Ana Fidelia Quirot, la campionessa olimpionica cubana

di BEATRICE BARDELLI – Ana Fidelia Quirot, la campionessa olimpionica cubana nota in tutto il mondo per il suo micidiale scatto finale.

Ha girato l’Italia in lungo e in largo per un mese, invitata dai locali Circoli di Italia-Cuba, Ana Fidelia Quirot, la campionessa olimpionica cubana nota in tutto il mondo dell’atletica per il suo micidiale scatto finale che le ha valso l’appellativo di “Tormenta del Caribe”, “Ciclone (o Tempesta) dei Caraibi”. Ana, che porta nel suo secondo nome di “Fidelia” la storia e la passione politica dei suoi genitori che lottarono a fianco del Comandante en Jefe, Fidel Castro, per il trionfo della Rivoluzione, è stata accolta a Pisa con gli onori e l’ammirazione che gli atleti del CUS (Centro Universitario Sportivo) ed i sostenitori dell’Associazione di Amicizia Italia-Cuba le hanno voluto tributare.

Ad accoglierla, al tavolo dei relatori, il segretario del Circolo di Pisa, Simone Contiero, e la storica allenatrice pisana di Atletica leggera, Ida Nicolini, mentre il terzo relatore, Soriano Ceccanti, campione paralimpico di scherma, è intervenuto via cellulare perché costretto a casa per motivi di salute. Tema dell’incontro lo Sport.

Simone Contiero ha introdotto il tema ricordando perché è nata l’associazione nel 1961, la sua attuale consistenza sul territorio nazionale, i principali progetti, nazionali e internazionali, e lo speciale rapporto di scambio a vari livelli tra Cuba e l’Italia grazie all’operato dell’associazione.

E’ stata Ida Nicolini, ex vicepresidente della Federazione italiana di atletica leggera, ad introdurre la campionessa cubana ricordando i suoi successi culminati nelle due vittorie della V Coppa del mondo di Atletica a Barcellona, nel 1989, nei 400 e negli 800 m. dove ottenne il massimo delle sue prestazioni con un tempo di 1:54.44 che le fece guadagnare il titolo di migliore atleta femminile al mondo. “La sua prestazione ancora oggi, a ben 33 anni di distanza, è al quinto posto nella graduatoria mondiale e questo significa – ha sottolineato Nicolini – avere corso come il vento. Ha corso come nessun altro ha potuto fare ed ha vinto 2 medaglie d’oro ai Mondiali di Göteborg, in Svezia, nel 1995 e di Atene nel 1997 dopo l’argento dei Giochi Olimpici di Atlanta del 1996, vincendo nel frattempo tutti i titoli dei Giochi panamericani dal 1983 al 1998. Nel mezzofondo Fidelia è rimasta una stella. La sua intelligenza, le sue incredibili qualità fisiche, la sua volontà ed i valori che la sostengono l’hanno fatta ritornare sul tetto del mondo a Ponce (Portorico) dove vinse la medaglia d’argento nei Giochi Centroamericani dei Caraibi appena 9 mesi dopo l’incidente domestico del 1993 che le ustionò il 38% del corpo”.

Sono fioccate le domande a Fidelia da parte del pubblico su come è organizzato lo sport a Cuba. La campionessa ha spiegato che a Cuba lo sport è un pilastro della formazione culturale e civile del cittadino per cui, essendo un diritto costituzionale di tutto il popolo che ha lo scopo di migliorare la qualità della vita di tutti, senza distinzione di età, è finanziato dallo Stato che ha predisposto programmi di educazione fisica per la persona durante l’arco della sua vita. A partire dalle donne in stato di gravidanza e dal bebé, dai 45 giorni di vita in poi, ed in seguito, su su negli anni, fino ad arrivare agli esercizi fisici programmati per i Circulos del abuelo. “A Cuba – ha continuato Fidelia – i talenti sportivi vengono selezionati fin da bambini, come è successo a me all’età di 12 anni, ed indirizzati alle Scuole dello Sport, ne esistono una per ogni Provincia, dove devono continuare anche a studiare”.

Ana ha denunciato le enormi difficoltà causate anche in ambito sportivo dal Bloqueo statunitense “che ogni anno che passa si fa sempre più duro” ed ha chiarito che non è vero che a Cuba è stato ripristinato lo sport professionale che tratta gli atleti come merce di scambio.” Ora, a Cuba, gli atleti possono andare a giocare all’estero ma è lo Stato che fa il contratto con il Club richiedente secondo le sue regole ben precise così l’atleta può guadagnare un po’ di soldi, circa l’80 % – ha spiegato – mentre il 20 %  va alla Federazione nazionale dello sport”.

La domanda più intima è stata formulata da Soriano Ceccanti, campione paralimpico, costretto su una sedia a rotelle dall’età di 16 anni quando un proiettile sparato dai Carabinieri lo colpì alla schiena mente partecipava alla contestazione del Capodanno dei ricchi davanti alla Bussola di Viareggio, il 31 dicembre 1968. Dal momento che ambedue i campioni hanno trovato nello sport una specie di loro riscatto per superare una situazione tragica, Soriano ha chiesto ad Ana “se ne è valsa la pena dedicare tanta passione e sacrificio allo sport e se in questo si è sentita realizzata”. “Sono stata per 20 anni nella Piramide di Alto Rendimento di Cuba e quando hai il riconoscimento del tuo paese e degli altri paesi – ha risposto Ana –  sì, ne è valsa la pena. Se ne vale la pena niente ti pesa”. Il doveroso ricordo delle gravi responsabilità dello stato italiano  nel  ferimento di Soriano ha dato al segretario Simone Contiero l’occasione per rievocare il vile attentato terroristico del 1976 “costato la vita a 73 persone, tra cui 24 giovanissimi schermidori cubani, perpetrato da persone spregevoli, rei confessi dei loro crimini, rifugiatisi negli USA e vergognosamente protette dalle istituzioni statunitensi che ne hanno impedito l’estradizione e un giusto processo”.

Un elogio a Cuba che ha voluto considerare lo sport un diritto costituzionale è venuto dal vicepresidente del CUS Pisa, Giuliano Pizzanelli. “In Italia il peso del fascismo che usava lo sport come propaganda di regime ha influenzato fortemente i padri e le madri costituenti che non se la sono sentita di inserirlo nella Carta Costituzionale – ha esordito Pizzanelli – . Oggi, dopo oltre settanta anni, nel marzo scorso, il Senato ha approvato la modifica dell’articolo 33 della Costituzione, quello sulla Cultura e sulla Scuola, ed ha introdotto questa frase: “La Repubblica riconosce il valore educativo e di promozione del benessere dell’attività sportiva in tutte le sue forme”. Il testo dovrà passare alla Camera e poi di nuovo a Senato e Camera dei deputati per l’approvazione finale”. Sono seguiti numerosi interventi di atleti giovani e meno giovani, tra cui quello del campione nazionale e finalista olimpico pisano Riccardo Materazzi, che hanno vivacizzato l’incontro terminato con le tante richieste di autografi e foto insieme alla supercampionessa, affettuosamente e meritatamente soprannominata “la Tempesta dei Caraibi”.