Vannino Chiti

VACCINI. Se Anche Vannino invita Giani a chiedere scusa

di ALDO BELLI – L’ex presidente della Toscana Vannino Chiti: ammettere gli errori, chiedere scusa, fare squadra e recuperare i ritardi.

Vannino Chiti, presidente della Regione Toscana dal 1992 al 2000. L’ho conosciuto in Via Alamanni quando non era ancora diventato segretario regionale del PCI, era stato sindaco di Pistoia. Uomo sobrio, una persona per bene, che non ha fatto mai parlare di sé per una poltrona: e prova ne è che da tempo sia ai margini della sinistra occupata militarmente dalla leadership in decomposizione del Partito Democratico. Non mi ha sorpreso, quindi, leggere ieri il suo pensiero sulla tragedia dei vaccini in Toscana, affidato ad un post su Facebook. Ecco cosa ha scritto Vannino.

“Mi pare sbagliata nel merito e nel metodo la polemica aperta dal presidente Giani nei confronti dei medici di base per i ritardi nelle vaccinazioni degli ultra ottantenni. Non è stata una loro responsabilità: avevano a disposizione fino a pochi giorni fa 6 vaccini a settimana e quelli hanno utilizzato. Le Regioni, Toscana compresa, hanno compiuto errori seri: molteplicità di criteri, categorie previste ma non tutte da inserire in ordine prioritario, ora addirittura alcune come la Campania che fanno contratti in proprio per i vaccini. Si sta distruggendo il regionalismo che non è moltiplicazione di staterelli. La fiducia dei cittadini sta venendo meno. Consiglierei di ammettere gli errori, di chiedere scusa, di fare squadra e recuperare i ritardi. È questo l’impegno prioritario, non lo scarico di responsabilità. Poi c’è da affrontare una grande questione nazionale ed europea: l’uso pubblico dei brevetti e dei vaccini, perché la vita delle persone non può essere affidata alle multinazionali”.

L’ex presidente dei toscani non ha usato i toni della retorica, non ha chiuso gli occhi di fronte alla realtà, e non ha perso l’occasione per suggerire il pericolo di rimanere impantanati nel contingente perdendo di vista il contesto più grande, ma vitale per tutti gli esseri umani: l’uso pubblico dei brevetti e dei vaccini, ovvero il dovere sacrosanto dello Stato (e degli Stati) di considerare la salute un bene primario non condizionato agli interessi ed ai poteri economici.

“Consiglierei di ammettere gli errori, di chiedere scusa” dice Vannino Chiti. E lo fa sfuggendo all’ipocrisia tipica di certa cattiva politica che tergiversa, o pensa di salvare il salvabile facendo quadrato non “per recuperare i ritardi”, ma per nascondere le proprie responsabilità delle quali il presidente Eugenio Giani è oggi il frutto evidente.

Certo è, che se anche Vannino si è sentito in dovere di esternare il proprio disagio, significa che la situazione in Toscana è veramente grave, e per questa ragione leggo nelle sue parole, pacate ma severe come nel suo stile di sempre, anche un messaggio di allarme verso una china politica e amministrativa della Regione che potrebbe diventare irreparabile.