di EDOARDO CAPPELLI – L’Occidente: non può né abdicare al rispetto dei diritti umani né rinunciare alla tutela della propria libertà.
Sabato 7 ottobre 2023 è una data che sarà ricordata sui libri di storia, a causa dell’attacco che il gruppo paramilitare palestinese di Hamas ha effettuato ai danni dello Stato di Israele, uccidendo civili, donne e uomini, decapitando neonati e bambini, facendo strage nei kibbutz ed attaccando la capitale Tel Aviv.
La risposta dello Stato ebraico verso Gaza è stata dura e violenta, con un conseguente spargimento di sangue, anche civile, nell’intento di reprimere Hamas.
Le conseguenze dell’attacco terroristico palestinese sono presto arrivate anche in Europa: a seguito del sostegno di Stati Uniti e Paesi europei ad Israele, si sono intensificate sia le manifestazioni a sostegno del popolo palestinese sia le minacce di attentati terroristici da parte di fondamentalisti islamici.
La Francia ha vietate le suddette manifestazioni, mentre in Germania, nonostante il divieto, i sostenitori della Palestina si sono riuniti a Berlino dove sono seguiti gli scontri con la polizia, intervenuta per interrompere il lancio di petardi, pietre e bottiglie da parte della folla.
In Italia il ministro degli esteri Antonio Tajani ha voluto difendere la libertà di espressione dei manifestanti filo-Palestinesi, rifiutandosi di vietarle purché non degenerino con violenza o siano di intralcio alla sicurezza nazionale.
Questa linea “morbida” e liberale è stata adottata anche negli Stati Uniti, tuttavia la posizione sostenuta dall’attuale segretario di Forza Italia non è stata condivisa dall’ambasciatore di Israele in Italia, Aron Bar, che si è detto addolorato per le numerose manifestazioni pro-Palestina che si sono svolte nel nostro Paese.
Dal punto di vista della sicurezza internazionale, invece, le conseguenze della ripresa delle ostilità fra Palestina ed Israele hanno fatto presto a manifestarsi. A Bruxelles, in Belgio, un uomo di origini tunisine, ha fatto fuoco con un kalashnikov, uccidendo due persone. Ad Arras, in Francia, un 20enne ceceno ha ucciso a coltellate un professore di lettere. Un altro 24enne è stato fermato dalla polizia dopo che è stato trovato armato di coltello. Nei primi due casi, le uccisioni sono avvenute sempre al grido di “Allah Akbar”. Numerosi sono stati poi, nei giorni successivi i falsi allarmi che hanno portato ad evacuazioni (come accaduto in una scuola ebraica del ghetto di Roma)e alla intensificazione dei controlli in diversi aeroporti, questo soprattutto in Francia, dopo un falso allarme bomba alla reggia di Versailles.
In tutta Europa sono stati aumentati i controlli alle frontiere(come nel caso dell’Italia con la Slovenia), che hanno causato di fatto la temporanea sospensione degli accordi di Schengen per la libera circolazione dei cittadini all’interno dell’Unione Europea. Tale procedura è stata effettuata anche da Austria, Germania, Norvegia, Repubblica Ceca, Polonia, Slovacchia, Svezia e Francia.
In Europa torna quindi il terrore per l’estremismo islamico e per il terrorismo: le belle parole spese a seguito degli attentati di Parigi del 2015 ed i maldestri tentativi di risoluzione dei problemi, non hanno portato ad un aumento della sicurezza all’interno dell’UE ed ancora oggi, 8 anni dopo, siamo tornati ad avere paura di circolare liberamente per strada.
La guerra in Ucraina prima e l’attacco ad Israele poi, connesso alle conseguenti ripercussioni verificatesi nel panorama europeo e mondiale, dimostrano che è in corso un attacco generalizzato alle democrazie liberali, che deve farci riflettere su questioni di libertà e di sicurezza che in passato avevamo sempre date per scontate. Deve farci riflettere sulla direzione che rischia di prendere l’Occidente: non si può né abdicare al rispetto dei diritti umani né rinunciare alla tutela della propria libertà.
L’Occidente tutto si trova adesso ad affrontare una delle sue prove di forza più importanti: la lotta senza quartiere all’intolleranza ed alla violenza, pur nel rispetto delle differenti idee ed opinioni. È una sfida alla quale non ci possiamo sottrarre ma che, se saremo in grado di superare, potrà essere in grado di garantire pace e stabilità per un lungo periodo.
(foto: licenza pxhere – https://pxhere.com/it/photo/607888)

Edoardo Cappelli è nato nel 2001, vive a Casoli frazione di Camaiore, studente alla Facoltà di Scienze Politiche dell’Università di Pisa.