di GORDIANO LUPI – Un film che fa bene al cinema italiano, a quel cinema di poesia che Pier Paolo Pasolini ci ha insegnato ad apprezzare.
Emma Dante è scrittrice e commediografa, come regista la ricordiamo per Via Castellana Bandiera e Le sorelle Macaluso, intensa come pochi in questo Misericordia, che ritrae degrado e desolazione in un ambiente marino, provincia di Trapani, tra pescatori e guardiani di pecore, uomini di malaffare e prostituzione, sconforto e amore.
Arturo è il protagonista del dramma esistenziale, un adolescente epilettico, privo della parola, con il livello intellettivo di un bambino, allevato da tre prostitute (Anna, Nuzza e Bettina) in una catapecchia sul mare. Arturo è un bambino abbandonato su una scogliera dalla madre uccisa da un padre violento, che continua a tormentare il ragazzo, forse colpevole di ricordargli il giorno di un eccidio rimasto impunito.
Brutti sporchi e cattivi versione sicula, esplorazione di un degrado infinito e terribile, di un mondo violento e senza regole, arcaico e patriarcale, dove gli uomini sfruttano le donne, violentandole e uccidendole quando non servono più ai loro scopi. Per assurdo i personaggi più puri del film sono le tre prostitute che amano con tutto il cuore Arturo, essere fragile e sensibile, che gioca con i vecchi albi a fumetti, con un carillon, con la maschera subacquea e corre con i bambini, spesso nudo, in mezzo a discariche e immondizia.
Al tempo stesso ci sono le donne, pure loro fragili ma forti come determinazione e vitalità, pronte a sopportare violenza e a difendere i figli dagli abusi dei padri. Simone Zambelli è straordinario nei panni di Arturo, recita con lo sguardo e con semplici movimenti, danza e corre, grida e soffre, si abbandona a convulsioni e scoppi di pianto, si lascia abbracciare dolcemente dalle zie che lo proteggono con amore.
Tecnica di regia compiuta, camera fissa e suggestive panoramiche di ambienti marini e spaccati insulari, piano sequenza finale, stupende parti oniriche di corpi che scivolano in mare e danze che significano crescita, il passare del tempo. Fotografia intensa, solare, suggestiva, che immortala un degrado totale, uno spaccato di disperata povertà.
Montaggio consequenziale, rapido ma con i tempi del cinema d’autore; il film dura 95 minuti e non te ne accorgi, perché da ogni immagine sgorga la poesia. Colonna sonora ricca di musica popolare, mentre le sequenze finali scorrono sulle note di Avrai di Claudio Baglioni, idonee a sottolineare quel che accade ad Arturo – che non anticipo -, anche se forse sarebbe stata più indicata una canzone diversa, ma siamo nel campo del soggettivo. Misericordia è un film che fa bene al cinema italiano, a quel cinema di poesia che Pier Paolo Pasolini ci ha insegnato ad apprezzare.
Prodotto da Rai Cinema, purtroppo dopo la visione al Festival del Cinema di Roma, è stato programmato solo in poche sale. In provincia l’abbiamo visto grazie al benemerito Cinema Stella di Grosseto, ma tra qualche mese sarà su Rai 5 e su Rai Movie, anche se in televisione perderà molta poesia e suggestione fotografica. Consigliato, se amate il cinema vero, che fa pensare.
Regia: Emma Dante. Soggetto: Emma Dante (dalla piece teatrale). Sceneggiatura: Emma Dante. Elena Stancanelli, Giorgio Vasta. Fotografia: Clarissa Cappellani. Scenografia: Emita Frigato. Costumi: Vanessa Sannino. Musiche: Gianluca Porcu. Montaggio: Benni Atria. Produzione: Rosamont, Rai Cinema. Distribuzione (Italia): Teodora Film. Genere: Drammatico. Paese di Produzione: Italia. Durata: 195’. Lingua: Italiano, Siciliano (sottotitolato). Interpreti: Simone Zambelli, Simona Malato, Milena Catalano, Fabrizio Ferracane, Carmine Maringola, Sandro Maria Campagna, Tiziana Cuticchio.
Gordiano Lupi (Piombino, 1960) è il Direttore Editoriale delle Edizioni Il Foglio, ha collaborato per sette anni con La Stampa di Torino. Traduttore di autori cubani tra i quali Alejandro Torreguitart Ruiz, ha pubblicato numerosi libri su Cuba. Nella sua ampia saggistica sul cinema ha scritto su Fellini, Avati, Joe D’Amato, Lenzi, Brass, Cozzi, Deodato, Di Leo, Mattei, Gloria Guida, sulla storia del cinema horror italiano e della commedia sexy. Tre volte presentato al Premio Strega per la narrativa.