di ALDO BELLI – Se questo anno e mezzo è la dimostrazione della competenza italiana, c’è poco da sperare sul dopo-pandemia.
Poca meraviglia farebbe la mancanza di logica, se non fosse in gioco la nostra salute. Le prime avvisaglie c’erano state fin dall’inizio della pandemia, quando i numeri dei contagiati e delle vittime viaggiavano a ruota libera. Il fatto che da diciotto mesi in Italia non sia più morto nessuno per cause diverse dal Covid, obiettivamente è difficile da credere. Una corretta statistica avrebbe sicuramente favorito una consapevolezza migliore del dramma nell’opinione pubblica: e soprattutto, la prevenzione. Non è possibile, nel 2021, nell’era in cui anche le massaie (avremmo detto un tempo) viaggiano su internet e comprano on line, che lo Stato centrale abbia avuto difficoltà ad avere in tempo reale i dati dei ricoveri negli ospedali (incluso le patologie): come se l’accettazione al Pronto Soccorso e le cartelle cliniche fossero ancora tenute con la biro.
Per fare il tampone, alcune settimane fa, mi sono recato in Farmacia: dall’arrivo allo scontrino ho impiegato sette minuti. Uscendo sul marciapiede mi è venuto spontaneo allungare lo sguardo lungo i due estremi della strada: mi sono chiesto quanto tempo sarebbe stato necessario per fare il tampone in tutte le abitazioni, e così via replicando in tutti i quartieri. Probabilmente, amazon non si sarebbe preoccupata. In Italia, invece, è stato un problema anche la distribuzione delle mascherine – non l’abbiamo dimenticato.
Il vaccino era previsto da mesi, prima o poi sarebbe arrivato: logica e buon senso avrebbe voluto che lo Stato predisponesse il piano d’azione per essere pronto al primo squillo di tromba. Ma così non è stato, come sappiamo; con il popolo italiano vittima di un’armata Brancaleone di venti regioni italiane sotto la guida di un generale di corpo d’armata che probabilmente non ha mai visto in vita sua una caserma, e forse in un ospedale si è recato solo quando è nato. Scorro abitualmente la stampa estera: in Germania, in Inghilterra, in Danimarca, negli Stati Uniti d’America, ovunque, è solo uno che parla al Paese sulla pandemia: e non mi sembrano nazioni che difettano di democrazia.
Il nostro Paese vanta il Corpo Sanitario dell’Esercito, una storia prestigiosa. Sono i medici con le stellette formati (in teoria in tempo di pace, ma pur sempre per professionalità) per soccorrere i feriti sul campo di battaglia. Ricordo gli allievi, i dottorini in uniforme, che a frotte discesero dalla caserma di Costa S.Giorgio verso le strade alluvionate a soccorrere i fiorentini alluvionati, nel fango di Ponte Vecchio, finanche a spalmare la melma per salvare i codici preziosi della Biblioteca Nazionale. Era, dunque, indispensabile inventare l’ennesimo baraccone statale per gestire la logistica sanitaria dell’emergenza nazionale Covid? Si dovevano cercare i manager. Senza considerare che in Italia è facile diventare grandi manager, quando lo si fa nelle aziende di Stato e con i milioni dei cittadini.
Neppure con i vaccini disponibili, infine, l’Italia è stata in grado di organizzare un piano efficiente di somministrazione e destinazione secondo una logica di priorità. Senza nulla togliere agli avvocati e agli insegnanti in smart working, non sarebbe stato più logico riconoscere prima le cassiere e i cassieri dei supermercati?
Leggo da giorni sul sito prenotavaccino.sanita.toscana.it: “Registrazione delle persone estremamente vulnerabili affette da patologie specifiche e/o con disabilità grave – Chiuso”. In compenso, da domani apriranno le prenotazioni per gli over 60 mentre ancora non è chiaro se sia stata esaurita la fascia anagrafica over 80 e 70. Per fare una “registrazione” non credo occorra la disponibilità materiale dei vaccini, e non penso neppure che a catalogarla e gestirla nel 2021 occorra una penna biro. Ma forse, è ancora più grave: perché le “persone estremamente vulnerabili” non avrebbero necessità di nessuna registrazione, essendo già censite nel Sistema Sanitario Nazionale per le loro patologie.
Come vogliamo definirlo tutto questo imbarazzo logico? Uno sputo in faccia agli italiani, a me pare la definizione più appropriata.