di BEATRICE BARDELLI – Antonio Ferdinando Di Stefano, in prima nazionale ieri a Lucca nell’ambito del “Puccini Chamber Opera Festival 20-21”
In un momento storico “dissestato” come questo in cui stiamo vivendo, dove il “vero” non è mai così vero e dove le “fake news” stanno minando le certezze granitiche di molte persone, anche il mondo dell’arte si fa portavoce di tale disagio. In particolare il mondo della musica. Ma non quella cosiddetta “leggera” dei grandi concerti estivi all’aperto che attraggono folle di fans che ritmano con la voce e con i corpi le canzoni del momento. Il mondo musicale che si è avvinato a trattare un tema tanto moderno ed attuale come quello dell’incidenza sulla verità delle “fake news” è quello della musica… operistica. Non meraviglia che una tale originale e brillante idea l’abbia avuta un giovane musicista di talento come Antonio Ferdinando Di Stefano, pisano, una laurea in musicologia all’Università di Pavia ed un diploma in pianoforte al Conservatorio di Livorno (ambedue con il massimo dei voti), le cui composizioni sono già state premiate più volte in festival nazionali come il Premio IDI di Nuova drammaturgia.
Di Stefano, artista ma soprattutto uomo del suo presente di cui sa percepire le modulazioni e gli umori, ha voluto dare vita ad una “autentica dissertazione sul falso e viceversa” creando concept e musica per un’opera decisamente fuori dagli schemi aulici della tradizione in cui ha mixato generi musicali diversi per portare sulla scena il libretto di Gabriele Micheli, una vera firma del teatro musicale, attuale direttore del Coro Vincenzo Galilei della Scuola Normale Superiore di Pisa, autore di un libretto, “Il pappatacio”, musicato da Silvia Marchetti che ha vinto, il 9 Giugno 2019, il premio “Valerio Valoriani” indetto dal Teatro del Giglio di Lucca per il miglior libretto d’opera nella stagione “Puccini Chamber Opera”.
The fake’s digress
E’ il titolo dell’opera che è stata rappresentata in prima nazionale ieri mercoledì 7 luglio al Teatro del Giglio di Lucca uno dei più importanti teatri di tradizione italiani riconosciuto ufficialmente come tale nel 1985, nell’ambito del “Puccini Chamber Opera Festival 20-21”, organizzato tra gli altri, oltre che dallo stesso Teatro del Giglio, dalla Puccini International Opera Composition Course, da Cluster-Compositori interpreti del presente e da Lucca Classica Music Festival. Un’opera per voce soprano (Maria Elena Romanazzi) accompagnata da Giovanni Vitali (pianoforte), da Emanuele Gaggini (clarinetto) e da Alberto Gatti (Live electronics) per la regia di Girolamo Deraca, le immagini video di Sandro Dall’Omo e la collaborazione artistica di Tanya Khabarova e Marco Di Stefano.
L’opera lirica: oggi
Nata agli albori del XVII secolo, quella che può essere definita la prima forma di melodramma creato in Italia, secondo gli esperti, fu l’Euridice, composta da Jacopo Peri sul testo pastorale del fiorentino Ottavio Rinuccini, rappresentata il 6 ottobre 1600 per i festeggiamenti delle nozze di Maria de’ Medici e del re di Francia Enrico IV. Da allora la forma d’opera si è trasformata come si sono trasformati i melomani appassionati di opera lirica. Oggi, alle soglie del secondo millennio, sarebbe improponibile mantenere gli schemi teatrali dell’opera otto/novecentesca.
“L’opera lirica di oggi è un mezzo di espressione che unisce il canto con le tecniche espressive del teatro, della musica del presente con tutte le sue sfaccettature, della danza e della videoarte che rappresentano i linguaggi contemporanei – spiega Antonio F. Di Stefano – il linguaggio musicale deve dialogare con queste arti pur rimanendo nella veste espressiva della voce lirica”. E l’appuntamento di mercoledì sera, al Teatro del Giglio a Lucca, costituisce la prima pietra miliare, la prima volta, che un’opera lirica si interfaccia con un tema di grande attualità, quello delle “fake news”, che sta sconvolgendo gli equilibri dei social. Un’Opera: interattiva. E’ stata costruita su vari stili musicali: dalla musica contemporanea ed espressionista a quella jazzata per passare alla parte lirica di canto spiegato ma anche alla musica da cabaret ed avanspettacolo attraverso intervalli di musica più materica basata sull’uso bizzarro della cordiera del pianoforte. La voce della cantante soprano passa dal melodico al recitativo per denunciare la “calunnia”, quell’altro da sé, che sembra vero ma non lo è e che porta tra la gente, in questo caso tra il pubblico, conflittualità e contrasto. C’è un video che mette in scena in maniera metaforica il turbine di notizie ed immagini che passa nella testa delle persone in questa società fortemente conflittuale e poco organizzata. Nel finale, la protagonista non riuscendo a risolvere il complicato enigma, chiede aiuto al pubblico. Sarà il momento in cui crollerà la cosiddetta “quarta parete” e la protagonista si rivolgerà al pubblico a cui chiederà se le notizie che lei ha proposto sono vere o false. Cantando e recitando, il pubblico dovrà reagire e dare la propria interpretazione personale.
Antonio Ferdinando Di Stefano
Ha avuto occasione di studiare con diversi autorevoli compositori italiani tra i quali Fabio De Sanctis, Fabio Vacchi, Fabrizio de Rossi Re e stranieri quali Pierre Savaugeot ed altri. Il suo percorso artistico si snoda tra musiche per il teatro (i progetti del “Teatro della comunità”di T.Khabarova-M.Di Stefano portati nei più importanti spazi teatrali italiani), cinema (ad esempio “La Verità Violata di R.Sesani” “Gol di Remo” con C.Monni di N.Giustini, “La giusta scelta” di G.Di Giorgio, “Articolo 1” di Davi-TrengiaCarcasci) ed infine alle musiche scritte per la compagnia di teatro danza Movimentoinactor di Flavia Bucciero (“Pinocchio”, “Stasera balliamo insieme, domani torneremo nemici” etc). Ha inoltre avuto modo di collaborare con importanti autori e registi tra i quali A.Vianello (ne “Il progetto di Bach e Mozart”) E.Siravo-V.Gravina (in Fra-intedimenti d’amore). Ha composto per i progetti della associazione “Clustercompositori del presente” in collaborazione con Etymos-ensamble sempre in un’ottica di ricerca timbrico-strumentale che utilizzi anche il linguaggio elettronico. Nella sua produzione sono presenti, inoltre, anche lavori strumentali-vocali dedicati al mondo della fiaba e presentati in spazi alternativi. Alcune composizioni sono state premiate in festival nazionali tra le quali citiamo il brano per pianoforte preparato “Il risveglio della coscienza” al Call-for Scores Festival di Camino al Tagliamento oppure le musiche per il cortometraggio “Gol di Remo” al Festival Finibus Terrae

Beatrice Bardelli, giornalista, vive a Pisa dove si è laureata alla Facoltà di Lettere in Lingua e Letteratura tedesca (indirizzo europeo). Iscritta all’O.d.g. della Toscana dal 1985, ha collaborato con numerose testate tra le quali Il Tirreno, Paese Sera, Il Secolo XIX, La Nazione e L’Unione Sarda. Si è occupata di cultura, spettacoli – teatro e cinema, ambiente, politica, società e salute. Dal 2000 attivamente impegnata nelle lotte dei vari movimenti e comitati a difesa dell’ambiente e della salute, dell’acqua pubblica e contro il nucleare, collabora con la Rete per la Costituzione.