di GIOVANNI VILLANI – Evitare il consumo del suolo, riconvertendo il maggior numero di luoghi dismessi, 145 tra progetti e segnalazioni.
È ormai chiara la volontà dell’Amministrazione veronese: evitare il consumo del suolo, con l’obiettivo di riconvertire il maggior numero di luoghi dismessi, nell’ambito della variante urbanistica 29. Un totale considerevole, ben 145 tra progetti e segnalazioni. In questo caso è toccato anche alla zona ovest della città, tra Croce bianca, San Massimo e Borgo Milano dove ci sono 200 mila metri quadrati di aree abbandonate e degradate da riqualificare e riattivare.
Come ha spiegato il sindaco Federico Sboarina, assistito dagli assessori Ilaria Segala e Luca Zanotto, sono ben 15 le manifestazioni di interesse arrivate solo per la zona della Croce Bianca, il territorio della Terza Circoscrizione, comprendente anche San Massimo, Chievo, Borgo Milano, Stadio e Borgo Nuovo. Il primo progetto ha riguardato l’ex campeggio di via Bresciana, un’area di circa 38 mila metri quadrati, abbandonata da oltre dieci anni. La proprietà ha chiesto il permesso di costruire una Residenza sanitaria assistenziale immersa nel bosco, per un servizio oggi assente nella zona, che occuperebbe circa 4.500 metri quadrati, col rimanente lasciato a parco e bosco.
Sempre sulla via Bresciana c’è anche l’ex Centrale del latte, la cui produzione è ferma dagli anni Ottanta e di cui rimane solo una vecchia palazzina adibita a uffici. I capannoni cadenti sono stati occupati abusivamente negli ultimi anni, diventando anche luogo di spaccio e microcriminalità. La Cooperativa Centrale del Latte – 10 mila metri quadrati – gestiva qui non solo la raccolta e lo smistamento del siero prodotto da diverse aziende agricole dei dintorni, ma anche il caseificio e l’allevamento di maiali. L’attività, anche a seguito di un fallimento e di un nuovo assetto della Cooperativa che coordina una sessantina di famiglie, è stata trasferita. L’obiettivo del Comune di Verona è ridare vita all’area con funzioni logistiche, idonee, anche per la vicinanza con la tangenziale e i collegamenti autostradali.
“Tutte le proposte arrivate con la variante 29 – ha soggiunto il sindaco – vanno oltre l’interesse dei privati, proponendo progetti che non puntano alla speculazione fine a se stessa, ma all’interesse collettivo”.
Un’altra tappa riguarda un ex capannone in via Gardesane 74 in cui si producevano caldaie. I proprietari del terreno (1.800 metri quadrati), comprendente una zona alberata, hanno presentato il progetto “delle case nel bosco”. Si tratterebbe di costruire abitazioni di un solo piano, immerse nel verde boschivo e improntate su un’edilizia sostenibile, rispettosa dell’ambiente.
All’ex Couver Tennis, di via Fava, che da corso Milano porta al Chievo, del Cems, Centro Medico specialistico, potrebbe sorgere una nuova accademia per attività sportive, in particolare il tennis, vocazione storica dell’area dismessa dopo un terribile incendio del 2017. Verrebbe poi ampliato il centro medico Cems, con nuove dotazioni di sale e parcheggi. Si parla di circa 32 mila metri quadrati di aerea, in parte da bonificare per l’incendio, con la riqualificazione delle strade attigue mediante alcune rotatorie ed una pista ciclabile che attraverserebbe San Massimo e Borgo Milano.
Il Comune di Verona è convinto che la variante 29 dia un chiaro segnale che il futuro della città sta proprio nelle aree dismesse. “L’intenzione è procedere spediti – ha chiarito l’assessore Segala – con l’iter amministrativo, arrivando già a maggio all’esame della variante in giunta. Ciò significherebbe approvarla entro fine anno e concedere i primi permessi a costruire nei mesi successivi”.
Sul fronte viabilistico l’assessore Zanotto ha spiegato invece che all’ex Couver Tennis “saranno creati percorsi ciclabili, ma anche potenziamento delle vie di accesso verso il centro, con marciapiedi e piste ciclopedonali in direzione di corso Milano e il Chievo. Per l’ex Centrale del Latte ci sarà invece bisogno di sistemare gli innesti del traffico verso sinistra”.
Giovanni Villani è nato a Verona, giornalista pubblicista dal 1990, critico musicale del quotidiano L’Arena di Verona. Dirigente amministrativo. Laureato all’Università di Bologna in Storia e all’Università di Verona in Arte.