Nel 2021 sarà il centenario della morte di Enrico Caruso, il più grande tenore nella storia della musica
Il 2021 sarà l’anno del centenario della morte di Enrico Caruso e ci sono diversi progetti in cantiere per commemorarlo. Caruso, per definizione il più grande tenore della storia, sicuramente meriterebbe di essere ricordato come Dio comanda e molti sono quelli che vorrebbero farlo sia perché sinceramente ammiratori di questo partenopeo che ha reso l’Opera Italiana e la Canzone Napoletana famose nel mondo, sia perché Caruso nell’immaginario collettivo è il Tenore per antonomasia; e attrae ancora su di se l’interesse del mondo intero.
Insomma, dare a Cesare quel che è di Cesare, ma anche trarne vantaggio. Lucio Dalla mi confessò che il suo brano dedicato a mio bisnonno era stato per lui un gran colpo di fortuna: intendiamoci, la canzone è un vero capolavoro ed uno straordinario omaggio alla canzone napoletana.
I luoghi dove Enrico visse la sua vita si potrebbero sintetizzare in Napoli e Sorrento, la nascita e la morte, Firenze e Lastra a Signa dove amava riposare e ritemprarsi dalle estenuanti stagioni al Metropolitan ed infine quindi NY. L’ideale sarebbe poter unire con un filo immaginario questi posti a loro modo tutti meravigliosi riportando in vita la voce calda e appassionata del celeberrimo tenore Italiano. Mi auguro che tutto questo sarà possibile per poter ringraziare il mio avo dal profondo del mio cuore!
Riccardo Caruso, discendente del celeberrimo Enrico, è nato a Viareggio. Diplomato in Flauto Traverso, ha studiato canto a Firenze sotto la guida del tenore Giuliano Ciannella, nel 1992 entra nel coro del Teatro alla Scala e dal 1993 al 2013 è membro stabile del coro del Maggio Musicale Fiorentino. Tra le numerose collaborazioni e interpretazioni, in Italia e all’estero, nel 1997 ha cantato alla Merkin Hall di New York, nel 2001 ha preso parte a “Viva Verdi” di E. Saracino al teatro francese di Miramas.