Lorenzo Pistoia, Giovani Lega Viareggio

“Non ci sono più i giovani di una volta” troppo facile!

di LEONARDO PISTOIA – Troppo semplice lavarsi le mani e la coscienza dicendo “Non ci sono più i giovani di una volta”.

Leonardo Pistoia è Responsabile Giovani Lega Viareggio,


di LEONARDO PISTOIA

Il 1 maggio scorso un sedicenne è finito all’Ospedale Versilia in codice giallo, ferito dalla coltellata di un coetaneo nella centralissima Piazza Shelley di Viareggio. E’ lo scenario sanguinoso della  violenta lite scoppiata tra due ragazzi in un giorno di festa, non è la prima sulle cronache, e non sarà neppure l’ultima probabilmente a finire rapidamente nel dimenticatoio. Anche se si tratta di una città della quale si decanta la bellezza, ma anziché pensare alla Perla del Tirreno viene in mente Nerone. E’ vero che “Non ci sono più i giovani di una volta”, ma è vero anche che non c’è più neppure la città “di una volta”, e se questo è vero probabilmente non sono stati i giovani a renderla povera e anonima come è diventata.

Si dice che i nuovi giovani siano violenti, distaccati e che non riconoscono più il senso autentico della vita, che questi giovani sono oppressi da un tormentato nichilismo e nulla per loro è importante. Quante notizie di adolescenti che consumano sempre più alcool e droghe, o di ventenni che rischiano la vita tutti i fine settimana sulle strade dopo una notte passata in discoteca: è facile che nascano interrogativi su quali siano i valori e le motivazioni delle nuove generazioni.

Mi rammarica, però, che insieme a queste notizie nessuno spazio venga riservato alle iniziative autonome, all’organizzazione informale che ragazzi e ragazze spesso si danno per realizzare con spirito di iniziativa e intelligenza, serate, concerti, eventi sportivi, luoghi di aggregazione, attività ricreative, momenti di sostegno a coetanei in difficoltà. E’ facile sminuire una nuova generazione quando la vecchia fornisce per lo più un cattivo esempio. Troppo spesso sento dire: ‘Non ci sono più i giovani di una volta’. Ma nessuno si pone la domanda se non ci siano più anche gli adulti di una volta.

Cyberbullismo, sexting, pornografia, droga, alcool, sentimenti distorti, abuso della pillola del giorno dopo, violenza e aggressività. Sono una realtà, eppure buona solo per riempire solo le cronache di un giorno. Mentre dovrebbero essere il costante invito a pensare e ad agire per fermare la società che spinge i giovani al consumismo creando bisogni fittizi, proponendo idoli capricciosi e cattivi, falsi valori di vita.

Ore e ore al cellulare perdendo la dimensione fisica delle relazioni umane, rivolgersi sgarbatamente alle autorità, non curarsi delle persone che li circondano, sono il risultato di una cattiva educazione: ma da chi e da dove proviene questa cattiva educazione? Ecco allora, il fare di tutta l’erba un fascio. Non saremo più i giovani di una volta, ma restiamo pur sempre i figli di qualcuno. E’ necessaria una “rieducazione di massa”.