
di GIOVANNI VILLANI – L’intervento chirurgico compiuto all’Ospedale di Borgo Trento a Verona e le notizie da prima pagina dell’Italia che va.
Sfide della microchirurgia veneta: si amputa le due mani sul lavoro ma gliele riattaccano ambedue in sala operatoria. L’intervento chirurgico, che ha del miracoloso, è di alcune settimane fa, non si è avuta l’impressione che abbia ricevuto una particolare risonanza oltre l’informazione regionale. L’uno e l’altra, l’intervento e la considerazione in generale dei media, costituiscono un interessante motivo di riflessione sull’Italia che finisce in Prima Pagina.
Un intervento chirurgico che ha del miracoloso, dunque, quello compiuto all’Ospedale di Borgo Trento a Verona. Un operaio di 38 anni ha subito la recisione di entrambe le mani e rischiato anche di morire dissanguato nell’azienda di mobili vicentina in cui lavorava. Ma il veloce trasporto con elicottero dall’Ospedale San Bortolo di Vicenza a quello veronese di Borgo Trento, in cui è stato prontamente operato, ha scongiurato il peggio.
L’eccezionale e felice intervento operatorio, che ha riguardato contemporaneamente le due mani, è durato oltre sette ore ed è stato compiuto da due equipe composte da 4 chirurghi, 4 specializzandi, due strumentisti, due anestesisti e quattro infermieri. Di questa rara situazione infortunistica, la letteratura medica parla di soli 4 interventi in tutto il mondo in cui sono state reimpiantate ambedue le mani.
Nel Centro specializzato dell’AUOI veronese ne è stata artefice, qualche settimana fa, l’equipe di Chirurgia della Mano e Microchirurgia dell’Azienda Ospedaliera Universitaria Integrata di Verona, diretta dal dottor Massimo Corain, vero punto di riferimento regionale per le emergenze dell’arto superiore.
I soccorsi sanitari immediati del Suem, attivati attraverso il 118, hanno subito stabilizzato il ferito, mantenendo attive le mani messe in appositi contenitori ghiacciati. “L’infortunato – ha dichiarato il dottor Massimo Corain – è arrivato già sedato dai colleghi vicentini. Dal ricevimento della telefonata c’è stato il tempo per organizzare la sala operatoria e le due equipe che hanno operato in simultanea perché era fondamentale procedere entro due ore dall’amputazione”.
La straordinarietà dell’intervento è stata sottolineata anche dall’altro chirurgo che ha operato, il dottor Alberto Garofano che guidava la seconda equipe. “L’amputazione bilaterale è una emergenza che dipende dal tempo e richiede un livello organizzativo elevato proprio per l’eccezionale azione in simultanea sulla mano destra e quella di sinistra. Tutta la catena ha funzionato perfettamente perché dall’amputazione è passata solo un’ora e mezza. In tanti anni di lavoro non ho mai visto un caso simile”.
E’ la prima volta che la sanità veneta porta a termine con successo questo tipo di intervento. La complessità del reimpianto della mano consiste nel fatto che la microchirurgia deve poi ricostruire il tutto, dall’osso alla cute, dai tendini ai nervi, fino alle vene e alle arterie. E a Verona lo hanno compiuto simultaneamente in duplice maniera.
Una logica esultanza per l’intervento straordinario è arrivata anche dalla Regione Veneto, tramite l’Assessore alla Sanità, Manuela Lanzarin: “Sempre più spesso nelle nostre sale operatorie si compiono interventi complessi, al limite dell’impossibile. Questa operazione di fine microchirurgia, oltretutto doppia, è testimonianza di quanto la nostra sanità in Veneto abbia punte di eccellenza, e a Verona ne abbiamo oggi la conferma, che richiamano pazienti da tutta Italia e che ci rendono competitivi a livello internazionale. La chirurgia della mano ha poi a Verona una grande tradizione, dove già nel 1978 il professor Landino Cugola era stato pioniere nell’eseguire un trapianto studiato nei dettagli col professore giapponese Tamai. Ci sono anche i problemi nella sanità pubblica, che nessuno vuole negare, rimangono difficoltà da risolvere legate alla carenza di organico, ma garantisco che stiamo investendo per risolverle. Se sono qui a Verona, è per dire a questi professionisti, protagonisti di un’impresa eccezionale, che sono la parte migliore della sanità veneta e italiana, sono quelli che, nonostante le liste d’attesa, i tagli e la fatica a garantire organici sufficienti, continuano ad essere un’eccellenza”.

Giovanni Villani è nato a Verona, giornalista pubblicista dal 1990, critico musicale del quotidiano L’Arena di Verona. Dirigente amministrativo. Laureato all’Università di Bologna in Storia e all’Università di Verona in Arte.