di GIUSEPPE RUDISI – Il santuario spezzino di Sant’Antonio a Gaggiola si arricchisce di una nuova e suggestiva opera d’arte donata dal pittore Federico Anselmi.
Si tratta di un‘originalissima Ultima Cena di grandi dimensioni che, secondo la tradizione francescana, sarà collocata nel Refettorio: il luogo dove i religiosi vivono la loro fratellanza consumando insieme i pasti e incontrandosi nelle pause delle loro incombenze di preghiera e lavoro. Provvisoriamente la tela farà bella mostra di sé dietro l’altare in modo che tutti i fedeli possano ammirarla e riflettere sui vari significati religiosi e artistici che essa emana.
Il dipinto è stato consegnato alla fraternità in forma solenne in prossimità della Pasqua alla presenza del Vescovo della diocesi spezzina Monsignor Luigi Ernesto Palletti, del Superiore della Comunità Francescana Padre Gianluigi Ameglio e della capo delegazione del Fai spezzino Marinella Curre Caporuscio.
La critica d’arte Giovanna Riu presentando l’opera del maestro spezzino vede: una composizione che si concreta su immagini essenziali, è spoglia di elementi decorativi, le forme sono semplificate, le figure sono come annunciate, non descritte. Il colore si modula sui bianchi, i bruni, poco rosso. Le figure emergono da un nero luminoso per i riverberi dell’oro, quell’oro che nel simbolismo cristiano è anche emblema della più elevata delle virtù, l’amore. Il fondo oro dei dipinti del Medioevo simboleggia la luce celeste. Il pane è già stato spezzato, si sta bevendo il vino. La rivelazione è già avvenuta. Osserviamo i volti e le mani dei discepoli, i loro sguardi “obliqui” rivolti verso il viso di Cristo alla sommità di un triangolo virtuale nel quale può essere racchiusa la scena. Si immagina il silenzio e lo stupore inconsapevole di verità e di un futuro -vicino e lontano- di cui ancora non si comprende la vastità.
Il critico Cremolini di fronte al dipinto vi legge l’intento di Anselmi di rappresentare: “…Gesù e gli apostoli, privilegiando la sensazione dell’unità che si coglie dalla posizione dei “dodici” alquanto stipata, proprio per offrire a Gesù corale vicinanza nel momento dell’ascolto delle sue profetiche parole: «Prendete, questo è il mio corpo. Prendete, questo è il mio sangue. Fate questo in memoria di me». Accomunati dai medesimi tratti fisici, non esageratamente deformati, gli apostoli trattengono tra le loro mani il pane e il calice di vino rosso, acclarando l’esigenza di verità perseguita dal pittore. La bellezza è estranea a quei volti attoniti, colti in gran parte in primo piano. Sono sguardi di persone che conoscono le ansie e le fatiche del lavoro quotidiano e che sprizzano luce divina nell’ambiente circostante. Il colore dell’oro, consueto nella pittura di secoli lontani, è, infatti, prevalente sulle cupe tonalità diffuse sulla scena ed ha la funzione di magnificare il prezioso dono della sacralità…”.
Federico Anselmi è un pittore di lungo corso nativo di Monterosso ma radicato nella città di Spezia dove ha lo studio; le sue opere sono state presentate in innumerevoli esposizioni e figurano in collezioni pubbliche e private sia in Italia che all’estero. Il Santuario Francescano di Gaggiola già si fregia di altre opere sacre del maestro spezzino, ci riferiamo a otto grandi tavole ispirate al Cantico delle Creature e altre otto dedicate alle Beatitudini Evangeliche che ciascun fedele che si avvicini all’altare del Santuario può ammirare ai suoi lati.
E’ proprio Federico Anselmi che ci parla della sua ultima opera:
Come è nata la sua Ultima Cena?
La mia Ultima Cena parte da una richiesta esplicita del Padre Guardiano. In quel momento mi sono sentito inadeguato a realizzare un’opera di così alto significato e con così tanti eccelsi artisti che nei secoli hanno affrontato quel tema. Può sembrare assurdo ma è stato un sogno che mi ha convinto a provarci: una notte mi è apparsa l’immagine che mi avrebbe guidato nella realizzazione e il risultato finale non è molto difforme da quella che avevo sognato. E’ stata un’esperienza molto originale anche per me. Nel dipingere la mia Ultima Cena ne sono stato così coinvolto che alla fine mi sembrava di essere uno dei personaggi quadro e di vivere insieme a loro quel momento che stavo rappresentando.
Dunque una pittura istintiva?
Sì, il mio modo di dipingere è alieno da ogni razionalità, dipingo senza pensare, allontano la mente, uso la parte più irrazionale del mio animo, è il solo modo per scatenare la mia energia creativa, quando ho finito e ho riposto guanti pennelli e colori, nel guardare il mio lavoro, divento uno spettatore stupito di quel che ho realizzato. E’ una delle prime cose che cerco di infondere ai miei allievi: “abbandonate la mente mentre dipingete…”, è così che è nata la mia Ultima Cena.
Come tela per le sue opere utilizza delle vere parti di vele dismesse dalle imbarcazioni, come mai questa scelta? Le ha usate anche per l’Ultima Cena?
E’ un materiale che adopero da molto tempo, per utilizzarle è necessaria una preparazione certosina, quelle che ho usato per l’Ultima Cena ma anche per molti altri miei dipinti sono vele dismesse della Vespucci, è un tessuto di canapa lavorato sul fiume Olona, oltre alla robustezza quel che mi affascina di questo materiale è il suo vissuto, mi immagino tempeste, onde giganti, paesi lontani, vento che le gonfia, marinai che le issano… insomma: all’energia che promana dalla tela aggiungo i miei colori e la mia creatività.
Nella storia dell’arte la raffigurazione dell’Ultima Cena è tra i soggetti più rappresentati, anche nella contemporaneità, come si è accostato a questa tradizione?
Per mia natura evito persino di replicare mie opere pertanto, mi sono posto rispetto al soggetto da rappresentare, come ho detto, in modo del tutto istintivo evitando di associare ai volti determinati apostoli come per esempio Giuda: solo chi guarda la tela può individuarlo secondo la sua percezione soggettiva. C’è chi ha visto sia visi femminili che visi lieti nonostante la solennità del momento ma è unicamente l’inconscio che gestisce l’immagine. Ognuno è libero di vedere nel mio quadro quel che vuole.
Federico Anselmi – Nato a Monterosso al Mare, si diploma all’Accademia d’Arte di Carrara, vive e opera alla Spezia. Intorno agli anni ‘ 80 punta ad una sua autonomia artistica con un’indagine su campiture stratificate. Terreno d’incontro della sua ricerca sull’astrazione sono le vele di imbarcazioni ottocentesche. Sulla tela, preparata con gesso per doratori e colla di coniglio, l’impasto viene steso con le mani fino a raggiungere la sovrapposizione di numerosi strati. La ruvida trama delle vele, trattata con imprimitura a base di grafite e colla di pelli per garantirne l’elasticità, è successivamente dipinta con mestiche pure e olio di noce. La vela e le foglie d’oro e d’argento si coniugano con i colori del mare della sua Liguria, e diventano il binomio che caratterizza il modo di essere dell’autore, che trova nell’arte informale veri e propri momenti di forza. Olone di canapa, intrise di salsedine, di energia e fatica, sfilacciate e forate in più punti, sotto le mani del pittore rinascono a nuova vita restituendoci il sapore del tempo passato e diventando il supporto previlegiato dell’artista per narrare di altri viaggi e di altri mari dell’inconscio. Tra le principali mostre si segnalano: Foire Internationale d’Art Contemporain, Nimes 2000; Mostra Mercato Internazionale d’Arte Contemporanea, Padova 2001; Shariah Art Museum, United Arab Emirates 2001; Premio Internazionale Arte Mondadori 2001; Villa Nobel, Sanremo 2005; Italo Calvino: un viaggiatore alla corte di Kubla Kan, C.A.M.e.C. 2005; le personali: Oratorio San Filippo, Genova 2001; Galleria d’Arte Via. de Coronari, Roma 2002; Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea, Pisa 2002; Galleria Studio d’Arte La Marina, Pietrasanta 2004; Palazzo della Provincia, La Spezia 2004; Fondazione il Fiore – Bellosguardo, Firenze 2005; Lyceum Club Internazionale, Firenze 2006; Castello di Lerici, 2007; L’Arte Navale nel Golfo della Spezia – Centro Allende – Regione Liguria 2008; Lyceum Club Internazionale in collaborazione con l’Accademia Navale di Livorno, Firenze 2008; Caffè Storico Letterario Giubbe Rosse, Firenze 2008; Museo Navale, La Spezia 2008; Camec, La Spezia 2009; Serigrafia per Camera di Commercio, 2009; Comune di Monterosso, 2009; Katedra Cakavskoga Sabra Grobniscine, Grad Grobnik, Kavle 2010; Sulla Rotta della Memoria, Cantieri Valdettaro, Le Grazie 2010. I Quadri della Camera, opere della Collezione della Camera di Commercio della Spezia, 2011; Castello Malaspina, Massa 2009; Maìna, Festa della Marineria, La Spezia 2009; Castello di Lerici, 2010. Centrale Enel, Sala E. Montale, 2010. Spezia Expo Egocentrica, 2011. Biennale della Solidarietà – Parternariato Culturale La Spezia e Venezia. Arte Expo, Torino – Natale, 2014. Il suo nome viene inserito nel Grande Annuario degli Artisti Italiani e Giapponesi Contemporanei, a cura di Amadei – Inoura – 2002. Newport University, California. Nel 2008 è stato invitato ad esporre i suoi dipinti all’Istituto Italiano di Cultura di Mosca con il Patrocinio del Presidente della Repubblica e nel 2012 alla 13° Biennale di Architettura di Venezia. Sue opere figurano in collezioni pubbliche e private in Italia e all’estero, tra i quali CAMeC – Museo di Arte Moderna e Contemporanea, La Spezia; Ufficio Istruzione dell’ Ambasciata Italiana a Mosca; Biblioteca delle letterature Straniere (Rudomino), Mosca; Deutsches Forschungzentrum fur Kunstliche Intelligenz Gmbh, Saarbruchen (RFT); Inspired Artisans, Milwaukee, WI (USA); General Secretariat for International Missions, Burlington; Art Museum, United Arab Emirates; Collezione Evgenij Evtushenko, Mosca; Collezione Ferruccio Battolini, La Spezia; Collezione Dino Carlesi, Pontedera; Collezione permanente di opere d’Arte della Prefettura della Spezia. Dal 2008 è presente con i suoi lavori al Premio Montale – Fuori di Casa e al Premio LericiPea. Nel 2014 porta a termine il progetto impegnativo di otto tavole a olio e tecnica digitale, ispirate al Cantico delle Creature e altre otto dedicate alle Beatitudine evangeliche, posizionate all’interno del Santuario di S. Antonio da Padova alla Spezia per le quali ha ricevuto il ringraziamento del Santo Padre, Papa Francesco Bergoglio. Tra le mostre recenti si ricordano: Castello S. Giorgio, La Spezia 2014; Artelier – Palazzo Ducale, Genova 2013, 2014 e 2015. MUMA, Musei del Mare e della Navigazione, Genova 2016. Ad aprile 2020, verrà inaugurata alla presenza del Vescovo, Monsignor Luigi Ernesto Palletti, la sua opera più recente: “L’ultima Cena” che sarà collocata nella sala del Refettorio del Santuario di Gaggiola. Testi critici a cura di: Enzo Fabiani, Dino Carlesi, Fernanda Pivano, Vittorino Andreoli, Giovanna Riu, Claudio Giumelli e Maurizio Vanni.
Giornalista pubblicista, è nato a La Spezia, laureato in Giurisprudenza a Pisa, ha lavorato nel settore bancario/assicurativo a Milano e a Siena dove tuttora vive e lavora. Ha collaborato con riviste economiche e finanziarie, e ha scritto per eventi culturali nazionali. Scrittore, ha pubblicato la raccolta di racconti “Carne Umana” e nel 2019 il romanzo “Un film già visto”. Collabora con Mondadori.