E poi ci si lamenta quando dicono che a sinistra gli occhi foderati di prosciutto hanno il sapore del livore!
Twitter, 21 ottobre 2022. “Giorgia Meloni la prima donna Presidente del Consiglio. Una novità che però non si traduce con una maggiore presenza femminile nel suo governo. Peccato un’occasione persa. Buon lavoro”. L’autrice di questa pillola di saggezza è l’on. Laura Boldrini. Il vero peccato è che la compagna Boldrini non si ponga la domanda perché la sinistra non abbia mai indicato o voluto a capo del governo una donna, (presidente o vicepresidente).
Per chi non considera le cosiddette “quote di genere” uno strumento della democrazia e dell’emancipazione dei sessi, un po’ come le riserve indiane, ritenendo l’intelligenza e le capacità un merito e un valore che prescinde dalla natura sotto il bacino, l’unico dato di fatto inconfutabile è che per la prima volta in Italia una donna viene investita del compito di guidare il governo nazionale e che questo accade con la vittoria della destra. Senza se e senza ma.
E’ comprensibile, tirare giù il rospo è doloroso. Figuriamoci congratularsi – o meglio ancora: riflettere – per un evento storico che sbaraglia il maschilismo catto-comunista! Questo non ha niente a che vedere sul giudizio politico di un governo e di una maggioranza che non piace. Tanto più, che non sta scritto in nessuna bibbia che una donna in politica riesca ad essere meno maschilista di un uomo.
Potremmo, quindi, concludere dicendo che la sinistra (il centro-sinistra) in Italia è riuscita nel suo splendido splendore saccente a regalare alla destra anche questo primato storico: una donna a Palazzo Chigi. Direbbe Pirandello “Così è se vi pare”, ed è proprio così.
