di SILVIA NOFERI – La Corte dei Conti ha confermato che le reti idriche non sono alienabili, sono un bene pubblico, punto e basta.
di Silvia Noferi
Per quasi un anno ho fatto eventi in tutta la Toscana per spiegare che il progetto della Multiutility toscana per la gestione di alcuni servizi pubblici essenziali, come acqua, rifiuti, energia, con la prevista quotazione in borsa, rimetteva importanti decisioni politiche (come per esempio la costruzione di inceneritori) nelle mani di consigli di amministrazione o amministratori delegati.
Questo avrebbe definitivamente archiviato la possibilità di controllo sulla gestione non solo dei sindaci, ma anche dei cittadini sugli amministratori pubblici, azzerando uno dei principi cardine della nostra democrazia.
La quotazione in borsa si è bloccata solo grazie all’opera instancabile del Forum Toscano dei Movimenti per l’acqua che ha evidenziato che i beni demaniali come le reti idriche, sono inalienabili e incedibili.
Il pronunciamento della Corte dei Conti ad un quesito formulato in tal senso dal sindaco di Loro Ciuffenna ha parlato chiaro.
Da quel momento il processo di quotazione in borsa della Multiutility si è arrestato, grazie anche ad alcuni sindaci di nuova nomina che hanno deciso di opporsi a questa operazione che, ricordiamo, prevedeva l’affidamento ad una società mista tramite una gara a doppio oggetto.
Nelle società miste, che seguono regole di mercato, l’erogazione del servizio diventa strumentale alla divisione di utili e perde la sua funzione sociale; in esse il Comune azionista viene sostanzialmente privato di poteri e controllo sulla gestione.
Nel 2018 l’assemblea dell’Autorità Idrica Toscana con il voto unanime di tutti i sindaci presenti, si era espressa contrariamente all’ipotesi di un affidamento del servizio idrico integrato ad un unico gestore regionale e aveva chiesto di procedere verso l’affidamento in house del servizio.
I vantaggi di una società “In house” si evidenziano dalle sue caratteristiche proprie, ossia:
1) deve essere costituita esclusivamente da soci pubblici;
2) deve svolgere attività nei confronti delle amministrazioni socie nella percentuale minima dell’80% del fatturato;
3) deve essere sottoposta a un controllo da parte dei soci pubblici analogo a quello che l’Ente svolge nei confronti dei propri uffici.
È evidente che l’operazione Multiutility non è compatibile con una gestione del servizio idrico integrato tramite società “In house” e ciò è stato rilevato anche dall’Assemblea dell’Autorità Idrica Toscana con la deliberazione n.13/2023 del 24 luglio 2023.
In Toscana era iniziato un percorso volto a realizzare in regione modelli di gestione del servizio idrico in house da affidarsi a singoli gestori per ogni ambito territoriale ottimale ma il percorso ha subito un inevitabile arresto a causa del processo di fusione per incorporazione in Alia Servizi Ambientali di Publiservizi Spa, Consiag Spa e Acqua Toscana Spa fortemente voluto dai sindaci di Firenze e Prato.
Il problema oggi sembra ai più parzialmente risolto perché almeno ufficiosamente appare archiviata l’idea della quotazione in borsa della Multiutility, ma nello Statuto rimangono ancora punti inconciliabili con la ri-pubblicizzazione del servizio idrico, come la futura apertura a capitali privati, lo svolgimento di attività multisettoriali e acquisizione di nuovi rami e business in territori più estesi delle conferenze territoriali (evidentemente per fare profitti non per svolgere un servizio pubblico) e, soprattutto, rimane un soggetto disciplinato dal Codice Civile dove il potere di gestione ed elaborazione delle strategie aziendali è rimesso esclusivamente agli amministratori.
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Silvia Noferi è nata a Firenze nel 1964, diplomata in Agraria e in Letteratura Moderna Comparata all’Università di Firenze. Consigliere regionale Toscana per il Movimento 5 Stelle, è stata responsabile amministrativo in un’azienda privata a partecipazione estera di beni di lusso e ha svolto attività nel settore turistico.