di ALDO BELLI – Adesso vediamo se il Sindaco di Viareggio querela per diffamazione anche Striscia la notizia per il servizio di questa sera.
Nell’edizione di questa sera Striscia la notizia ha riservato un servizio sulla scultura di Giulio Turcato donata negli anni Ottanta alla città di Viareggio, collocata in Piazza Puccini come da volontà del Maestro, e divelta dal sindaco di Viareggio Giorgio Del Ghingaro (PD-Italia Viva) nel dicembre 2019, quindi scoperta dal consigliere comunale Alessandro Santini nell’erbaccia di un magazzino comunale e finita recentemente in una stanza umida dell’antica Villa Borbone. Proprio in questi giorni nel Palazzo Comunale si sarebbe deciso di procedere al restauro delle Oceaniche – questo il suo titolo – con un istituto specializzato, grazie all’incontro di amorosi sensi tra il primo cittadino e il consigliere comunale di opposizione Barbara Paci che alle ultime elezioni l’aveva sfidato. Il sindaco Giorgio Del Ghingaro nel servizio andato in onda questa sera su Canale 5 – con la sempre vivace e professionale Chiara Squaglia – si è negato alla troupe di Striscia la notizia.
Il tenore straordinario del vilipendio all’opera d’arte aveva mosso anche il Nucleo per la Tutela del Patrimonio Artistico dell’Arma dei Carabinieri, una delle specializzazioni italiane di polizia nel campo delle opere d’arte più prestigiose riconosciute in tutto il mondo: l’Arma consegnò nel gennaio 2020 il proprio verbale alla Procura della Repubblica di Lucca, come suo dovere. Non si sa dove sia finito quel verbale, ciò che è evidente è che i professionisti dell’Arma hanno finito per fare un viaggio a vuoto.
L’intervento dei Carabinieri, le foto e i video disseminati sul web, gli articoli di giornale. C’è da dedurre che per la Procura della Repubblica di Lucca sia normale, ovvero non sia un reato, trattare un’opera d’arte del valore venale di 500.000 euro (di patrimonio pubblico, dei cittadini) e artistico internazionale nel modo in cui è stata trattata. Per il momento – anche se è difficile sapere per quanto tempo ancora in Italia – mi è consentito di esprimere liberamente il mio pensiero: la rapina, l’omicidio, la truffa, la violenza fisica, non sono meno gravi e dannosi dell’uso improprio del patrimonio pubblico da parte di pubblici amministratori sul piano del vivere civile di una comunità: per cui, ignorare l’obbligo di intervenire per sanzionare il vilipendio di un patrimonio pubblico lo reputo dannoso quanto lo sarebbe ignorare l’azione di una violenza privata. La Legge esiste, come i padri del diritto ci hanno insegnato, anche perché la sanzione sia di esempio e partecipi a conservare l’ordine sociale. Viceversa, se dovessimo seguire la vicenda della scultura violata di Giulio Turcato per mani di pubblici amministratori, dobbiamo concludere che l’insegnamento per i nostri figli è quello che possono tranquillamente sputare sulla scultura di Lorenzo Viani firmata da Arturo Martini e finanche su Michelangelo.
Quanto alla brutta figura di Viareggio in Italia non mi interessa, il sindaco Del Ghingaro è stato rieletto con un trionfo al primo turno solo pochi mesi fa, per cui: chi piange del suo mal pianga se stesso.
Mi chiedo come sarebbe finita se anziché a distruggere la scultura di Turcato – sulla cui necessità impellente di restauro conservativo o di sicurezza statica ancora attendiamo di vedere le carte – fossero stati un gruppetto di ragazzi borderline colti in flagrante: sarebbero stati processati per direttissima. Allora, cari lettori, la Legge per essere anche Giustizia non può mai avere due pesi e due misure, perché come sta scritto nelle aule di tutti i tribunali: “La legge è uguale per tutti”.
Un ricordo di gioventù. Rammento un convegno giuridico di altissimo livello al quale fui invitato, le prime file erano piene delle massime autorità dell’Ordinamento Giudiziario italiano. Giunse il momento del prof. Elio Fazzalari, una vera autorità delle istituzioni di procedura civile, un mostro sacro del Diritto in Italia, si avvicinò al microfono ed esordì in questo modo – non senza un certo imbarazzo dell’augusto uditorio: “All’ingresso di ogni Palazzo di Giustizia, in Italia, dovrebbe essere scolpita questa scritta: “Qui non si rende giustizia”. E ne fornì la puntuale spiegazione.