Giovani della musica italiana che brilla nel mondo

di GIOVANNI VILLANI – Giovani straordinari di cui non parlano i giornali e le televisioni, neppure degnati dalle più alte cariche dello Stato.

Dopo un’estate stracolma di vittorie, allori sportivi, medaglie e campionati europei, vinti fra l’esultanza dell’intera nazione, l’autunno si contraddistingue solitamente come il periodo dei grandi concorsi musicali internazionali. E anche qui ci sarebbe da esultare per le affermazioni di molti fra i nostri migliori giovani musicisti. Prendiamo ad esempio l’ambito Concorso Pianistico Chopin di Varsavia, dove l’Italia ha ottenuto il quinto premio con la padovana Leonora Armellini (29 anni) e il secondo con il goriziano Alexander Gadjiev (27 anni).

Leonora Armellini, allieva di Laura Palmieri (erede della scuola di Arturo Benedetti Michelangeli), è da almeno quindici anni sotto osservazione come un autentico talento della tastiera: da quando a soli 12 anni si è diplomata con lode e menzione. A soli 18 anni ha conquistato pure il premio Janina Nawrocka della XVI edizione “per la straordinaria musicalità e la bellezza del suono”, perfezionandosi poi all’Accademia Nazionale di Santa Cecilia di Roma con Sergio Perticaroli e alla Hochschule für Musik und Theater di Amburgo con Lilya Zilberstein. Leonora Armellini si è esibita nelle sale da concerto più prestigiose del mondo: a Tokio, Parigi, New York (Carnegie Hall), Polonia, Inghilterra, Germania, Austria, Svizzera, Rep. Ceca e Corea del Sud. Si dedica anche alla musica da camera, suonando, tra gli altri, con Giovanni Angeleri, Sonig Tchakerian, Lucia Hall, Jeffrey Swann, Lilya Zilberstein e Laura Marzadori.

Il secondo classificatosi allo Chopin, Alexander Gadjiev, nato a Gorizia, ha affrontato lo studio del pianoforte seguendo gli insegnamenti del padre, noto didatta russo. Si è esibito per la prima volta con orchestra a 9 anni e per il primo recital solistico a 10, diplomandosi appena diciasettenne con il massimo dei voti, la lode e la menzione speciale. Questo gli ha consentito di partecipare al Premio Venezia, riservato ai migliori diplomati d’Italia, per vincerne la XXX edizione che gli ha permesso di esibirsi così in tutta Italia e all’estero (Londra, Parigi, Madrid, Dublino). Poi, nel dicembre 2015, la svolta internazionale, al 9° Concorso Pianistico Internazionale di Hamamatsu – uno dei dieci concorsi pianistici più prestigiosi al mondo – dove la giuria composta, tra gli altri, da Martha Argerich, Akiko Ebi, Sergey Babayan, lo decreta vincitore assoluto. Da allora Alexander diviene un protagonista abituale di tutti i più importanti Festival pianistici tra cui il Verbier Festival, dove all’ultima edizione conquista il prestigioso premio “Tabor Foundation Piano Award”.

Un’altra grande affermazione da registrare è quella del ventenne Giuseppe Gibboni, alla 56/a edizione del Concorso violinistico Paganini di Genova, dove conquista il Primo Premio assoluto, fatto che non succedeva ad un italiano da 24 anni. Giuseppe Gibboni, ventenne originario di Campagna, nel Salernitano, si è formato al Conservatorio Martucci di Salerno sotto la guida di Maurizio Aiello e all’accademia Stauffer di Cremona con Salvatore Accardo. Oggi studia al Mozarteum di Salisburgo.

Gli ha fatto seguito l’ensemble ravennate Accademia Bizantina, una delle realtà artistiche d’eccellenza del panorama culturale italiano, che si è aggiudicata di recente il secondo posto al Gramophone Awards quale migliore orchestra al mondo. Nata a Ravenna nel 1983, con l’intento programmatico di fare musica come un grande quartetto, il celebre gruppo si è specializzato nell’esecuzione su strumenti originali del repertorio musicale Sette/Novecentesco. Nel corso degli anni ha saputo distinguersi e conquistare un posto di rilievo nelle preferenze del pubblico e della critica, adottando un proprio stile interpretativo sotto la guida di Ottavio Dantone entrato a far parte stabilmente come clavicembalista del gruppo dal 1989.

Da ultimo si dovrebbe aggiungere anche il secondo posto del ventitreenne Giovanni Bertolazzi, primo europeo, ad un altro notevole concorso pianistico: il Liszt di Budapest. Nato nel 1998 il giovane pianista veronese si è avvicinato al pianoforte al compimento del decimo anno d’età, per sua esplicita volontà, venendo fin da subito supportato da una famiglia particolarmente interessata alla cultura, all’arte ed alla musica. Ha conseguito il diploma accademico a piani voti e lode al Conservatorio Benedetto Marcello di Venezia, sotto la guida di Massimo Somenzi ed attualmente è allievo di Epifanio Comis, all’Istituto Superiore di Studi Musicali Vincenzo Bellini di Catania. Durante il suo percorso di studi ha frequentato corsi di perfezionamento con: Alberto Nosè, Riccardo Risaliti, Lily Dorfman, Matti Raekallio, Violetta Egorova, Joaquín Achúcarro e Boris Berezovsky. A sedici anni è stato l’unico pianista italiano a vincere una borsa di studio assegnata dall’Accademia Pianistica Internazionale Incontri col Maestro in occasione degli Imola International Piano Awards. In seguito si impone in ambito nazionale ed internazionale vincendo più di 30 premi. Debutta con successo accanto ad importanti orchestre sinfoniche, tra cui l’Orchestra Filarmonica del Teatro La Fenice e l’Orchestra Sinfonica Siciliana, dirette da Maurizio Dini Ciacci e Daniel Smith.

In nessun giornale e televisione nazionali sono stati dati, anche soli accenni, a questi importanti traguardi. Nessun rappresentante politico, con ruoli istituzionali importanti, dalla cultura, alla scuola, all’università, ne ha parlato. Di solito i vincitori di medaglie varie, olimpiche o tornei, dal tennis al volley, vengono invitati dal Presidente del Consiglio o addirittura dal Presidente della Repubblica. Da varie parti si continua a ripetere che la Cultura in Italia deve stare al primo posto. Se fosse veramente così questi straordinari giovani sarebbero su tutti i giornali e su tutte le televisioni e sarebbero già stati invitati dalle più alte cariche dello Stato. Invece nulla. Silenzio assoluto. Ma in realtà siamo il terzo mondo culturale?