Tra qualche settimana si vota, auguri

di GIANCARLO ALTAVILLA – Ieri sera in TV, destra-sinistra, in fondo vivere con meno di 1.000 al mese è possibile, ormai ci sono abituati.

Fare il bagno nella vasca è di destra, fare la doccia è di sinistra. Un pacchetto di Marlboro è di destra, ma se è di contrabbando è di sinistra.

Così cantava Giorgio Gaber, per dirci che ‘la gente è poco seria quando parla di sinistra o destra’.

Erano gli anni ’90 del secolo scorso: i grandi partiti, le ideologie, le masse e le lotte di classe c’erano ancora, e le parole di Gaber suonarono (ai più) un po’ stonate e nichiliste. Penso che la canzone di Gaber fosse sagace premonitrice non di un azzeramento delle ideologie, quanto di una crisi delle idee, che ha finito per confondere l’incompetenza e, a volte, la vera e propria ignoranza, con la modernità, il semplicismo con la semplificazione.

Le ideologie non ci sono più, perché nessuno le conosce. Ed è più facile pensare che la riforma della scuola pubblica consista nel comprare dei banchi con le rotelle, piuttosto che conoscere i principi del diritto allo studio o della riforma di Giovanni Gentile; come è più rassicurante (far) credere che il ministro degli Esteri debba solo viaggiare e frequentare i bei palazzi della diplomazia, piuttosto che conoscere la geopolitica e le culture straniere.

Ma non è mica di questo che voglio discorrere.

In questi primi giorni di campagna elettorale, i sedicenti leader della politica non elaborano programmi (né di destra, né di sinistra) ma strategie di marketing: allearsi o meno, farlo senza dirlo, affermare e poi smentire, promettere generosamente. Chi ha qualche anno alle spalle può essere disgustato, non sorpreso. E il sostegno a questi prossimi condottieri arriva dalla allineatissima stampa (di destra e di sinistra), pronta a dissimulare, sostenere, convincere, anche mentire, quando serve.

Ieri sera, ho assistito allo spettacolo televisivo di una giornalista dal passato casualmente glorioso (con un vecchio, breve quanto inutile incarico alla direzione de L’Unità), e tuttora In Onda. Il tema (anzi l’obiettivo) era quello di sbugiardare il sempreverde Silvio Berlusconi, che, con la sua generosità burlesque, ha promesso ai pensionati (elettori) una pensione di mille euro al mese. In studio, oltre la giornalista ed altri suoi colleghi, una ex ministra del Lavoro, nota per l’insuperato pasticcio degli esodati, ovvero gli apolidi del sistema previdenziale, senza lavoro e senza pensione.

La giornalista, con un sorriso sornione di chi sa dove vuole arrivare: – professoressa, ci dice quanto costa dare mille euro a tutti i pensionati?

La professoressa: – (a parte gli esodati, ndr) il costo sarebbe nell’ordine di quasi venti miliardi.

Sorriso giornalistico, silenzio tattico.

La giornalista: – quindi una misura impraticabile.

La professoressa: – impraticabile, certo, ma anche non necessaria, perché (ndr: non me ne vogliate, a parte i miei limiti lessicali, è proprio il pensiero dell’ex ministra che era un poco contorto) gli anziani che ricevono pensioni al di sotto di 1000 euro non è detto che abbiano bisogno di avere di più.

Visto? Berlusconi mente e la ex direttrice de L’Unità l’ha dimostrato, conti alla mano.

E allora, pensionati, non illudetevi: niente aumenti, le finanze non lo consentono (anche perché, dopo i miliardi spesi per finanziare le truffe edilizie, la cassa piange).

Nessuno è intervenuto, la stoccata elettorale era stata data e la giornalista aveva egregiamente compiuto il suo dovere. Pubblicità.

Io non lo so se fare il bagno nella vasca sia di destra e fare la doccia sia di sinistra. Sono certo però che se stai a sinistra non puoi, non porti il problema che in Italia ci sono milioni di persone che devono vivere con qualche centinaio di euro al mese.

Secondo me, anche se non stai a sinistra, ma sei una persona per bene, non puoi pensare e dire che chi guadagna poco ormai si è abituato, e quindi non c’è bisogno di dargli di più. La solidarietà e l’equità sociale, la redistribuzione del reddito, la dignità del vivere sono temi etici e politici, prima che contabili e finanziari.

È sicuramente vero che una integrazione degli importi delle pensioni sarebbe un impegno economico gravoso per il Paese, forse insostenibile: ma il compiacersi – dietro lo scudo di posizioni economiche elitarie e francamente discutibili – della inattuabilità della promessa berlusconiana, senza dedicare una sola parola alla gravosità della questione sociale dei redditi poveri, è stata una porcheria (pardon, per stare in linea con lo stile radical chic della scenetta televisiva, incresciosa, a tratti inelegante).

Tra qualche settimana si vota, auguri all’Italia.

(foto. licenza pxhere – https://pxhere.com/it/photo/1084397