Verso una società senza musica? Troveremo una soluzione

Difficile prevedere quando torneremo ad aprire i teatri e gli spazi aperti alla musica, ma una soluzione la troveremo comunque

Qualche mattina fa mentre mi recavo in auto a fare la spesa, ascoltando la radio che trasmetteva musica di Beethoven mi è sorto un pensiero: se non potessimo più godere della musica il mondo finirebbe! Parlo della musica in senso globale. In questo periodo di isolamento forzato, sul web si moltiplicano i collegamenti via streaming in cui cantanti, musicisti e danzatori cercano disperatamente un modo per potersi esprimere e sopravvivere lanciando un messaggio di speranza per il futuro. Molti si interrogano su quando e come si potrà riprendere a fare musica dal vivo. A tal proposito mi ricordo che quando ero studente di Conservatorio a Lucca, c’era un geniale insegnante di musica d’insieme, Severino Zannerini violoncellista dei Solisti Veneti, che disponeva gli allievi della sua classe a grande distanza l’uno dall’altro perché sosteneva che in tal modo erano costretti ad ascoltarsi con maggiore attenzione per andare bene a tempo e cercare di amalgamarsi come se fossero vicini. Insomma, credo che le soluzioni ci siano: nei teatri come negli spazi all’aperto si dovrà distanziare il pubblico e forse le orchestre e i cori avranno organici più contenuti che dovranno adeguarsi ad interagire nello spazio, ma si potranno aumentare le produzioni e fare lavorare tutti. Anche il pubblico si orienterà in un’offerta culturale più varia ed articolata tra i vari periodi della storia della musica. Gli amanti dell’Opera forse dovranno accontentarsi di spettacoli più vicini alla forma di concerto, ma potranno godere ugualmente dei cantanti loro beniamini. Suvvia non scoraggiamoci, e troviamo le soluzioni per poter ancora godere della musica, e senza dimenticarsi della Danza.