Non si può non parlare di utensili da cucina se non si parlasse del tagliare le pietanze per cucinare: il coltello da cucina
Dopo i taglieri, si passa all’altro oggetto che non può mancare: il coltello da taglio. Il compare inseparabile del tagliere in cucina. Perché l’uno senza l’altro non possono non esistere. Non ci sarebbe cucina e cucinare senza che la carne, il pesce, le verdure e il resto degli altri alimenti vengano trattati per poi essere messi nelle teglie e nelle pentole per essere cucinati.
Dire che esiste solo un tipo di coltello, sia per forma che per materiale, non è possibile. Bisogna dire che di coltelli ne esistono tanti. Dai più piccoli sia per lama che per manico fino ai più grandi e pesanti per lavori difficili e complicati.
Il maggior spartiacque nel mondo della coltelleria è tra quelli che vengono realizzati in plastica, in ceramica o in metallo. Tutti con il loro adeguato utilizzo. Ma senza nulla togliere l’uno rispetto all’altro.
Poi un altro spartiacque è la dimensione. Dai più piccoli scavini per decorazioni fino alle mannaie o ai coltellacci robusti che riescono, se ben affilati, anche a spezzare le ossa degli animali o le lische dei pesci.
Per il resto, e nelle intersezioni tra le categorie, esistono le più diverse combinazioni. Di cui ciascuno di noi è più o meno possessore in base alle preparazioni e agli alimenti che passano dalle singole cucine.
Riassumere qua brevemente ogni singolo particolare sarebbe troppo. Nei prossimi articoli ci sarà una indagine più adeguata passando in rassegna le singole particolarità. Una cosa si può dire genericamente: un coltello che non ha una adeguata affilatura, più o meno periodica in base al materiale, non è un coltello che può fare bene il suo lavoro.
(Foto: https://pixabay.com/it/vectors/coltello-cucina-affilato-1088529/)
Matteo Baudone, giornalista. E’ nato a Pietrasanta nel 1984.