Thanksgiving Day gli americani a Il Soggiorno a Pedona.

Thanksgiving Day gli americani a Il Soggiorno a Pedona

di ALDO BELLI – (FOTO) Suscita una certa meraviglia vedere due tacchini di oltre cinque chili e gli americani riuniti in un piccolo paese.

Suscita una certa meraviglia vedere due tacchini di oltre cinque chili a Pedona, nel forno del ristorante “Il Soggiorno” sulla rocca di uno degli antichi castelli della Versilia. “Niente olio” dice Daniela Cecchi, “solo burro, tanto burro”, mentre la sorella Francesca gira il mestolo nel pentolone del Mashed potatoes, una purea di patate molto simile al nostro purè, ma inspido perché destinato ad essere arricchito direttamente sulla tavola con salse secondo i gusti personali.

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“Questo è il quindicesimo anno di fila che vengono qui a festeggiare il Giorno del Ringraziamento” mi dice Angelo, fratello di Daniela e Francesca, che ha preso il via a stappare bottiglie di birra. Sul grande tavolo imbandito in veranda, tra composizioni floreali e manicaretti vari made in Usa con la variante internazionale del pinzimonio accompagnata da una particolare crema al formaggio, però c’è anche il Sangiovese nelle brocche di vetro, che non mi pare sia disdegnato nei calici.

Tutto il cibo proviene dai partecipanti, ciascuna coppia arriva con un vassoio in alluminio preparato a casa, è anche questo un modo per sentirsi partecipi di una festa in famiglia, intorno al tavolo a mezzo ferro di cavallo apparecchiato per oltre trenta persone, delicatamente decorato e senza dimenticare le fiammelle delle piccole candele. Solo i due tacchini sono stati consegnati alla cucina del ristorante Il Soggiorno al mattino, per finire nel forno al momento giusto e poi passare dal coltello ammaestrato del capostipite, Francesco Cecchi, per venire serviti. La nonna Gabriella si è limitata, come da ordinazione, a preparare la torta di mele: un po’ adattata all’americana nel volume, ma con il distinguibile gusto della tradizione toscana.

Daniele Francesconi, marito di Francesca e genero di Francesco e di Gabriella, alle sue spalle ha la formazione del mitico Nebraska, suo padre Tizianone, l’enoteca sulla via del Magno che alla fine degli anni Settanta divenne un simbolo cult della Versilia del gusto e della buona compagnia. Con l’arrivo di Daniele, ormai da molti anni, anche Il Soggiorno è diventato un luogo dove l’aria familiare insieme alla cucina rigorosamente tradizionale, impreziosita da una selezione di vini esclusivamente toscani da lui selezionati nelle cantine e spesso meno conosciuti, rende felici i clienti prima ancora che appagati dai piatti sfornati dalla cucina. Mi accompagna dalle animatrici del Thanksgiving Day, mentre Angelo, la colonna portante e paziente vittima delle mie dimenticanze, mi ha recuperato dall’emporio un bloc notes.

“Piacere, io sono Eileen” si presenta la signora ai fornelli con un italiano claudicante, nonostante viva in Italia da tanto tempo. E’ originaria del Colorado. Tutta la comitiva riunita per l’occasione orbita nella provincia di Lucca, la maggior parte lavora o ha lavorato nella nautica viareggina. Un signore con la confidenza naturale della lingua italiana, mi confessa di essere arrivato a Camaiore dagli Stati Uniti diciotto anni fa e di averci piantato le radici. “Non credo esista un posto più bello di questo dove vivere”.

Poi è la volta delle sue amiche alla testa dei festeggiamenti, Raya di New York, Nikki che invece proviene dall’Inghilterra, e Karin. Ma la sorpresa è Dylan. “Si scrive come Dylan Dog?” gli chiedo. “Sì” mi risponde con un bel sorriso sotto un caschetto di capelli biondi. Lui è nato in Italia, da padre inglese e da madre svizzera. “Ah! La signora del Pâté di fegatini di pollo con il Grand Marnier?” ribatto d’istinto. Dylan sorride di nuovo, mentre il padre da dietro si allunga richiamando l’attenzione della moglie per segnalare il mio apprezzamento. Dylan frequenta l’ultimo anno dell’Istituto Nautico di Viareggio. Mi aiuta a districarmi nelle varie prelibatezze per me astruse preparate nelle cucine di casa.

C’è il Pumpkin pie, la torta di zucca impreziosita da un mix di spezie tipica del Thanksgiving Day. Il Roasted Cauliflower, cavolfiore gratinato al forno ottimo da cospargere sui crackers salati. Non mancano le Sweet potatos, le patate dolci cotte al forno; lo Stuffing, “E’ un ripieno di pane, funghi, cipolla e castagna che si mangia come accompagnamento al tacchino” mi spiega Raya, la newyorkese, gonna nera e gilet di lana sormontato da una elegante e sobria collana di perle che le cade sullo scollo dal quale traspare appena l’intimo rosa ricamato. “La Cramberry Sauce è una salsa di mirtilli, anche questa è tipica del Giorno del Ringraziamento, come i… come li chiamate voi?…” e con le parole le mani circoscrivono la misura, “I cavoletti di Bruxelles al forno” risolve subito Dylan.

Il Thanksgiving Day è forse la festa che più rappresenta il carattere del nord America, riunisce valori religiosi e laici, il significato della famiglia, l’orgoglio dell’appartenenza, quella visione della vita e del mondo nel quale finisce labile il confine tra il senso personale della famiglia e la famiglia più grande che accomuna tutti gli americani, nativi o di adozione.

Il 3 ottobre 1789, il presidente George Washington emanò un proclama che indicava giovedì 26 novembre 1789 come festa ufficiale di “sincero e umile ringraziamento“. La nazione celebrò quindi il suo primo Ringraziamento sotto la sua nuova Costituzione. Il 3 ottobre 1863, il presidente Lincoln rese la tradizionale celebrazione del Ringraziamento una festa nazionale da commemorare ogni anno a novembre.

All’inizio della presidenza di Franklin Delano Roosevelt, il Ringraziamento non era una festa fissa; spettava al presidente emanare un Proclama del Ringraziamento per annunciare la data in cui sarebbe caduta la festa. Il presidente Abraham Lincoln aveva dichiarato il Ringraziamento festa nazionale l’ultimo giovedì di novembre nel 1863 e la tradizione imponeva che venisse celebrato l’ultimo giovedì di quel mese. Ma questa tradizione era difficile da continuare durante i tempi difficili della Grande Depressione.

Il primo Ringraziamento di Roosevelt in carica cadde il 30 novembre, l’ultimo giorno del mese, perché novembre quell’anno aveva cinque giovedì. Ciò significava che mancavano solo circa 20 giorni di shopping a Natale; i leader aziendali temevano di perdere le entrate tanto necessarie che una settimana extra di shopping avrebbe loro garantito. Chiesero al presidente Roosevelt di anticipare la festa dal 30 al 23 ; Roosevelt scelse di mantenere la festa del Ringraziamento l’ultimo giovedì del mese, come era stato per quasi tre quarti di secolo.

Le Signore del Thanksgiving Day mi hanno invitato a sedermi alla loro tavola. Mi sono sempre chiesto come facesse la carne di un tacchino così grosso a non essere stopposa, mi sono dovuto ricredere. “Che ne dici?” mi chiede Daniele. “Morbida come burro” rispondo. “Sì, ma non è merito mio, è merito della cucina”.