Dopo le castagne prosegue la rassegna, quasi alla fine, sugli utensili da cucina. Qui si parla del frullatore versatile a immersione
Il mortaio, nella storia della cucina, ha avuto una grande rilevanza. Come si potrebbe avere la stessa rilevanza nell’aver capito che gli stessi utensili da caccia della preistoria potevano essere utili per cucinare. E come si potrebbe avere la stessa rilevanza da quando sono stati inventati i robot da cucina e i loro cosiddetti figliastri, i frullatori ad immersione.
È un elettrodomestico che unisce da una parte la motorizzazione al taglio di un robot da cucina, con la lunghezza e la maneggevolezza di un oggetto che può immergersi nelle pietanze e negli alimenti senza che vengano tolti dalle ciotole, dalle bacinelle o addirittura dalle pentole ancora caldi.
Non si può pensare ad una dotazione di cucina che non abbia un elettrodomestico del genere. Partendo dai primordi dell’invenzione di questo oggetto meraviglioso, con un pezzo unico attaccato al motore che lo fa funzionare, si arriva fino alla scelta di farne un due pezzi, le lame con il motore staccabile per meglio lavarle sotto l’acqua. E poi si è fatto un ulteriore passo avanti, con la possibilità di dargli tutta una serie di accessori chelo rendono un motore da taglio molto più evoluto. Con un tritatutto attaccabile e con una frusta e tanto altro.
Se ne può forse parlare in termini di unicità? Non credo. Un sistema cucina, anche per la più semplice delle massaie, è un sistema misto. Perchè ci sono cose in cui un elettrodomestico arriva e altre in cui non è possibile arrivare. Quindi un bravo robot da cucina si affianca molto volentieri ad un frullatore ad immersione. Tutto da solo non può fare. Si può dire di essere un “braccio corto” nella scelta del proprio modello? Si e no. Ci sono casi di uso bruto. Altri di uso minimo. In base a quanto, bisogna organizzarsi.
Foto: https://pixabay.com/it/vectors/frullatore-a-immersione-miscelatore-144991/
Matteo Baudone, giornalista. E’ nato a Pietrasanta nel 1984.