Tavola apparecchiata – Posate: plastica

Posate di plastica come vaso di pandora nella fruizione del cibo fuori casa. Ma bisogna adattarsi alle posate compostabili

Aver unito la plastica alle posate ha, in tutto e per tutto, scoperchiato un vaso di Pandora. Perrchè quello che prima era vincolato al metallo, è stato liberato in praticità e leggerezza. Nessuno potrà negare che quando si organizza una festa o si va a fare un picnic, avere le posate di plastica è una liberazione. Non si deve lavare nulla. Non si deve raccogliere nulla. Non si deve contare nulla. Quindi è una liberazione.

Non si può non pensare a quando si organizzava una festa o una scampagnata. E in quel caso si doveva affidarsi ai cestini da picnic. Con le posate in metallo, con i piatti di coccio, con i bicchieri di vetro. E con le bottiglie di vetro. Aver liberato dal peso fisico delle posate di plastica ha dato libero sfogo alle persone di poter mangiare all’aperto e lontano da casa propria. E dal corredo delle proprie posate casalinghe.

Che bene inteso non sono uno sbaglio. Lo sono state nel recente passato con la plastica usa e getta di tipo non compostabile. Adesso esistono delle plastiche che fanno il loro lavoro di posate di plastica. Ma dopo di quello, possono degradarsi e non essere un materiale inquinante.

Parlando strettamente di cucina, non c’è un vero e proprio utilizzo. Ma non si può non parlarne in quanto parte successiva della cucina e del cucinare del singolo. Perchè non può esserci festa se dopo non c’è un buffet da cui mangiare le pietanze cucinate. E per mangiare si può anche andare verso la posateria di plastica. Solo si deve avere l’accortezza di non considerare, anche se compostabili, le posate di plastica un rimedio contro i piatti da lavare. Bisogna riscoprire la posateria riutilizzabile. Perchè è una prospettiva anti inquinamento della singola, piuttosto dell’acqua e del sapone che serve per lavare lo sporco.

(Foto: https://pixabay.com/it/photos/cucchiaio-cucchiaio-di-uova-2483768/)