di ANDREA APPETITO – Inseguire i miraggi di gelidi laghi alpini dove la terra trasuda afa abbacinante, ascoltare il crepitio dei semi.
Dovremo leggere infine gli antichi padri del deserto e supplicare le loro allucinazioni. Sognare la rugiada prima dell’alba in una tregua che dura un sospiro e resistere durante il giorno e la notte alla sabbia di un corpo diventato clessidra. Inseguire i miraggi di gelidi laghi alpini dove la terra trasuda afa abbacinante. Ascoltare il crepitio dei semi che si schiudono al fuoco dell’estate perenne e cadono nel talco dei sentieri. Cercare rifugio nelle piccole ombre di boschi decimati dalla ceduazione. Rimpiangere il verde nelle piazzole autostradali e nelle gallerie sotto i ponti in antiche cloache pregare affinché dal cielo cada una goccia. Non mi chiedo nemmeno di cosa si occuperanno gli scrittori perché è impossibile scrivere senza acqua. O cosa voteranno gli elettori alla ricerca di nuovi rabdomanti capaci di picchiare le pietre e far sgorgare l’acqua.
(foto: licenza pxhere – https://pxhere.com/it/photo/99190)

Andrea Appetitoè nato a Roma nel 1971 e insegna Filosofia e Storia in un liceo dei Castelli Romani. Scrittore con il romanzo “Tomàs” (2017), al quale segue “Vietato calpestare le rovine” (2019). Tra le sue opere “Cluster bomb” (2002), la partecipazione all’antologia di racconti su Roma “Allupa allupa” (2006), il testo teatrale “L’eredità” tradotto in portoghese e messo in scena a Rio de Janeiro (2006); ha realizzato con Christian Carmosino alcuni cortometraggi e il film-documentario “L’ora d’amore” (in concorso al III Festival Internazionale del Film di Roma, 2008), con Gianluca Solla ha scritto il breve saggio “Senza nome” (tradotto in spagnolo e pubblicato nell’edizione collettiva “Il impasse de lo politico, 2011); con Cosimo Calamini e Carmosino è autore della sceneggiatura “Emma e Maria” (finalista del Premio Solinas, 2014); è presente nell’antologia “Sorridi: siamo a Roma” (2016).