Una misteriosa scomparsa

Toscana – La corsa alla presidenza del Parco Naturale

di FRANCO M. ALLEGRETTI – La corsa per la nuova presidenza del Parco di San Rossore nasconde i veri destini, sui quali pesano i confini.

La famosa opera di Igor Stravinskij, Le Sacre du printemps, può rappresentare degnamente l’attuale situazione che si sta vivendo tra Firenze, Pisa e Viareggio. Nei prossimi giorni, Eugenio Giani dovrà nominare il nuovo presidente del Parco di San Rossore, Massaciuccoli, Migliarino, Coltano. Archiviata la grigia presidenza dell’architetto Maffei Cardellini, per un antico patto di alternanza tra pisani e viareggini alla guida del Parco la prossima nomina dovrebbe spettare ad un pisano.

Se valesse il “merito”, l’architetto Oreste Giorgetti sarebbe il nuovo presidente per acclamazione. Ma viviamo tempi in cui il merito non è granché considerato. E anche se l’architetto Oreste Giorgetti è da sempre persona impegnata nella difesa dell’ambiente, conoscitore delle aree del Parco e delle cose che necessitano, persona stimata e preparata, sono in pochi a puntare su questa possibilità. Invece. vanno per la maggiore due candidature.

La prima candidatura alla presidenza è quella di Lorenzo Bani, attuale presidente regionale della UISP, nonché presidente della società APES di Pisa, la ex Iacp, già assessore allo Sport negli anni ’80 delle giunte di sinistra. Da sempre socialista. Anche se il PSI non esiste più, continuano ad esistere i socialisti, come Eugenio Giani ad esempio.

La seconda candidatura è quella del potente avvocato Giuseppe Toscano. Da sempre molto vicino alla Giunta Filippeschi, in particolare per i suoi interventi salvifici nella ingarbugliata vicenda dell’insediamento IKEA. Ora molto vicino al sindaco Conti, in particolare come avvocato del Pisa SC, sulla esplosiva vicenda del nuovo Stadio e della Moschea.

Se le cose si limitassero a questo, sarebbe una delle tante vicende di avvicendamenti in società o enti pubblici, con le solite regie della politica. Invece, qui la questione accuratamente nascosta è il destino del Parco.

E’ noto, infatti, che da parte viareggina, sia la Giunta Lunardini, che Del Ghingaro non hanno mai nascosto il loro fastidio per le norme di tutela che la presenza del Parco impone anche al Comune di Viareggio. A Pisa, con l’avvento della Lega sono emersi rigurgiti mai sopiti, accuratamente mascherati sotto lo slogan “Siamo per lo sviluppo del litorale” e altre banalità di questo genere. La ferita della costruzione del Porto a Marina è stata la manifestazione che il vecchio modello di sviluppo basato sulla distruzione dell’ambiente ha sempre camminato. Oggi, quindi, si riproporrà la questione dei confini del Parco.

Il Parco nel lontano 1985 aveva mantenuto un livello di ambiguità tra zone interne e zone sterne. Oggi per alcuni, innamorati della “transizione ecologica”, è il momento giusto per ridurre il Parco ad un relitto di zone buscate, accerchiate dall’urbanizzazione e assalito dall’inquinamento. La partita che si gioca è tutta qui.

Il nuovo presidente, aiutato dalla “transizione ecologica” di moda, potrà sempre affermare e dichiarare che siamo nella transizione (cioè in marcia), ma non siamo ancora arrivati. E nel frattempo possiamo consolarci con nuove opere, interventi, e quant’altro distruggendo il Parco Naturale.