Un museo del vino a Verona

di GIOVANNI VILLANI – Presentato dal sindaco Sboarina e dall’assessore Corsi, presenti i maggiori rappresentanti del settore scaligero.

L’idea di creare un Museo del Vino a Verona non sembra più una chimera, ma un progetto che sta prendendo ormai piena forma. Il luogo destinato ad accoglierlo è davvero ideale: le ex-gallerie del Mercati Generali, situate proprio di fronte alla sede di VeronaFiere, in viale del Lavoro, che come è noto ospita ogni anno Vinitaly, la grande rassegna internazionale giunta alla sua 55/a edizione, alla quale il museo sarà collegato.

Del Museo del Vino ne hanno parlato in una conferenza stampa, il sindaco di Verona, Federico Sboarina, affermando che sul progetto esiste “una condivisione granitica” e l’assessore Enrico Corsi, che ha espresso trattarsi di un “percorso esperienziale” e non di una semplice esposizione di cimeli, grazie all’uso “delle più innovative tecnologie abbinato al recupero della tradizione”.

La proposta gode già del sostegno dell’Università di Verona – nel museo aprirà una start-up dedicata al mondo dell’enologia – delle associazioni del mondo agricolo e dei consorzi di tutela enologica veronesi. L’idea è stata supportata – nelle ulteriori parole dell’assessore Corsi – “dal volere affidare ad un archistar la realizzazione di una struttura che unisca gli spazi fieristici col museo e di pensare ad un’opera che diventi poi un simbolo. Un po’ come lo è la piramide costruita nel cortile del Louvre, a Parigi”.

Di fattivo del progetto attualmente c’è solo l’elaborazione di un piano finanziario che dimostrerebbe la sostenibilità dell’intervento, ma che è in corso anche una sua concreta realizzazione. Ora che è stato finalmente nominato il Presidente della Repubblica e che il tourbillon parlamentare è cessato, i fautori del museo voleranno a Roma, per definire con i Ministeri dell’Economia e del Turismo, le modalità di come dovranno essere strutturati i soggetti che realizzeranno e gestiranno il prossimo Museo del Vino.
Il senatore Paolo Tosato, in proposito, ha già intanto fatto approvare un ordine del giorno in sede parlamentare, mentre l’europarlamentare Paolo Borchia ha già espresso l’intenzione di ottenere contribuzioni in sede comunitaria.

Il Museo del Vino intende mettere in mostra i pregi enologici del veronese, oltre alle produzioni di eccellenza italiane che mirano ad avere un respiro internazionale, sulla scorta di quanto già avviene con i Musei del Vino di Bordeaux in Francia e di Porto in Portogallo.

È chiaro quanto tutto il progetto veronese abbia come ulteriore finalità quello di essere anche un veicolo di attrazione turistica. Alla conferenza stampa, tenutasi nel Salone degli Arazzi del Comune di Verona, hanno presenziato i maggiori rappresentanti del settore enologico scaligero, da quelli del Consorzio del Custoza, di Unive, del Consorzio Bardolino, il presidente del Consorzio Valpolicella, Christian Marchesini, Silvia Bolla per i Consorzi del Soave, Durello, Arcole e Merlara, oltre a Andrea Lavagnoli presidente di Cia-Agricoltori Italiani Verona, Camilla Capurso vice presidente di Confagricoltura e Chiara Recchia di Coldiretti.

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