro rimase impari fino al terzo round, quando Sandro, con una serie di ganci e uppercut, fa afflosciare al tappeto Kim. Il conto arriva fino al fatidico 10 ma nello stesso tempo – forse – arriva il suono della campanella, che salva il coreano. Alla ripresa Kim parte all’attacco, riuscendo a pareggiare il quinto, sesto e la settimo round, vincendo l’ottavo, il nono e il decimo, arrivando così all’inizio dell’undicesima ripresa in sostanziale parità. L’equilibrio rimase tale per poco, perché° il toscano riprese a tamburellare il volto e il corpo di Kim vincendo l’undicesimo, il dodicesimo e tredicesimo round fondamentali per la vittoria.

Sandro chiuse la carriera nell’ottobre dello stesso anno dopo la sconfitta contro Freddie Little e la perdita del titolo mondiale. Con 69 incontri disputati, vincendone 64 con 3 sole sconfitte, 2 NC. E un incontro degno dei migliori film hollywodiani, ci lascia insomma, un atleta che ha segnato un epoca, una persona amata da tutti quelli che gli stavano vicino, grazie al suo grande e generoso cuore che lo ha portato ad essere uno dei campioni più popolari e amati del nostro sport.