di BEATRICE BARDELLI – Allo Studio Luigi Parenti di Roma il contenzioso sulle trattenute operate per la sospensione dei non vaccinati covid.
Ha scelto la data giusta lo SNAP, il Sindacato Nazionale Appartenenti Polizia, per denunciare quanto hanno subito, nel recente passato, i poliziotti che non hanno voluto sottoporsi all’obbligo vaccinale. Nella ricorrenza della Festa dei Lavoratori, primo maggio, lo SNAP ha voluto ricordare che intere categorie di lavoratori, per effetto dell’applicazione del Decreto Legge n. 172 del 26 novembre 2021, sono stati privati del diritto al lavoro sulla base di una propria scelta sanitaria. Ma i poliziotti, in particolare, sono stati non solo puniti come gli altri, in quanto privati di qualsiasi emolumento, ma sono stati anche umiliati in quanto privati da un giorno all’altro di pistola, manette e tesserino, ovvero della autorità pubblica a loro riconosciuta da sempre per svolgere la propria professione e quindi della loro “dignità” di “servitori (non servi!) dello Stato”. Una premessa che sostanzia il vero motivo per cui lo SNAP ha deciso di rivolgersi ufficialmente al Ministero dell’Interno (Ufficio per le Relazioni sindacali e Servizio Contenzioso ed Affari Legali) per ottenere “Chiarimenti in ordine alle trattenute stipendiali per effetto della sospensione dal lavoro a causa della mancata vaccinazione Covid-19” tramite il team di avvocati dello Studio legale Luigi Parenti di Roma.
Diritto al lavoro?
Nonostante che la Costituzione italiana all’art. 4 reciti: “La Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendano questo diritto effettivo”, scrive lo SNAP: “purtroppo così non è stato ed ancora oggi numerosi poliziotti ed altri lavoratori a cui venne inibita l’attività lavorativa, stanno pagando con trattenute in busta paga”. E continua rivelando una tragica verità bene occultata sui media: il fenomeno dei suicidi. “Come SNAP riteniamo che l’assenza di retribuzione e di qualsivoglia forma di sostentamento (vedasi assegno alimentare) – denuncia il Sindacato – abbia inevitabilmente causato un notevole nocumento sotto il profilo economico con ovvii risvolti sulla sfera personale, psicologica, affettiva e familiare. Non si dimentichi la silente strage che vede sempre più uomini in divisa compiere il gesto estremo del suicidio; fenomeno che di certo questa situazione non ha arginato ma acuito”.
Stipendio decurtato
Sul tema lo SNAP ha registrato molteplici segnalazioni per le quali risulta essere in atto la decurtazione stipendiale, relativa al recupero della retribuzione, con voci in busta paga: “ARRETRATI STIPENDIO ANNO PRECEDENTE” e “ARRETRATI STIPENDIO ANNO CORRENTE”. Tramite queste “trattenute” l’Amministrazione starebbe recuperando emolumenti erogati post emissione del sopra citato Decreto Legge (n. 172/2021) senza fornire ai destinatari alcun tipo di specifica in merito e senza concordare con questi le modalità distinte caso per caso in relazione alle oggettive situazioni personali. “Da quanto segnalatoci apparrebbe evidente che dette detrazioni vengano effettuate in maniera arbitraria, con abuso di diritto, senza tener in debita considerazione i contrapposti interessi dei poliziotti e delle loro famiglie – denuncia lo SNAP – . La Giurisprudenza Amministrativa ha rilevato che la Pubblica Amministrazione, per principio consolidato in giurisprudenza e tenuto conto del principio di buona fede oggettiva e di solidarietà sociale (art. 2 della Costituzione), non poteva attivare il procedimento, volto al recupero della suddetta retribuzione, “in via automatica, generalizzata e indifferenziata a qualsiasi concreto di indebita erogazione…di somme ai propri dipendenti, dovendosi aver riguardo alle connotazioni, giuridiche e fattuali, delle singole fattispecie dedotte in giudizio, tenendo conto della natura degli importi di volta in volta richiesti in restituzione, delle cause dell’errore che ha portato alla corresponsione delle somme in contestazione…”(Cfr. Consiglio di Stato, Sez. II, sent. n. 5014/2021).
L’accusa
“La mancanza di forme di sostentamento risulta in contrasto con la imperatività delle disposizioni di cui al comma 2 dell’art. 2 del D.Lgs. n. 165/2001 e con le disposizioni del codice dell’ordinamento militare di cui ai commi 1 e 2 dell’art. 2267 del D.Lgs. n. 66/2010 – denuncia lo SNAP. Per questi motivi, nell’interesse della categoria rappresentata, il sindacato ha dato mandato al proprio team legale “Studio Legale Parenti” per l’invio di un documento in cui vengono formalmente chiesti chiarimenti sulle modalità adottate per le ritenute prelevate dallo stipendio dei dipendenti e, specificatamente, per sapere se le stesse siano riferite al lordo ovvero al netto stipendiale, per conoscere le specifiche voci contabili.
Lo Studio legale Parenti. Si è rivolto al Ministero dell’Interno, Ufficio per le Relazioni Sindacali, per “Richiesta di chiarimenti in ordine le trattenute stipendiali – SNAP – Sindacato Nazionale Appartenenti Polizia”.
Il testo.
Premesso che: 1) l’Amministrazione notificava con provvedimenti dei rispettivi Comandanti di Corpo o di Ufficio l’ immediata sospensione dal diritto di svolgere l’attività lavorativa, ai sensi del Decreto Legge 26 Novembre 2021, n. 172, art. 2 comma 3, pubblicato in Gazzetta Ufficiale n. 282 del 26 novembre 2021; 2) La suddetta sospensione rilevava anche sul piano economico, in quanto i dipendenti non hanno percepito la retribuzione per tutto il periodo di sospensione né è stato corrisposto alcun emolumento; 3)La decurtazione, relativa al recupero della retribuzione, veniva indicata in busta paga alle voci “ARRETRATI STIPENDIO ANNO PRECEDENTE” e “ARRETRATI STIPENDIO ANNO CORRENTE”; 4) L’assenza di retribuzione e di qualsivoglia forma di emolumento è tuttavia in contrasto con la imperatività delle disposizioni di cui al comma 2 dell’art. 2 del D.Lgs. n. 165/2001 e con le disposizioni del codice dell’ordinamento militare di cui ai commi 1 e 2 dell’art. 2267 del D.Lgs. n. 66/2010.E’ pertanto evidente che dette detrazioni sono state effettuate in maniera arbitraria, con abuso di diritto, senza tener in debita considerazione i contrapposti interessi dei dipendenti, soprattutto sotto il profilo economico causandogli un notevole nocumento che è in corso di quantificazione. Ed invero, sul punto non può che rilevarsi che in fattispecie similari la Giurisprudenza Amministrativa ha rilevato che la pubblica amministrazione, per principio consolidato in giurisprudenza e tenuto conto del principio di buona fede oggettiva e di solidarietà sociale (art. 2 della Cost.), non poteva attivare il procedimento, volto al recupero della suddetta retribuzione, “in via automatica, generalizzata e indifferenziata a qualsiasi concreto di indebita erogazione…di somme ai propri dipendenti, dovendosi aver riguardo alle connotazioni, giuridiche e fattuali, delle singole fattispecie dedotte in giudizio, tenendo conto della natura degli importi di volta in volta richiesti in restituzione, delle cause dell’errore che ha portato alla corresponsione delle somme in contestazione…”(Cfr. Consiglio di Stato, Sez. II, sent. n. 5014/2021).Per tutto quanto esposto, si chiede: che l’Amministrazione in indirizzo voglia fornire chiarimenti sulle modalità adottate per le ritenute prelevate dallo stipendio dei dipendenti e, specificatamente se le stesse siano riferite al lordo ovvero al netto stipendiale e le specifiche voci contabili.
Primo Maggio: dei lavoratori?
“Come sindacato – conclude il comunicato dello SNAP – riteniamo ignavo in alcuni casi e colpevole in altri l’atteggiamento di chi, rappresentando i lavoratori TUTTI e ribadiamo TUTTI, abbia acconsentito senza batter ciglio o addirittura sollecitato, la privazione di qualsiasi forma di sostentamento legata a scelta sanitarie – ha denunciato la Segreteria nazionale dello SNAP – . Questi sono gli stessi sindacati che oggi scendono in piazza a festeggiare il 1° Maggio, a festeggiare il lavoro ed i lavoratori, facendo finta di dimenticare questa buia pagina sindacale che ha connotato il recente passato. Lo SNAP non dimentica ed è qui a chiedere chiarezza su quanto sta ancora accadendo”.

Beatrice Bardelli, giornalista, vive a Pisa dove si è laureata alla Facoltà di Lettere in Lingua e Letteratura tedesca (indirizzo europeo). Iscritta all’O.d.g. della Toscana dal 1985, ha collaborato con numerose testate tra le quali Il Tirreno, Paese Sera, Il Secolo XIX, La Nazione e L’Unione Sarda. Si è occupata di cultura, spettacoli – teatro e cinema, ambiente, politica, società e salute. Dal 2000 attivamente impegnata nelle lotte dei vari movimenti e comitati a difesa dell’ambiente e della salute, dell’acqua pubblica e contro il nucleare, collabora con la Rete per la Costituzione.