La scuola italiana che esclude i ragazzi disabili

di ALDO BELLI – Solo il 40% delle scuole sono disponibili per gli alunni con disabilità motoria, ma questo ovviamente non fa notizia.

Nei paesi civili la statistica viene considerata una guida per le politiche governative. Dubito che in Italia siano in molti a leggere le statistiche che rappresentano la realtà sulla quale la politica dovrebbe svolgere la propria azione. Del resto, la politica in Italia viaggia su altri binari, con la destinazione pressoché comune del tornaconto personale assai lontana dal concetto di servizio pubblico. Per cui…

I numeri si commentano da soli. Il 27% delle scuole non dispone di un numero sufficiente di postazioni informatiche adattate per gli alunni con disabilità. Il 62% è la quota di alunni con disabilità che non partecipano alle gite con pernottamento (72% nel Mezzogiorno). Solo il 40% delle scuole sono accessibili per gli alunni con disabilità motoria.

L’ISTAT ha reso noti i dati il 16 febbraio scorso. Nell’anno scolastico 2022-2023 nelle scuole di ogni ordine e grado – escluse quindi le università – il totale degli studenti con disabilità è di circa 338mila, in crescita del 7% rispetto all’anno precedente. Prevalgono i maschi, sono 229 ogni 100 femmine (da tempo le statistiche scientifiche dicono che i disturbi dello sviluppo neurologico sono più frequenti presso la componente maschile della popolazione).

Il problema più frequente è la disabilità intellettiva che riguarda il 37% degli studenti con disabilità, quota che cresce nelle scuole secondarie di primo e secondo grado attestandosi rispettivamente al 42% e al 48%; seguono i disturbi dello sviluppo psicologico (32% degli studenti), che aumentano nelle scuole del primo ciclo, in particolare nella scuola dell’infanzia (57%). Frequenti anche i disturbi dell’apprendimento e quelli dell’attenzione, ciascuno dei quali riguarda quasi un quinto degli alunni con disabilità, entrambi sono più diffusi tra gli alunni delle scuole secondarie di primo grado (rispettivamente il 26% e il 21% degli alunni).

Meno frequenti le problematiche relative alla disabilità motoria (10,5%) e alla disabilità visiva o uditiva (circa 8%), con differenze poco rilevanti tra gli ordini scolastici. Il 39% degli alunni con disabilità presenta più di una tipologia di disabilità, questa condizione è più frequente tra gli alunni con disabilità intellettiva che, nel 54% dei casi, vive una condizione di pluridisabilità.

Quasi un terzo degli studenti (28%) ha inoltre un problema di autonomia con difficoltà nello spostarsi all’interno dell’edificio, nel mangiare, nell’andare in bagno o nel comunicare. Tra questi, oltre un quinto, ha problemi più gravi, in quanto non è in grado di svolgere autonomamente nessuna delle quattro attività. La maggiore difficoltà per questi studenti si riscontra nella comunicazione (21%) e nell’andare in bagno (19%), meno frequenti le difficoltà nello spostarsi o nel mangiare (rispettivamente il 13% e il 9%).

Migliora l’offerta di insegnanti per il sostegno (+10%). Il rapporto alunno-insegnante, pari a 1,6, è migliore di quello previsto dalla legge, tuttavia…

“Tra gli insegnanti 1 su 3 non ha una formazione specifica e il 12% viene assegnato in ritardo; il 60% degli alunni con disabilità cambia insegnante per il sostegno da un anno all’altro, il 9% nel corso dello stesso anno scolastico”.

In compenso, in trent’anni di studi e carrozzoni per il Ponte di Messina, lo Stato italiano ha già speso oltre 130 milioni di euro.