«Conosco le mie pecore e le mie pecore conoscono me, così come il Padre conosce me e io conosco il Padre, e do la mia vita per le pecore»
In quel tempo, Gesù disse: «Io sono il buon pastore. Il buon pastore dà la propria vita per le pecore. Il mercenario – che non è pastore e al quale le pecore non appartengono – vede venire il lupo, abbandona le pecore e fugge, e il lupo le rapisce e le disperde; perché è un mercenario e non gli importa delle pecore.
Io sono il buon pastore, conosco le mie pecore e le mie pecore conoscono me, così come il Padre conosce me e io conosco il Padre, e do la mia vita per le pecore. E ho altre pecore che non provengono da questo recinto: anche quelle io devo guidare. Ascolteranno la mia voce e diventeranno un solo gregge, un solo pastore.
Per questo il Padre mi ama: perché io do la mia vita, per poi riprenderla di nuovo. Nessuno me la toglie: io la do da me stesso. Ho il potere di darla e il potere di riprenderla di nuovo. Questo è il comando che ho ricevuto dal Padre mio». Gv 10, 11-18
Oggi il Vangelo ci propone Gesù che si definisce il Buon Pastore. Non tutti i pastori sono buoni, solo quelli che difendono le pecore mettendo a rischio anche la propria vita sono paragonabili a Lui. I lupi rapiscono, disperdono, confondono e uccidono e il pastore buono si butta senza limitarsi pensando solo al bene delle pecore.
Le pecore poi conoscono la voce del Pastore, distinguendo la sua voce dalle altre molteplici voci ingannevoli, così come il Figlio conosce il Padre e il Padre il Figlio. Egli ha ricevuto dal Padre un altro comando, quello di salvare anche altre pecore che non sono di questo ovile. La dimensione missionaria e cioè di portare Gesù, deve essere instancabile per noi e deve renderci capaci di buttarci in ogni situazione anche la più complessa. Lui vuole arrivare in ogni cuore e in ogni luogo scegliendo proprio noi, nonostante i nostri peccati. Non arrendiamoci mai! Lui è con noi.
Buona Domenica
IL SIGNORE VI BENEDICA
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Don Luigi Pellegrini è parroco della Chiesa di Santa Rita, a Viareggio, artefice della Casa Famiglia e del Campo della Casa Famiglia, nel 2008 è stato nominato Cavaliere della Repubblica.